L'importanza della storiografia nello studio della storia
Data: Giovedì, 20 maggio 2010 ore 06:00:00 CEST
Argomento: Opinioni


Uno degli insegnamenti meno accurati, in genere, nelle nostre scuole, è quello della storia. Ovviamente, non tanto per la quantità ma per la qualità, che è tuttavia un requisito fondamentale per non banalizzare un così importante insegnamento. Uno dei mezzi più deleteri è l'uso esclusivo del libro di testo; usare solo quello significa fare didascalia, non insegnare. La storia, infatti, non è il mero resoconto dei fatti accaduti, che si crede di tramandare fideisticamente, senza sviluppare soprattutto il senso critico che deve scaturire dall'analisi dei fatti. Il valore della storia è soprattutto di ordine logico e concettuale. I concetti non sono delineati ma spesso preconfezionati nei libri di testo, mortificandone la loro funzione euristica. La storia è sempre scritta dai vincitori , diceva W. Benjamin e con ciò significa non che essa venga falsificata ma piuttosto spogliata dalla sua particolarità fondamentale, capire la storia significa capire l'idea espressa in quel determinato momento da una serie combinata di fattori interagenti e, nel contempo, cosa significhi per noi, cosa c'è di suo in noi che ne siamo consapevolmente o meno gli eredi. Si dovrebbero sostituire gradualmente i libri di testo con la lettura della storiografia vera e propria. In realtà, anche nelle scuole superiori, le fonti storiografiche vengono usate pochissimo. Spiegare il capitolo o il paragrafo è un'azione didattica poco incisiva. Leggere, commentare, dedurre dalle fonti storiografiche, invece, è di ben altra natura. Naturalmente, questo riesce possibile in modo ottimale laddove il livello lessicale degli alunni sia medio-alto e in questo caso le stesse competenze degli alunni risulterebbero esaltate; all'opposto, laddove esistono forti carenze linguistiche, l'esito sarebbe piuttosto deludente. Studiare la storia attraverso la storiografia è un metodo che lascia una tale ricchezza di contenuti che altrimenti nella frammentazione di capitoli e paragrafi e nello studio pedissequo dei libri di testo, andrebbero perduti. La storia si dovrebbe studiare tenendo sempre presente un quadro sinottico e comparato di tutte le esperienze umane; nessun fatto è isolato e nel fatto singolo è contenuto e compreso un universo di significati, cause, idee e conoscenze. Per questo motivo, la tendenza della storiografia contemporanea, da Le Goff a Braudel , è quella di valorizzare gli aspetti della vita sociale, economica e anche di quella semplicemente quotidiana di una determinata epoca. Perchè è attraverso un'analisi del contesto sociale che si può seguire lo sviluppo di un'età;nel tessuto sociale risiedono le cause dei cambiamenti storici. Vale la pena di ribadire che non sono le nozioni che lasciano un'impronta indelebile nell'apprendimento ma le idee e soprattutto attraverso il significato che esse rivestono per noi. Ad esempio, non è tanto importante conoscere la sfilza dei nomi di tutti i faraoni d'Egitto, nozione, tra l'altro che si perde nel tempo, ma quanto piuttosto conoscere l'idea che contraddistingue la civiltà egizia: il senso della collettività, come esso si desuma dai fatti e quale ruolo e conseguenza ebbe nel mondo antico, anche in concomitanza con altre civiltà, e nella nostra. Non è importante che si tracci un percorso esclusivamente tematico, ma è importante saperlo collocare nel mondo, nel passato e nel presente, e che ciò avvenga come possesso di idee. l Le idee, poi, non sono statue scolpite nel marmo, ma sono soggette ad interpretazioni, da qui deriva l'importanza della storiografia. Questa è la differenza fondamentale che esiste tra informare alla storia e formare, invece, alla storia. Un altro punto essenziale riguarda i luoghi comuni. La storia è infarcita di luoghi comuni. Per esempio, il mito degli antichi romani come popolo belligerante ed amante della guerra è vero solo a metà. Gli antichi romani possedevano un' eccellente strategia militare abbinata a validi mezzi. La loro crescente conquista di sempre maggiori territori nasceva dalla concretizzazione di questi ultimi. Tuttavia, non amavano la guerra per la guerra, ma spesso adottavano un metodo difensivo piuttosto che offensivo. La loro filosofia si può condensare in poche parole: ti lascio vivere, ma se mi attacchi , ti distruggo. Se così non fosse stato non sarebbe potuto sorgere accanto alla strategia militare quel capolavoro di dottrina che è il diritto romano e che sta ancora oggi alla base del nostro diritto occidentale. I docenti di storia dovrebbero approfondire ogni tematica almeno con una decina di testi storiografici per ogni argomento. Solo un'ampia conoscenza storiografica può offrire una didattica più completa e meno permeabile a stereotipi. Raccontare sempre la "stessa storia" è il peggior servizio che si possa fare verso questa scienza e verso chi si avvicini ad essa.





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