In crescita i posti vacanti. Sacconi: riformare la scuola
Data: Domenica, 26 settembre 2010 ore 17:00:00 CEST
Argomento: Eventi


Sale l'offerta di posti di lavoro nelle imprese con almeno dieci dipendenti dell'industria e dei servizi privati, esclusi quelli sociali e personali. Secondo le rilevazioni Istat, nel secondo trimestre di quest'anno il tasso di posti vacanti sul totale dell'industria e dei servizi risulta pari allo 0,7%, lo 0,2% in più rispetto al secondo trimestre del 2009. I posti vacanti sono passati da 39mila a 55mila. Per "posti di lavoro vacanti" nell'interpretazione di Istat si intendono quei posti retribuiti che siano nuovi, liberi o in procinto di diventarlo, per i quali il datore di lavoro cerchi attivamente un candidato idoneo al di fuori dell'impresa e sia disposto a fare sforzi ulteriori per trovarlo.
Il dato appare sorprendente per più motivi: da un lato, è positivo che cresca l'offerta di posti di lavoro; dall'altro, è singolare che con un tasso di disoccupazione all'8,5%, e un giovane disoccupato su tre, i posti vacanti non vengano subito occupati. A meno che non ci sia un problema di mismatch, cioè un disallineamento tra skill domandate e offerte nel mercato del lavoro.
Secondo il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, l'indagine Istat sui posti vacanti nell'industria e nei servizi «conferma l'analoga indagine Excelsior che segnala un significativo disallineamento tra lavori cercati e non trovati dalle imprese e competenze disponibili nel mercato del lavoro». Per Sacconi questa anomalia è il risultato delle note carenze del sistema educativo e formativo.
Ciro Baldi, curatore della ricerca Istat, sostiene che «dalla rilevazione emerge chiaramente che nel secondo trimestre la domanda di lavoro è più elevata rispetto all'analogo periodo. E questo farebbe pensare a una ripresa economica. Non consigliamo invece di interpretare tutto in termini di mismatch, anche se è fisiologico registrarne una certa quota».
Tornando alle stime Istat del secondo trimestre, nell'industria il tasso di posti vacanti è pari allo 0,5%, superiore di 0,1 punti rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente; nei servizi si attesta allo 0,8%, in aumento di 0,2 punti sempre sul secondo trimestre del 2009.
In particolare, all'interno dell'industria, su base tendenziale, il tasso di posti vacanti è aumentato di 0,2% nelle attività manifatturiere e di 0,1% nelle costruzioni. Nel terziario, i maggiori aumenti rispetto al secondo trimestre del 2009, +0,4%, riguardano il commercio e riparazioni e gli altri servizi, che comprendono attività immobiliari, professionali, scientifiche e tecniche, noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese. All'opposto, una diminuzione tendenziale dello 0,2% si è registrata nei servizi di trasporto e magazzinaggio.
Poi Sacconi conclude: «Perfino nel Mezzogiorno vi sono professionalità che le imprese cercano ma non trovano o per carenze di mestieri o per indisponibilità degli italiani. Ciò significa che la prima politica del lavoro consiste proprio nella riforma della scuola e dell'università e nel cambiamento radicale delle politiche formative delle Regioni, troppo spesso fondate su formatori e non sui soggetti da formare».
Per Carlo Dell'Aringa, docente di economia politica all'Università Cattolica di Milano, «Sacconi fa bene a sottolineare le cose che non vanno bene. Del resto anche i dati Excelsior evidenziano che almeno il 20/25% delle assunzioni programmate sono di difficile reperimento. Di chi la colpa? Di un mercato del lavoro che non funziona come dovrebbe, di scuole professionali inadeguate, di lauree non appetibili e di scarsa capacità di indirizzo nei confronti dei giovani verso lauree con maggiori possibilità di occupazione». Secondo il docente un mercato del lavoro più flesibile agevolerebbe la ricerca di un'occupazione.
Dell'Aringa tuttavia preferisce non drammatizzare il dato sui posti vacanti. «Si tratta comunque di dati non particolarmente elevati e comunque accade sempre che accanto ai disoccupati ci siano posti vacanti. L'importante è che il dato non diventi patologico».
Si sfila dal banco degli imputati il rettore designato del Politecnico di Milano, Giovanni Azzone: «I nostri ingegneri – dice il rettore – entro un anno dalla laurea trovano un lavoro nel 95% dei casi. Credo si tratti di un record. E anche le facoltà di architettura e design hanno un tasso di occupazione, dopo un anno, compreso tra l'80 e il 90%. Nonostante questi numeri però non impedirei a un giovane di poter sognare: perchè impedirgli di scegliere una facoltà che piace anche se risulta a scarsa occupabilità».
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