Il destino dei docenti
Data: Domenica, 14 marzo 2010 ore 18:14:37 CET
Argomento: Rassegna stampa


Solo la Cgil-Flc allo sciopero della scuola del 12 scorso a cui si sono uniti i Cobas e tutte le associazioni dei precari: come si fa, hanno detto, a rimanere indifferenti?
E forse non hanno torto e forse anche i loro colleghi di ruolo arriveranno a questa conclusione quando la riduzione delle ore, a seguito della riforma, li raggiungerà.
Mancano infatti 8 miliardi di finanziamenti e di oltre 25 mila docenti e 15 mila Ata non si sa il destino.
Fra l’altro questo sciopero non è stato per il contratto, ma per una diversa impostazione della scuola nei confronti della quale la stessa ministra Gelmini non è tenera.
E anche l’on. Valentina Aprea mette ansia quando dice di dare ai genitori e agli alunni la facoltà di giudicare e valutare gli insegnanti: si potrebbe proporre la stessa cosa per l’imputato nei confronti del giudice? E non è la funzione docente per certi versi simile e altrettanto delicata?
Ma non finisce qui.
La maggior parte delle scuole è senza soldi, qualche preside si inventa lotterie, altri chiedono oboli ai genitori, altri aumentano le tasse, altri attendono tempi migliori.
Anche il coordinamento dei genitori democratici e il Cidi hanno aderito: contro il disegno di legge con cui si stabilisce che l’obbligo scolastico, terminata la terza media, possa essere assolto pure con il contratto di apprendistato.
Tuttavia il vero convitato di pietra di questo sciopero sembra sia stata la riforma della secondari superiore che, non essendo stata pubblicata in Gazzetta ufficiale, non è ancora legge ed è pure osteggiata apertamente da tanti collegi dei docenti che hanno votato perfino delibere ufficiali di rifiuto.
Troppe sono inoltre le questioni aperte: la ridefinizione delle nuove classi di concorso, quali materie saranno ridotte nel tecnici e nei professionali (dal secondo al quarto anno), quali e dove saranno dislocati i licei coreutici e musicali, come si provvederà per l’insegnamento ai portatori di andicap, dopo la sentenza della corte costituzionale, il numero di alunni per classe, gli abbandoni e le dispersioni.
Non c’è stata tuttavia partecipazione massiccia allo sciopero, forse per la disillusione dei docenti e forse pure per una sorta di complesso di colpa che impedisce loro di attuare una serrata generale dei loro saperi almeno per un giorno.
Certamente l’unità sindacale sarebbe auspicabile, come dice perfino il governo, ma almeno sui tanti problemi della scuola sarà possibile?

Pasquale Almirante
La Sicilia del 14 marzo 2010






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