Mentre Gheddafi mitraglia i rivoltosi, Governo: rischio esodo da 200-300mila migranti
Data: Mercoledì, 23 febbraio 2011 ore 09:08:09 CET
Argomento: Rassegna stampa


Nel pomeriggio di ieri, come si legge in un comunicato di Palazzo Chigi, Gheddafi ha avuto un colloquio telefonico con Berlusconi. Il premier avrebbe smentito seccamente al leader libico la possibilità - ipotizzata dallo stesso Colonnello nel suo discorso di oggi in tv - che l'Italia abbia fornito armi o razzi ai manifestanti a Bengasi. Secondo quanto si apprende nel corso della telefonata, durata una ventina di minuti e avvenuta dopo le dichiarazioni di Gheddafi, Berlusconi ha parlato quindi con il leader libico della situazione in Libia, ribadendo la necessità di una soluzione pacifica all'insegna della moderazione per scongiurare il rischio di degenerazione in una guerra civile. Gheddafi lo avrebbe rassicurato dicendo che nel paese va tutto bene e che la verità sugli eventi la dicono i media ufficiali libici. Secondo la stima formulata nel corso del vertice convocato da Berlusconi a Palazzo Chigi sarebbero 200-300 mila gli immigrati e i profughi che potrebbero arrivare in Italia a seguito della crisi in Libia.
Frattini, rischio di guerra civile e di immigrazione verso la Ue di dimensioni epocali
La situazione rimane estremamente preoccupante. Durante una conferenza stampa al Cairo seguita all'incontro con il segretario generale della Lega Araba Amr Mussa (durato circa 45 minuti) il ministro degli esteri Franco Frattini, ha parlato di «rischio di guerra civile» e di «un'immigrazione verso l'Unione Europea di dimensioni epocali». Mentre da fonti diplomatiche si apprende che in queste ore tra Farnesina e Palazzo Chigi si sta valutando l'ipotesi di una telefonata di Silvio Berlusconi al colonnello Muhammar Gheddafi, per tentare di aprire un dialogo con il regime libico e fermare la repressione di queste ore.

Nel pomeriggio vertici dell'Onu e della Lega araba
Per discutere della crisi in Libia, sono in programma oggi pomeriggio i vertici di Onu e Lega Araba. Il Consiglio di Sicurezza si riunirà in seduta di emergenza a porte chiuse alle 15 ora italiana : lo ha reso noto il segretario generale, Ban Ki-moon, a margine di una breve visita a Los Angeles. La riunione dell'organo decisionale dell'Onu è stata sollecitata dall'ambasciatore libico aggiunto presso il Palazzo di Vetro, Ibrahim Dabbashi, che al pari di molti altri diplomatici del Paese nord-africano ha preso le distanze dal regime di Muammar Gheddafi. Dabbashi ha anzi sollecitato Gheddafi a «lasciare il potere il prima possibile» e ha chiesto alla comunità internazionale che si attivi per impedire che il leader libico «si rifugi in un Paese terzo». Ban Ki-moon poco prima aveva avuto con lo stesso Gheddafi una conversazione di circa 40 minuti, nel corso della quale gli aveva intimato di porre fine alla durissima repressione delle proteste di piazza, da cui si era definito «oltraggiato» in prima persona. Anche la Lega Araba si riunirà nel pomeriggio al Cairo per esaminare la crisi in Libia.
Paesi Ue discutono su sanzioni, Italia e Malta contro
I Paesi Ue stanno discutendo la possibilità di sanzioni contro il regime libico per la violenta repressione delle manifestazioni popolari, ma un accordo risulta difficile a causa dell'opposizione dell'Italia e di Malta. Lo hanno riferito all'agenzia Afp fonti diplomatiche. Il tema dovrebbe essere trattato nella riunione prevista in giornata tra i 27 ambasciatori dei Paesi Ue a Bruxelles, dopo che ieri é stata discussa dai ministri degli Esteri. Tra le opzioni, oltre alle misure abituali in questi frangenti quali la sospensione dei visti di ingresso e il congelamento dei beni, é esaminata anche la possibilità di sospendere le trattative avviate nel 2008 per concludere un accordo di partnership tra la Ue e Tripoli.
Nave da guerra di Tripoli al largo di Malta
Una nave da guerra libica, con 200 marinai a bordo, incrocia al largo della Valletta, sotto la sorveglianza di unità militari maltesi. Lo rendono noto fonti militari locali.
I libici hanno comunicato via radio di aver ammainato la bandiera libica, ma non hanno chiesto asilo politico, secondo le fonti. Il governo maltese sta tenendo una riunione d'emergenza.

L'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani: «crimini contro l'umanità»
Continuano ad arrivare, intanto, prese di posizione contro le violenze dei militari. L'alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Navi Pillay, ha sollecitato l'apertura di una «inchiesta internazionale indipendente» sulle violenze in Libia e chiesto la «sospensione immediata delle gravi violazioni dei diritti umani commesse dalle autorità libiche». «La brutalità con cui le autorità libiche e i loro mercenari sparano pallottole reali contro i manifestanti pacifici è inammissibile», ha indicato Pillay in un comunicato. Gli attacchi "sistematici" commessi dalle autorità della Libia contro la popolazione civile, ha incalzato il commissario Onu, «potrebbero essere assimilati a crimini contro l'umanità».
L'Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) ha lanciato un appello all'Europa e ai Paesi del nord Africa vicini alla Libia a non respingere le persone in fuga dagli scontri.
«L'Italia - ha detto la portavoce Melissa Fleming - è tra i Paesi che potrebbero ricevere un maggior flusso di persone in fuga dalla Libia», sia cittadini libici che rifugiati da altri Paesi.
Condanna dei massacri anche da parte di Iran e Hamas
L'Iran ha parlato di "massacro di innocenti", chiedendo alla comunità internazionale di intervenire per interromperli. Il portavoce del ministero degli Esteri, Ramin Mehmanparast, ha dichiarato che «le violenze estreme utilizzate contro il popolo libico sono inaccettabili. Le notizie sui raid aerei compiuti contro dimostranti e quartieri residenziali e il massacro d' innocenti sono spiacevoli e sorprendenti, chiediamo alle organizzazioni internazionali di agire per fermarli». Una netta condanna dei massacri è arrivata anche dal movimento islamico Hamas, al potere nella striscia di Gaza: «Condanniamo con forza la repressione organizzata dal regime del colonnello Gheddafi contro il proprio popolo.
Sempre a proposito dei massacri, l'ambasciatore libico in India, Ali Al Issawi, ha dato ieri le dimissioni per quelle che ha definito violenze «massicce» e «inaccettabili» contro i civili e ha detto che mercenari africani sostengono Gheddafi nella repressione e che le uccisioni di civili da parte di questi mercenari hanno spinto truppe regolari a passare con i rivoltosi. Durante la notte, intanto, alcuni ufficiali libici hanno emesso un comunicato in cui invitano i soldati «ad unirsi al popolo» per aiutare a deporre il leader. La tv satellitare panaraba Al Jaziraha ha riferito che gli ufficiali hanno invitato l'esercito a marciare sulla capitale Tripoli.
(Estratto da IlSole24Ore)

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