Le sei mosse per garantirsi il futuro (PREVIDENZA)
Data: Mercoledì, 21 luglio 2010 ore 05:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


calcolo delle pensioni contributive. E la manovra anti-crisi ha spostato in avanti l'apertura delle finestre. Un insieme di interventi che consentono di mettere in sicurezza i conti pubblici. Ma che si traducono per i lavoratori in due amare sorprese: si dovrà lavorare di più rispetto alle generazioni precedenti e si avrà una rendita molto meno consistente. Bisogna, quindi, correre ai ripari. Ecco un mix di strumenti che hanno un obiettivo comune: ridurre il divario, destinato a diventare sempre più ampio, fra pensione e ultima retribuzione. Le elaborazioni realizzate da Progetica, società di consulenza in educazione e pianificazione finanziaria, presentano il ventaglio dei possibili alleati che ci possono evitare di vivere a mezza pensione. La prima variabile è quella temporale. «Chi matura i requisiti di anzianità prima dei limiti di vecchiaia, 60 o 65 annni, dovrebbe valutare l'ipotesi di ritardare il pensionamento per avere un vitalizio maggiore -- spiega Sergio Sorgi, vice-presidente di Progetica --. L'incremento è spesso di un certo interesse».
Lavorare più a lungo Aderire fondi pensione Sfruttare i mercati
Riscattare la laurea Investire il TFR Sfruttare agevolazioni fiscali

Per chi è nel sistema contributivo o misto l'effetto complessivo è generalmente positivo: la maggior anzianità, che comporta l'applicazione di un coefficiente di calcolo più favorevole, compensa in tutto o in parte il possibile adeguamento triennale dei coefficienti stessi (ipotesi sfavorevole). Il discorso vale anche per la previdenza integrativa: conviene aderire da giovani e, se possibile, allungare la durata del piano di accumulo. Il tempo è un grande alleato, ma lo sono anche i mercati finanziari: se l'orizzonte temporale è sufficientemente lungo, una linea più rischiosa permette ragionevolmente di ottenere una pensione integrativa più ricca. Un'altra chance riguarda il riscatto degli anni di laurea: in genere conveniente perché, considerando la vita media, si incassa di pensione più di quanto si è speso. Il quarto è il Tfr: destinare la liquidazione alla previdenza integrativa è, per i dipendenti, l'unico modo per consentire un montante finale adeguato. Infine c'è il fisco: che, come mostrano le tabelle, dà una grossa mano attraverso la deducibilità sui contributi versati. «Le formule disponibili sono varie, ma complesse -- sottolinea Sorgi -- per questo bisogna stimolare gli operatori del settore a offrire ai lavoratori strumenti di valutazione che permettano loro di fare scelte consapevoli per il proprio futuro previdenziale».

Roberto E. Bagnoli
da www.il corrieredellasera.it







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