Ben Alì, il veto sulla laurea
Data: Domenica, 30 gennaio 2011 ore 17:18:16 CET
Argomento: Rassegna stampa


MESSINA. Alla fine, dopo mille polemiche e scontri "fratricidi", i docenti della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Messina che erano insorti contro
l'attribuzione di una laurea "honoris causa" al dittatore algerino Ben Alì sono riusciti nel
loro intento. La procedura di conferimento dell'onorificenza è stata infatti definitivamente revocata durante un Consiglio di Facoltà che si è svolto
mercoledì 26 gennaio. «Il consiglio ha riconosciuto che i "dissidenti" avevano ragione», spiega soddisfatto Tonino Perna, professore di Sociologia dei Processi Economici, uno dei pochi docenti ad opporsi fin dall'inizio, in tempi "non sospetti". «C'è stato un ampio dibattito, al termine del quale il Consiglio si è espresso all'unanimità» conferma Lina Panella, docente di Diritto Internazionale.
La controversa vicenda ha inizio lo scorso luglio, quando il Preside Andrea Romano propone di assegnare una laurea all'allora
presidente tunisino, in quanto "promotore di una società solidale e democratica e per il suo impegno verso la laicità dello stato".
L'iniziativa, accolta favorevolmente in Senato Accademico, è avallata da Stefania Craxi e dal Ministero degli Esteri con l'obiettivo di incentivare gli scambi economici e culturali con la Tunisia. Molti professori insorgono e scrivono una lettera di protesta a Romano, che non viene però messa "agli atti" dei successivi incontri.
"Ben Alì - si legge - è capo di un regime autoritario che reprime gli oppositori politici e non rispetta i diritti umani fondamentali".
Altri docenti invece non si esprimono, sposando implicitamente la causa. Poi, dal 9 al 14 gennaio, il popolo tunisino insorge contro il dittatore, costretto a fuggire all'estero.

da Centonove





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