La maggioranza silenziosa, la qualità della scuola e la ministra Gelmini
Data: Venerdì, 01 ottobre 2010 ore 11:21:52 CEST
Argomento: Redazione


La scuola “di qualità non è la scuola della Gelmini o del governo Berlusconi, ma è la scuola della maggioranza silenziosa. Dobbiamo dare voce a quella maggioranza silenziosa che non ha tempo di scendere in piazza, che non la usa per fini politici. Per fare questo serve la capacità di puntare su poche ma indispensabili materie: conoscenza buona dell’italiano, più competenze scientifiche, così come le lingue straniere”. Questa una parte dell’intervento che la ministra dell’istruzione, Mariastella Gelmini, ha pronunciato al convegno del Pdl veneto nei giorni scorsi,  citando una categoria, quella della maggioranza silenziosa, composta dagli impiegati e dai dirigenti delle industrie che apparve improvvisa nei primi anni settanta dopo la stagione degli scioperi generali di sessantottina memoria. Un riferimento ambiguo trattandosi di scuola, perché non si capisce da chi possa essere formata quella maggioranza che non parla e che non ha tempo per scendere in piazza. Sarebbe composta forse dai docenti, i primi coinvolti nella catena produttiva della istruzione? Tuttavia quasi tutti sono con l’acqua alla gola, sia perché improvvisamente si stanno ritrovando con un numero di alunni spropositato in classe, sia perché le gran parte degli edifici dove lavorano, oltre a non essere a norma, è pure inadeguato, e sia perché sono pagati malissimo, i peggio salariati d’Europa. Non hanno fra l’altro avuto rinnovato il contratto di lavoro e gli scatti di anzianità, ogni sei anni, sono stati cassati. E se non possono essere loro, saranno allora le famiglie? E come può essere, se molte hanno scelto le scuole e l’indirizzo per i propri figli al buio, per mancanza di informazioni e di delucidazione? E come può essere ancora, se sono state costrette a pagare le ripetizioni private per i figli rimandati a settembre, perché sono venuti a mancare i fondi per i corsi di recupero organizzate dalle scuole?  A parte il fatto che tantissime di esse giornalmente, oltre a dare la colazione ai figli o la paghetta per la merendina, devono pure provvedere alla carte igienica, alla cancelleria e agli arredi (“Portatevi le sedie da casa” è stato l’appello di un preside ai genitori) per la scuola. Non parliamo poi delle istituzioni catanesi e siciliane, in particolare, dove perfino il tempo scuola (che è diverso dal tempo pieno che sta sparendo) è terribilmente diminuito, lasciando appunto molte mamme disperate. Sarà allora quella maggioranza silenziosa formata dagli studenti? E come può essere soddisfatta se per le contrazioni di orario ha dovuto cambiare quasi tutti i docenti? E può mai essere che sia soddisfatta perché è senza arredi? O perché non intravvede sbocchi professionali? O perché non ha spazi adeguati per fare didattica e perfino la ricreazione? Da chi dunque sia formata questa maggioranza silenziosa non è dato capire, perché all’appello mancherebbero a questo punto solo i funzionari degli Usp, ma a leggere un comunicato di un provveditore emiliano si scopre che il Miur viene accusato di lesinare fondi e personale per consentire al suo ufficio l’ordinaria amministrazione. Sarebbero allora i presidi la maggioranza silenziosa? Impossibile, perché oltre a essere una minoranza hanno gravi difficoltà di gestione, mentre all’appello mancano circa 3000 posti che Gelmini ha promesso di mettere a concorso, mentre tanti sono coloro che hanno due reggenze, cioè più scuole da dirigere.
Ma la ministra mette altra benzina sul fuoco: “Questa maggioranza silenziosa non usa a fini politici la scuola.” E quale fine politico inventerebbe la presunta minoranza rumorosa se non ci fossero di tutta evidenza 20mila precari che non avranno quest’anno il posto di lavoro? Quale oscuro fine escogiterebbe per criticare lei e il governo quando si individuano tagli indiscriminati e lineari di ore e di insegnamenti? Tranne che lei vorrebbe il plauso erga omnes, anche quando dice, sempre nella stessa convention,  che bisogna incrementare l’italiano, la lingua straniera e le competenze scientifiche. Se la maggioranza di chi fa scuola fosse stata presente sicuramente l’avrebbe fischiata (ma per lei sarebbe rimasta comunque una stretta e faziosa minoranza di facinorosi politici) perché ha ridotto le ore di italiano alla media, nei tecnici e nei professionali; ha tolto il docente di lingue alle elementari; ha cancellato l’insegnante di madre lingua nei tecnici a indirizzo linguistico; ha sbrindellato le classi di concorso cosicché i tecnici informatici devono competere coi i colleghi di matematica, mentre la competenza scientifica ha subito rilevanti menomazioni. Certo si è introdotto col riordino (la sua riforma epocale) l’insegnamento di una materia in lingua inglese: ma in quale anno e con quali modalità e con quali insegnanti potrà partire?
Non diamo giudizi di merito, ma una domanda ci ha sempre martellato l’intelligenza: ma tra tanti uomini e donne di cultura profonda e piena all’interno del Pdl, perché proprio un avvocato al Miur, senza neanche un titolo accademico, anche piccolo piccolo?
 (da I Vespri)

Pasquale Almirante
p.almirante@aetnanet.org






Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-236911.html