Scatti di anzianità al personale della scuola: vorremmo che fosse solo un refuso
Data: Mercoledì, 14 luglio 2010 ore 20:49:23 CEST
Argomento: Opinioni


Vorremmo che Salvo Intravaia su Repubblica, quando dice che gli scatti settennali di anzianità del personale della scuola verranno assorbiti dalla manovra finanziaria, si sbagliasse e che avessero ragione i sindacati Cisl-Uil-Gilda e Snals che fino all’ultimo hanno sostenuto il contrario, tanto che il ministro Tremonti ha elogiato ufficialmente Bonanni per il suo senso di responsabilità. Vorremmo che si sbagliasse, non solo per non massacrare più oltre soprattutto i lavoratori della scuola, ma anche per non assistere alla reazione delle sopracitate organizzazioni sindacali che, se si fossero sbagliati, a quel punto dovrebbero tirare le somme e scegliere con più determinazione e oculatezza gli interlocutori. Non è più possibile accettare i 4 miliardi di denaro per consentire  le 90mila auto blu, né le esorbitanti spese per gestire le Provincie regionali, né gli sprechi dei furbetti, né le evasioni, compreso lo scudo fiscale e la depenalizzazione delle frodi fiscali, e poi colpire in questo modo tanto brutale un diritto acquisto come gli scatti di anzianità. C’è troppa prepotenza contro i docenti e gli Ata, mai vista nella intera storia della unità nazionale. Ma oltre ai sindacati, che si spera riscoprano la vecchia unità di fronte a tanto sfacelo, i professori non possono più fare a meno di non vedere e non sentire; né possono più crogiolarsi in attesa che siano gli altri a partire. Sarebbe il caso dunque che si riesumassero le parole di Garibaldi: qui o si fa la scuola o si torna alle barricate.
Pasquale Almirante
 p.almirante@aetnanet.org


"Ma andiamo con ordine. I due commi che "massacrano", come dichiarano i Cobas, la scuola sono nell'articolo 8 (il comma 14) e nel successivo articolo 9 (il comma 23). Il primo spiega, in maniera piuttosto criptica, che "Fermo quanto previsto dall'articolo 9, le risorse di cui all'articolo 64, comma 9, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, sono comunque destinate, con le stesse modalità di cui al comma 9, secondo periodo, del citato articolo 64, al settore scolastico". Un modo per dire che il 30 per cento dei "risparmi" effettuati in tre anni nel comparto scuola, per effetto del taglio di 133 mila posti, che erano destinati a premiare il merito verranno destinati a coprire il miliardo di debiti che lo stato ha nei confronti delle scuole. E addio merito.

Il comma 23 dell'articolo 9 stabilisce semplicemente che "Per il personale docente, amministrativo, tecnico ed ausiliario (ATA) della scuola, gli anni 2010, 2011 e 2012 non sono utili ai fini della maturazione delle posizioni stipendiali e dei relativi incrementi economici previsti dalle disposizioni contrattuali vigenti". Fatti due conti, un milione di addetti alla scuola (insegnanti e non) vedranno bloccati gli scatti sessennali automatici, con una perdita che fino a fine carriera si aggira dai 29 ai 42 mila euro a persona. Ma non solo: pensioni e buonuscite saranno più leggere e i meno fortunati vedranno calare il potere d'acquisto del proprio salario del 20 per cento in appena 9 anni. In questo modo il governo conta di ricavare quasi 19 miliardi di euro. E anche il contratto, già scaduto nel 2009, non verrà rinnovato per un triennio. "
Salvo Intravaia



 






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