Tacete: non disturbate il manovratore da Professione Insegnante.
Data: Domenica, 23 maggio 2010 ore 09:15:07 CEST
Argomento: Opinioni


Tacete: non disturbate il manovratore da Professione Insegnante.

Ecco la circolare riservata del direttore USR dell’Emilia Romagna. Credo che sia un atto gravissimo alle libertà fondamentali, raramente  visto dal dopoguerra in poi, posto in essere, è questo il dato sconcertante, da un alto funzionario dello Stato  e che  debba essere  ampiamente condannato dai docenti italiani; mi auguro che intervenga nel merito anche il Capo dello Stato, supremo garante della Costituzione Repubblicana, richiamando chi su quella costituzione ha giurato; purtroppo  fino a questo momento è rimasto in silenzio. Ci auguriamo che tutti i sindacati facciano unitariamente pressione per la rimozione del funzionario e  del Ministro Gelmini e soprattutto si costituiscano come parte civile contro il Direttore Regionale dell’Emila Romagna.

Tuttavia, nell’esprimere solidarietà a tutti i colleghi dell’Emilia Romagna, non posso che leggere il tentativo di deviare, ancora una volta, l’attenzione da quello che è il vero attacco agli insegnanti e alla scuola pubblica e al futuro del Paese, dovuto alla prima finanziaria di Tremonti  e alla manovra che ora si appresta a fare, anche questa volta, malgrado le rassicurazioni che sono state fatte per mezzo stampa, credo che la scuola pagherà  un pesante pedaggio. Per questo ormai è necessaria la mobilitazione permanente in tutte le scuole e nell’intero paese  che ci  deve vedere coinvolti tutti dai sindacati, alle associazioni, al personale della scuola, alle famiglie, alla società civile; ora siamo arrivati davvero a  uno stato di emergenza soprattutto per un esecutivo che, fin dal suo insediamento,  ha considerato  l’istruzione pubblica statale nel paese un costo e non una risorsa, e che ha tagliato risorse su risorse, chiamando questa  dismissione “Riforma” e che dei  tagli e delle conseguenze ha fatto poi  finta di non accorgersene, negandoli,  manipolandoli ed edulcorandoli, attraverso un’estesa campagna di  propaganda mediatica,  falsando  l’immagine di una realtà scolastica pubblica che sta piombando lentamente ma decisamente nel caos e individuando negli insegnanti il capro espiatorio chiamando comunisti o nostalgici del ’68 tutti quelli che criticamente hanno denunciato le conseguenze di questo scempio, attuato in un settore essenziale della società che progetta il futuro delle nuove generazioni.

Libero Tassella
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