Regione Umbria: La riforma delle scuole superiori e' ancora ''clandestina e confusa''.
Data: Martedě, 23 febbraio 2010 ore 08:42:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


Lo sostiene l'assessorato all'Istruzione della Regione Umbria, evidenziando che "la riforma e' stata maliziosamente differita fino allo scioglimento dei consigli regionali e a ridosso delle iscrizioni scolastiche, cosi' da impedire alle Regioni di svolgere il loro ruolo di pianificazione dell'offerta formativa sul territorio".

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Lo sostiene l'assessorato all'Istruzione della Regione Umbria, evidenziando che "la riforma e' stata maliziosamente differita fino allo scioglimento dei consigli regionali e a ridosso delle iscrizioni scolastiche, cosi' da impedire alle Regioni di svolgere il loro ruolo di pianificazione dell'offerta formativa sul territorio". Continua la Regione: "C'e' una campagna informativa che annuncia l'apertura delle iscrizioni tra pochi giorni e la chiusura nel mese successivo, ma sul sito del ministero mancano ancora i regolamenti approvati in consiglio dei ministri il 4 febbraio scorso, che sono invece leggibili solo in modo informale su alcuni siti specializzati".
 Gli uffici scolastici regionali, secondo l'assessorato umbro "passano alle scuole informazioni che non hanno alcun fondamento normativo, ne' la dignita' di una circolare". Per capire esattamente che cosa succedera' nei territori, continua la nota, "e' fondamentale sapere quali vecchi indirizzi si trasformeranno in nuovi a opera della riforma, mentre in questo contesto nessun atto regionale poteva distribuire sul territorio indirizzi di scuole che il ministero non aveva e non ha ancora definito ufficialmente". Sulle scuole e sui loro dirigenti e' stato cosi' scaricato dal ministero il compito di chiedere, nella confluenza tra vecchi e nuovi indirizzi, quali transizioni debbano avere le sperimentazioni che la riforma estingue. "Ciascuna scuola cerca di avere il massimo delle opportunita' per salvare posti di lavoro e prestigio", sostiene l'assessorato, "mentre gli uffici scolastici regionali si attribuiscono competenze proprie delle Regioni con la possibilita', che anche la Regione Umbria sta valutando, di vedere impugnati atti che sono lesivi delle competenze regionali. Anche le bozze dei regolamenti presenti in internet e forse corrispondenti al testo approvato mancano di chiarezza su nodi fondamentali ancora da sciogliere e su cui invece arrivano indicazioni tassative dei dirigenti seppure in assenza di una base legale". La Regione individua due modi per razionalizzare la distribuzione degli indirizzi: "Il primo consiste nell'operare quella pianificazione che solo la Regione puo' compiere concertandola con i territori; il secondo stabilire da Roma astratti criteri di confluenza, e constatare a valle quali scuole sopravvivano e quali no secondo una selezione darwiniana". Ma la scuola, concludono in assessorato, "non e' un 'temporary shop': non puo' aprire un anno e chiudere il seguente". (AGI)







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