SEMPRE PIU' LE BULLE, GUIDA PER SAPERE CHI SONO
Data: Mercoledì, 08 settembre 2010 ore 08:40:55 CEST
Argomento: Sondaggi


Alla vigilia della riapertura delle scuole arriva l'identikit del bullo della classe, fenomeno in espansione soprattutto fra le ragazze. Chi sono, come riconoscerli e come agire sono le indicazioni che l'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, ha inserito in un focus all'interno del Portale della struttura.
Ecco una piccola guida per riconoscere e affrontare i bulli e le bulle, stilata dagli psicologi dell'Ospedale.

IL BULLISMO - Per bullismo si intende "il fenomeno delle prepotenze perpetrate da bambini e ragazzi nei confronti dei loro coetanei soprattutto in ambito scolastico". Il termine, estrapolato dall'inglese "bullying", letteralmente significa "intimorire". Negli ultimi anni sembra coinvolgere soprattutto bambini tra i 7 e i 10 anni e ragazzi tra i 14 e i 17 anni. Secondo il decimo "Rapporto Nazionale sulla Condizione dell'Infanzia e dell'Adolescenza", presentato nel dicembre 2009 sarebbero circa 2.500 i bambini e adolescenti "bulli" tra i 7 e gli 11 anni e tra i 12 e i 19. Inoltre, più di un quarto dei bambini ha subito più volte nell'ultimo anno offese immotivate (27,2%) o provocazioni e prese in giro (28,1%); mentre - sempre nell'ultimo anno - oltre un quarto dei bambini italiani e circa il 20% degli adolescenti afferma di essere stato vittima di vere e proprie azioni di bullismo.
BULLISMO ROSA - Il bullismo al femminile sembra essere sempre più in espansione: le ragazze agiscono attraverso un canale che spesso non coinvolge il corpo (anche se negli ultimi tempi questo non viene escluso, nella direzione di una sempre maggiore equiparazione con il maschile), ma "psicologico", colpisce quindi l'area emozionale, interiore, tocca i punti deboli ridicolizzandoli, deridendoli. Le ragazze a questa età, specie in adolescenza, appaiono più evolute e mature a livello emotivo e quindi più a conoscenza delle implicazioni psichiche e delle fragilità su cui si può far perno. Tali modalità sono meno visibili per il corpo docente e pertanto più subdole e meno facili da individuare.
I RITI - I ragazzi raccontano che spesso, nelle scuole, si deve passare attraverso un rito di iniziazione dove si deve sottostare alla legge del più forte (del gruppo più forte) per poter essere lasciati in pace, altrimenti, ribellandosi, si diviene vittima di soprusi. Alla base governa la paura, ma anche l'impossibilità di far ricorso all'adulto (e nelle scuole ce ne sono!) per denunciare il fatto e farsi aiutare.
L'OMERTA' E L'AIUTO DEGLI ADULTI - Negli ultimi tempi sembra essere in crisi anche la cooperazione nel mondo degli adulti - tra genitori ed insegnanti ad esempio - che spesso hanno difficoltà a trovare una possibilità di dialogo anche in "affari" scolastici di minore importanza.
L'INTERVENTO - Si tratta di non isolare gli artefici delle azioni, ma di riportarli all'interno del gruppo classe; di non permettere l'attacco al singolo e quindi al gruppo attraverso il bullismo, ma di favorire una possibilità di coinvolgimento e di reintegrazione nel gruppo stesso. Un lavoro difficile, complesso, che dovrebbe coinvolgere non solo la classe, ma tutta la scuola dove questi bambini/ragazzi sono inseriti (spesso il bullismo è trasversale: i più grandi vessano i più piccoli, aiutati dai compagni di questi ultimi).

(da http://www.ansa.it/legalita)
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