In un suo recente
editoriale sul Corriere della Sera Galli della Loggia esprime
preoccupazione per l’attenuarsi nelle élites italiane dell’interesse e
del legame verso l’identità collettiva nazionale. La prova di ciò va cercata nella crescita
delle iscrizioni dei loro (delle élites) figli non tanto alle scuole
private italiane quanto alle scuole private straniere (francesi,
tedesche, angloamericane). Il motivo è il decadimento del nostro
sistema d’istruzione imputabile alle prepotenze corporative dei
professori universitari e dei sindacati degli insegnanti. Però,
riconosce Galli della Loggia, la classe politica di ciò dovrebbe pur
preoccuparsi e occuparsi ma non lo fa!
Il “Gruppo di Firenze” riprende l’argomento, nel suo blog con un
articolo di V.V. ma limitatamente all’esodo verso le scuole
private di qualità (a prescindere dalla loro nazionalità italiana o
straniera), per profetizzare o paventare il declino irreversibile o
l’americanizzazione della nostra scuola pubblica. Lo scritto di V.V.
prosegue con considerazioni sulle cause e responsabilità della critica
situazione della scuola e della sua possibile deriva. Stranamente però
comincia subito con l’assoluzione preventiva e prioritaria della
Gelmini. Punto. Le colpe sono di altri non certo sue! E ciò senza una
parola (non una frase!) per sostenere, motivare, spiegare questa
affermazione categorica. Gelmini è al Miur da 30 mesi e non è stata
inattiva. Possibile che le sue azioni siano del tutto innocue rispetto
alla situazione della scuola? È rimasto tutto come prima? Ma
allora...?
Ecco subito dopo individuati i colpevoli principali: sono i docenti che
non possono essere “filtrati” prima di entrare a scuola e poi non
possono “venirne cacciati per incapacità, neghittosità e, talvolta,
comportamenti di inaudita gravità”! E questi docenti non filtrati,
incapaci e inamovibili devono essere numerosissimi se hanno provocando
tutti i danni suddetti! Per di più, i docenti (presumo quei pochi
capaci) non si aggiornano regolarmente (!) “come conviene a chi è
chiamato a far fronte a novità metodologiche e culturali legate al
mondo giovanile …”. Forse dovrebbero farlo di loro iniziativa,
all’insaputa del Miur e a loro spese? Chissà se il fatto di percepire
“stipendi bassi e bassissimi”, magari in situazione di annosa
precarietà e lontani da casa, può costituire una qualche attenuante
almeno per alcuni di loro?
Esistono poi altre responsabilità, prosegue V.V., quali: a) i sindacati
che non si mobilitano e non provvedono contro i docenti incapaci; b) la
mancanza di una seria riflessione sul merito degli studenti; c) le
occupazioni studentesche a volte stimolate da esponenti politici; d) il
susseguirsi di assemblee sindacali e scioperi dei docenti, seppure con
l’intento di opporsi ai drastici tagli …. . Esenti da colpe appaiono i
presidi che perciò non vengono nemmeno citati.
Inutile commentare oltre. Domandiamoci invece e seriamente cosa ha
fatto, mal fatto e non fatto il ministro, se il ministro stesso è
all’altezza dell’incarico e della situazione, se la scuola può davvero
migliorare riducendo le risorse finanziarie e umane, se è possibile
recuperare qualità, serietà e serenità della scuola con provvedimenti
bruschi, imposti d’autorità, senza partecipazione, coinvolgimento e
informazione adeguata di chi poi li deve applicare e vivere come
docenti, ata, presidi, studenti, genitori. Cioè i protagonisti veri e
reali del sistema scuola.(da ScuolaOggi di Vincenzo Pascuzzi)
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