Una lettera di una
mamma, al direttore del Corriere della Sera, mostra in tutta la sua
drammaticità l’inizio dell’anno scolastico per tutti i ragazzi
diversamente abili.
“Caro direttore, sono la mamma di un ragazzo disabile che frequenta la
seconda superiore all’Itsos“, apre così la lettera-denuncia di una
madre milanese sulle difficoltà incontrate dal proprio figlio disabile
nel frequentare la scuola.
TUTTI IMPEGNATI - All’ “Albe Steiner” di Milano, se sei un ragazzo
affetto da tetraparesi nessuno è disponibile a portarti in bagno,
perché tutti, come spiega la signora, sono impegnati in altre mansioni
ed e per questo motivo che la donna non può lasciare l’istituto. Voi
lascereste a scuola vostro figlio, sapendo che non ha la possibilità di
andare in bagno? RIMBORSI SIMBOLICI - “Come si è arrivati a questo
punto? – chiede la donna – queste le risposte che ho ricevuto: il
preside ha fatto domanda al Comune e al provveditorato dovcumentando
tutte le spese sostenute l’anno scorso, ma il rimborso che ha ricevuto
è stato poco più che simbolico. In provveditorato mi hanno detto che ‘i
ragazzi crescendo devono diventare sempre più autonomi e che in ogni
caso mancano le risorse’. Non mi resta, così mi hanno detto, che fare
ricorso al Tar…Ringrazio per il consiglio, ma intanto?…“
I PALADINI DELLA FAMIGLIA - L’amara considerazione finale non lascia
spazio per altro. Tutte le altre scuole interpellate le avevano
risposto di non essere in grado di accogliere un ragazzo disabile e le
consigliavano di rivolgersi altrove. L’Albe Steiner, pur non essendo,
come istituto, in grado di sostenerne la sua presenza in una
classe non l’ha fatto, sbagliando. Ma questo ragazzo ha o non ha
il diritto, come tutti i suoi coetanei di ricevere un’istruzione senza
essere marchiato dall’infamia della diversità? La famiglia di un
disabile, oggi, è costretta a lasciare mansioni e lavoro perché non c’è
nessuno che può prendersi cura di chi è affetto da tetraparesi e non
può da solo compiere nemmeno le sue funzioni fisiologiche? E dove sono
i paladini degli aiuti alle famiglie che si stracciano le vesti ad ogni
elezione? Tutte domande, queste, che resteranno senza risposta, come
probabilmente succederà anche alla mamma milanese. (da
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