Il più grande licenziamento in massa mai fatto
Data: Domenica, 19 settembre 2010 ore 18:17:25 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Manifestazione 18 settembre 2010 PalermoPalermo. Nel giorno della manifestazione regionale contro i tagli alla scuola indetta dalla Cgil, secondo cui «lo Stato ha operato il più grande licenziamento di massa mai fatto», nessun rappresentante del ministero della Pubblica istruzione è intervenuto al vertice organizzato al Miur Sicilia, a Palermo in via Praga.
C'erano invece il direttore dell'Ufficio scolastico regionale, Guido Di Stefano, il provveditore di Palermo, Rosario Leone, l'assessore regionale all'Istruzione, Mario Centorrino, i sindacalisti della Flc, una delegazione dei precari e alcuni parlamentari del Pd. L'assenza è stata fortemente stigmatizzata dai sindacati e dai precari, che per tutta la mattinata hanno dato vita ad un sit-in, con annesso mini-corteo.
Più di 3mila, secondo la Cgil, i partecipanti alla manifestazione: docenti e amministrativi giunti da tutta la Sicilia, ognuno col loro carico di storie. Vite da precari, come quella di Grazia Casella, palermitana di 42 anni che insegna nella scuola primaria, sesta in graduatoria, ma rimasta senza incarico. Nessuna speranza per lei di lavorare nel Palermitano, a causa dei 340 docenti di ruolo in sovrannumero nella scuola primaria.
«Sono stata chiamata a Milano - ha raccontato la docente - dove sono seconda nella graduatoria di coda, ma ho dovuto rifiutare l'incarico per esigenze familiari. Non posso lasciare da soli i miei genitori».
Storie che fanno il paio con i problemi delle scuole. In primis il sovraffollamento delle classi, come all'Ipia (Istituto professionale agrario) di Licata, in provincia di Agrigento, dove in una classe ci sono 44 alunni di cui 2 disabili.
Al momento, come ha riferito il dirigente dell'Ufficio scolastico regionale Guido Di Stefano, «il ministero ha autorizzato deroghe per ulteriori 100 posti di docenti e 108 di collaboratori scolastici».
Proprio quella dei bidelli, secondo Di Stefano, è la situazione più pesante perché «incide sulla sicurezza delle scuole». L'assessore regionale all'Istruzione, Mario Centorrino, dal canto suo ha recitato il mea culpa:
«Sicuramente la situazione della scuola - ha detto l'esponente della Giunta - è stata sottovalutata dal governo regionale. Siamo arrivati impreparati. Ci sono due strategie: nel breve periodo cercare di ridurre i tagli, nel lungo periodo lavorare affinché l'anno prossimo l'ulteriore quota di tagli sia evitata o trovi delle forme di contrasto. A questo punto mi augurerei che fosse applicato un federalismo scolastico.
Se il ministero ci desse risorse e competenze, saremmo pronti a fare partire una scuola siciliana.
Il governatore Lombardo sta facendo il possibile per attutire i tagli».

Parole confermate dal segretario della Cgil Sicilia, Mariella Maggio, che ieri durante la manifestazione è stata contattata al telefono da Lombardo: «Il governo ritiene doveroso aprire un tavolo di trattativa col ministero per chiedere al governo di rivedere i tagli della legge 133. Il governatore ha assicurato che la piattaforma della Cgil sarà la base di partenza per avviare la discussione di mercoledì all'Ars».

Daniele Ditta - La Sicilia del 19 settembre 2010





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