Milano, una madre denuncia: “A scuola porto in bagno mio figlio disabile”
Data: Venerdì, 01 ottobre 2010 ore 07:21:54 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Una lettera di una mamma, al direttore del Corriere della Sera, mostra in tutta la sua drammaticità l’inizio dell’anno scolastico per tutti i ragazzi diversamente abili.  
“Caro direttore, sono la mamma di un ragazzo disabile che frequenta la seconda superiore all’Itsos“, apre così la lettera-denuncia di una madre milanese sulle difficoltà incontrate dal proprio figlio disabile nel frequentare la scuola.
TUTTI IMPEGNATI - All’ “Albe Steiner” di Milano, se sei un ragazzo affetto da tetraparesi nessuno è disponibile a portarti in bagno, perché tutti, come spiega la signora, sono impegnati in altre mansioni ed e per questo motivo che la donna non può lasciare l’istituto. Voi lascereste a scuola vostro figlio, sapendo che non ha la possibilità di andare in bagno? RIMBORSI SIMBOLICI - “Come si è arrivati a questo punto? – chiede la donna – queste le risposte che ho ricevuto: il preside ha fatto domanda al Comune e al provveditorato dovcumentando tutte le spese sostenute l’anno scorso, ma il rimborso che ha ricevuto è stato poco più che simbolico. In provveditorato mi hanno detto che ‘i ragazzi crescendo devono diventare sempre più autonomi e che in ogni caso mancano le risorse’. Non mi resta, così mi hanno detto, che fare ricorso al Tar…Ringrazio per il consiglio, ma intanto?…“
I PALADINI DELLA FAMIGLIA - L’amara considerazione finale non lascia spazio per altro. Tutte le altre scuole interpellate le avevano risposto di non essere in grado di accogliere un ragazzo disabile e le consigliavano di rivolgersi altrove. L’Albe Steiner, pur non essendo, come istituto, in grado di sostenerne la sua presenza in una classe non l’ha fatto, sbagliando. Ma questo ragazzo ha o non ha il diritto, come tutti i suoi coetanei di ricevere un’istruzione senza essere marchiato dall’infamia della diversità? La famiglia di un disabile, oggi, è costretta a lasciare mansioni e lavoro perché non c’è nessuno che può prendersi cura di chi è affetto da tetraparesi e non può da solo compiere nemmeno le sue funzioni fisiologiche? E dove sono i paladini degli aiuti alle famiglie che si stracciano le vesti ad ogni elezione? Tutte domande, queste, che resteranno senza risposta, come probabilmente succederà anche alla mamma milanese. (da  http://www.giornalettismo.com)

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