La fuga verso le scuole private? No, non è affatto colpa della Gelmini
Data: Mercoledì, 17 novembre 2010 ore 00:00:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


In un suo recente editoriale sul Corriere della Sera Galli della Loggia esprime preoccupazione per l’attenuarsi nelle élites italiane dell’interesse e del legame verso l’identità collettiva nazionale. La prova di ciò va cercata nella crescita delle iscrizioni dei loro (delle élites) figli non tanto alle scuole private italiane quanto alle scuole private straniere (francesi, tedesche, angloamericane). Il motivo è il decadimento del nostro sistema d’istruzione imputabile alle prepotenze corporative dei professori universitari e dei sindacati degli insegnanti. Però, riconosce Galli della Loggia, la classe politica di ciò dovrebbe pur preoccuparsi e occuparsi ma non lo fa!
Il “Gruppo di Firenze” riprende l’argomento, nel suo blog con un articolo  di V.V. ma limitatamente all’esodo verso le scuole private di qualità (a prescindere dalla loro nazionalità italiana o straniera), per profetizzare o paventare il declino irreversibile o l’americanizzazione della nostra scuola pubblica. Lo scritto di V.V. prosegue con considerazioni sulle cause e responsabilità della critica situazione della scuola e della sua possibile deriva. Stranamente però comincia subito con l’assoluzione preventiva e prioritaria della Gelmini. Punto. Le colpe sono di altri non certo sue! E ciò senza una parola (non una frase!)  per sostenere, motivare, spiegare questa affermazione categorica. Gelmini è al Miur da 30 mesi e non è stata inattiva. Possibile che le sue azioni siano del tutto innocue rispetto alla situazione della scuola? È  rimasto tutto come prima? Ma allora...?
Ecco subito dopo individuati i colpevoli principali: sono i docenti che non possono essere “filtrati” prima di entrare a scuola e poi non possono “venirne cacciati per incapacità, neghittosità e, talvolta, comportamenti di inaudita gravità”! E questi docenti non filtrati, incapaci e inamovibili devono essere numerosissimi se hanno provocando tutti i danni suddetti! Per di più, i docenti (presumo quei pochi capaci) non si aggiornano regolarmente (!) “come conviene a chi è chiamato a far fronte a novità metodologiche e culturali legate al mondo giovanile …”. Forse dovrebbero farlo di loro iniziativa, all’insaputa del Miur e a loro spese? Chissà se il fatto di percepire “stipendi bassi e bassissimi”, magari in situazione di annosa precarietà e lontani da casa, può costituire una qualche attenuante almeno per alcuni di loro?
Esistono poi altre responsabilità, prosegue V.V., quali: a) i sindacati che non si mobilitano e non provvedono contro i docenti incapaci; b) la mancanza di una seria riflessione sul merito degli studenti; c) le occupazioni studentesche a volte stimolate da esponenti politici; d) il susseguirsi di assemblee sindacali e scioperi dei docenti, seppure con l’intento di opporsi ai drastici tagli …. . Esenti da colpe appaiono i presidi che perciò non vengono nemmeno citati.
Inutile commentare oltre. Domandiamoci invece e seriamente cosa ha fatto, mal fatto e non fatto il ministro, se il ministro stesso è all’altezza dell’incarico e della situazione, se la scuola può davvero migliorare riducendo le risorse finanziarie e umane, se è possibile recuperare qualità, serietà e serenità della scuola con provvedimenti bruschi, imposti d’autorità, senza partecipazione, coinvolgimento e informazione adeguata di chi poi li deve applicare e vivere come docenti, ata, presidi, studenti, genitori. Cioè i protagonisti veri e reali del sistema scuola.(da ScuolaOggi di Vincenzo Pascuzzi)

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