I fatti del Luglio '60 a Catania. Cgil: tre incontri per ricordare.
Data: Mercoledì, 16 giugno 2010 ore 14:38:26 CEST
Argomento: Eventi


I fatti del Luglio '60 a Catania
di Andrea Miccichè *
Nel mese di febbraio del 1960 il Paese era immerso in una grave crisi politica. La formula centrista non era più in grado di garantire stabilità e riforme necessarie in una fase di profonde trasformazioni economiche e sociali. Erano gli anni del boom economico, dell’emigrazione, delle nuove città che si espandevano con le loro periferie, erano gli anni dei nuovi media. Politicamente si cominciava a discutere della possibilità di aprire “a sinistra” ed era Fanfani il principale teorizzatore del centro sinistra. Ma i tempi non erano maturi, così quando il governo Segni rassegnò le dimissioni, il Presidente della Repubblica Gronchi si trovò a gestire una situazione di grave crisi politica. Venne incaricato Tambroni che ottenne la fiducia della Camera col voto decisivo del MSI. Iniziò una fase turbolenta della storia politica italiana. L’opposizione ad un governo appoggiato da una forza neofascista mobilitò i partiti di sinistra, i sindacati e diventò ancora più forte in seguito alla decisione del MSI di celebrare il proprio congresso a Genova, città che si era liberata da sola, con le sue forze partigiane, dalla presenza delle guarnigioni tedesche. Una città in cui il sentimento antifascista era forte e radicato, in particolare nei quartieri operai. Fu l’inizio di una fase di grave tensione politica in cui il paese parve sprofondare in una situazione di guerra civile strisciante. Tra il 30 giugno e l’8 luglio 1960 l’Italia fu investita da manifestazioni di piazza conto il governo. Una parte del Paese si mobilitò con l’idea di salvare la democrazia nel Paese, da Sud a Nord, subendo però la dura repressione delle forze dell’ordine. Genova  rimase paralizzata per quasi 48 ore fino alla decisione di rimandare il congresso del MSI. Ma la tensione non si smorzò. Altre manifestazioni vennero indette in altre città e stavolta la polizia non si limitò a controllare la folla. Le forze dell’ordine caricano i manifestanti che chiedevano lavoro a Licata il 5 luglio, uccidendo una persona. Il 6 luglio fu la volta di Roma. A porta San Paolo una manifestazione antifascista proclamata da partiti di sinistra venne sciolta con la violenza e i deputati presenti vennero picchiati ed arrestati. Il giorno seguente, la polizia sparò a Reggio Emilia uccidendo 5 persone. Venne indetto lo sciopero generale per l’8 luglio in tutta Italia. Il paese si fermò ma si registrarono altri scontri ed altre vittime: 3 a Palermo ed 1 a Catania. Proprio a Catania  venne ucciso un giovane edile, proveniente da Polizzi, recentemente immigrato a Catania. L’episodio tragico si svolse nel costruendo Corso Sicilia, quasi a simbolizzare la nuova città che nasceva e i nuovi catanesi che venivano caoticamente ad abitarla. Salvatore Novembre era un po’ il simbolo della nuova città e ne fu  purtroppo una vittima.
La tensione politica raggiunse il suo culmine, ed in una atmosfera di grave conflitto, di profonda spaccatura tra le diverse anime del Paese maturò la decisione di aprire una nuova fase politica che includesse una parte di quel mondo che era sceso in piazza. Il governo Tambroni rimase in carica poche settimane, dopodichè ebbero inizio le manovre di avvicinamento al centro-sinistra. Si rafforzò da allora l’opzione, divenuta inevitabile, dell’apertura ai socialisti.
Il luglio ’60 rimase invece per la sinistra italiana un momento di lotta popolare che unificò il paese da Nord a Sud, un «luogo della memoria» in cui confluirono istanze politiche e sociali eterogenee e che generò un linguaggio nuovo, costruito sul mito dell’antifascismo e della difesa della costituzione democratica.
Andrea Miccichè (Catania 1977) è assegnista di ricerca presso la Facoltà di Scienze politiche di Catania. Ha pubblicato
nel 2010 Euskadi socialista. Il PSOE e la Transizione alla  democrazia nei Paesi baschi (1976-1980), Rubbettino ed.
Il 23 giugno 2010, nei locali della CGIL di Catania , sarà presentato il suo ultimo libro


       

Ricordando l’estate 1960. Antifascismo, democrazia, lotte sociali.

E’ stata presentata la manifestazione che si svolgerà giovedì 17 giugno, presso il cortile della Camera del lavoro (via Crociferi, 40) dal Circolo “Città futura” del PRC per ricordare il grande movimento popolare che, nell’estate di cinquanta anni fa, impedì una svolta reazionaria nel paese, pagando un pesante tributo di sangue alla repressione ordinata dal governo Tambroni. Catania fu teatro di uno degli episodi più gravi, con l’uccisione del giovane lavoratore Salvatore Novembre e numerosi feriti.
“La riflessione sugli avvenimenti del 1960 è un’occasione preziosa per recuperare una pagina decisiva della storia dell’Italia e della nostra città. Sulla memoria si combatte una battaglia culturale decisiva per determinare il presente e il futuro”ha dichiarato Luca Cangemi, segretario regionale di rifondazione comunista presentando l’iniziativa, ”la connessione tra antifascismo, difesa della democrazia, lotte sociali rimane per noi una stella polare nella difficile realtà di oggi” ha concluso Cangemi.
La manifestazione, coordinata da Bartolo Lorefice inizierà con i saluti di Angelo Villari, segretario della CGIL catanese, la testimonianza di Nicola Musarra che fu ferito negli scontri del 1960 e che ha recentemente scritto un libro su quegli avvenimenti e con l’intervento di Luca Cangemi (PRC), Salvo La Rosa (PdCI), Federico Martino (Univ Messina), Manlio Di Mauro (SeL), Claudio Longhitano (ANPI). Conclude Claudio Grassi della segreteria nazionale del PRC.
A seguire un appuntamento musicale dal titolo “Compagno, cittadino, fratello, Partigiano... canti dell’Italia che lotta” con Francesco De Francisco, Gianni Famoso, Ciccio Giuffrida.
Per il Circolo “Città futura”
Alberto Rotondo
Tel.3406580171







Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-21707.html