Liceo scientifico Principe Umberto di Catania, blocco delle gite e autogestione
Data: Domenica, 21 novembre 2010 ore 09:21:28 CET
Argomento: Rassegna stampa


Il Liceo Scientifico "Principe Umberto" di Catania da ieri è in autogestione contro i tagli alla scuola pubblica e la difesa al diritto allo studio. Da parte della classe docente, però, accanto alle classiche forme di lotta se ne affiancano di più originali e strategiche, per battersi contro le classi-pollaio, la diminuzione delle ore curriculari, il licenziamento di massa dei precari, il blocco dei contratti, gli stipendi da fame e il maxi-finanziamento alle scuole-private.
I professori scavano le trincee e cercano di farsi sentire attraverso il blocco dei viaggi di istruzione.
«Si tratta di una protesta visibile che tocca anche altre categorie professionali: agenti di viaggio, ristoratori, albergatori, autisti, compagnie aeree - come fa notare Maria Vecchio, prof. del "Principe Umberto" ed esponente della Gilda - Gli scioperi sono utili, ma richiedono un grande sacrificio a fronte dei nostri stipendi e del fatto che si deve arrivare a fine mese.
Abbiamo bisogno, invece, di una protesta che sia permanente e incisiva».
Le gite muovono ogni anno risorse ingentissime: basti pensare a quante scuole ci sono in Italia. Di converso, anche i tagli al personale docente si ripercuotono, ovviamente, sull'andamento dell'economia nazionale. Alle già numerose scuole si aggiunge, per l'appunto, anche il "Principe Umberto".
Con una contro-proposta però: «Più di cento docenti, ovvero più dell'80%, di questa scuola, riunitisi in assemblea, hanno dichiarato l'indisponibilità ad accompagnare i ragazzi in gita - spiega la prof. Mercedes Turco - Ma per dimostrare l'interesse della didattica fuori-aula, assicurare la nostra professionalità e per non sentirci accusare ingiustamente, garantiremo delle escursioni ai nostri studenti in orario curriculare.
In collaborazione con il Comune e con la Sovrintendenza, organizzeremo delle passeggiate in città o delle visite, anche con autobus di linea, di interesse storico-archeologico. La nostra professionalità resterà al servizio degli studenti».
«Mi preme sottolineare - conclude la Vecchio - che intendiamo far capire alle famiglie che non è non mandando in gita gli alunni che gli si reca danno. È la diminuzione di ore in ambito curriculare che influirà sulla loro preparazione, e i cui danni vedremo solo tra qualche anno».
Adesso la palla dovrebbe passare ai ragazzi - non solo del "Principe Umberto" -, i quali dovrebbero avere la lucidità e la maturità di riconoscere la vera causa e il vero colpevole del "No alle gite".

Alessandra Belfiore - La Sicilia del 20 novembre 2010





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