Palermo.
Nel giorno della manifestazione regionale contro i tagli alla scuola
indetta dalla Cgil, secondo cui «lo Stato ha
operato il più grande licenziamento di massa mai fatto», nessun
rappresentante del ministero della Pubblica istruzione è intervenuto al
vertice organizzato al Miur Sicilia, a Palermo in via Praga.
C'erano invece il direttore dell'Ufficio scolastico regionale, Guido Di
Stefano, il provveditore di Palermo, Rosario Leone, l'assessore
regionale all'Istruzione, Mario Centorrino, i sindacalisti della Flc,
una delegazione dei precari e alcuni parlamentari del Pd.
L'assenza è stata fortemente stigmatizzata dai sindacati e dai precari,
che per tutta la mattinata hanno dato vita ad un sit-in, con annesso
mini-corteo.
Più di 3mila, secondo la Cgil, i partecipanti alla manifestazione:
docenti e amministrativi giunti da tutta la Sicilia, ognuno col loro
carico di storie. Vite da precari, come quella di Grazia Casella,
palermitana di 42 anni che insegna nella scuola primaria, sesta in
graduatoria, ma rimasta senza incarico. Nessuna speranza per lei di
lavorare nel Palermitano, a causa dei 340 docenti di ruolo in
sovrannumero nella scuola primaria.
«Sono stata chiamata a Milano - ha raccontato la docente - dove sono
seconda nella graduatoria di coda, ma ho dovuto rifiutare l'incarico
per esigenze familiari. Non posso lasciare da soli i miei genitori».
Storie che fanno il paio con i problemi delle scuole. In primis il
sovraffollamento delle classi, come all'Ipia (Istituto professionale
agrario) di Licata, in provincia di Agrigento, dove in una classe ci
sono 44 alunni di cui 2 disabili.
Al momento, come ha riferito il dirigente dell'Ufficio scolastico
regionale Guido Di Stefano, «il ministero ha autorizzato deroghe per
ulteriori 100 posti di docenti e 108 di collaboratori scolastici».
Proprio quella dei bidelli, secondo Di Stefano, è la situazione più
pesante perché «incide sulla sicurezza delle scuole».
L'assessore regionale all'Istruzione, Mario Centorrino, dal canto suo
ha recitato il mea culpa:
«Sicuramente la situazione della scuola - ha detto l'esponente della
Giunta - è stata sottovalutata dal governo regionale. Siamo arrivati
impreparati. Ci sono due strategie: nel breve periodo cercare di
ridurre i tagli, nel lungo periodo lavorare affinché l'anno prossimo
l'ulteriore quota di tagli sia evitata o trovi delle forme di
contrasto. A questo punto mi augurerei che fosse applicato un
federalismo scolastico.
Se il ministero ci desse risorse e competenze, saremmo pronti a fare
partire una scuola siciliana.
Il governatore Lombardo sta facendo il possibile per attutire i tagli».
Parole confermate dal segretario della Cgil Sicilia, Mariella Maggio,
che ieri durante la manifestazione è stata contattata al telefono da
Lombardo: «Il governo
ritiene doveroso aprire un tavolo di trattativa col ministero per
chiedere al governo di rivedere i tagli della legge 133. Il governatore
ha assicurato che la piattaforma della Cgil sarà la base di partenza
per avviare la discussione di mercoledì all'Ars».
Daniele Ditta - La Sicilia del 19 settembre 2010