ESAMI DI STATO. No ai punteggi per la «privacy». Polemica sulla formula relativa ai risultati raggiunti dai candidati
Data: Mercoledì, 09 luglio 2008 ore 09:24:08 CEST
Argomento: Rassegna stampa


La formula indicante nell’albo della scuola il risultato finale raggiunto dai candidati che hanno sostenuto le prove dell’esame dell’ex maturità ha subito negli anni diverse trasformazioni. Si iniziò con la dicitura «maturo» o «non maturo». Con la riforma degli esami di Stato, al termine dell’esame i candidati hanno letto sul tabellone affisso all’albo della scuola «diplomato» con il voto o «non diplomato» senza la votazione; successivamente, il «verdetto finale» subì un’ulteriore modifica, cioè «diplomato» o «non diplomato», però senza voto (l’attuale formula); solo il diplomato con l’eccellenza era noto a tutti.

Nel corso dell’esame altra modifica, disposta dall’attuale ministro della P.I, cioè per la tutela della privacy, le commissioni accanto al nominativo del candidato dovranno scrivere «esito negativo» o «positivo », tranne per coloro che supereranno l’esame con la lode. Quest’ultima formula non è stata giudicata positiva da quasi tutti i presidenti della commissione. Fra l’altro, gli alunni che sono stati presenti nelle interrogazioni annuali di tutti i componenti della classe, conoscono alla perfezione il grado di apprendimento e di maturità raggiunto da tutti i frequentanti, certo, un esame di 20-30 minuti non potrà far modificare i verdetti dei professori che hanno seguito e valutato i loro allievi.

A tal proposito, per il dirigente scolastico del liceo scientifico Boggio Lera, prof. Giovanni Torrisi, fra l’altro componente del nucleo dell’esame di Stato, nominato dal dirigente dell’ufficio scolastico provinciale, su indicazioni del direttore dell’ufficio scolastico regionale «la svolta recente indicante accanto il nominativo del candidato "esito positivo o negativo" scaturirebbe del tipo di valutazione degli alunni disabili. Per esempio - rileva Torrisi - a un candidato diversamente abile che ha seguito un percorso di studi differenziato, al termine dell’esame non si potrà scrivere sul tabellone "diplomato", che sarebbe illegale, ma solo ha conseguito l’attestato", che consentirà al giovane disabile il regolare l’inserimento nel mondo del lavoro, alla pari dei "diplomati", ma non potrà avere il titolo di "diplomato".

Certo - ha rilevato Torrisi - gli alunni, i loro genitori, considerati i precedenti, non si sono per nulla calati nella realtà dell’ultima decisione ministeriale, erano abituati a leggere il punteggio conclusivo dei diplomati, per cui scrivere sul tabellone esito positivo o negativo potrebbe suscitare delle perplessità. C’è da dire che i candidati o loro genitori subito dopo la pubblicazione delle valutazioni affolleranno le segreterie delle scuole per conoscere il punteggio realizzato; ovviamente, non potranno visionare, sempre per la privacy, i punteggi dei colleghi. A questo punto, potrebbero sorgere dei sospetti sull’operato delle commissioni.

Insomma, si sta davvero esagerando con la privacy». Anche il dirigente scolastico dell’istituto psico-pedagogico di Acireale prof. Alfio Mazzaglia, che dirige una commissione di esame di Stato a Caltagirone è del parere che bisognerà ritornare all’antico, cioè indicare il punteggio dei candidati che superano l’ex maturità. «E’ una esagerazione - rileva Mazzaglia - insistere sul concetto della privacy tenuto conto che gli alunni di una classe conoscono già i valori all’interno della classe stessa per cui la pubblicazione dei punteggi costituisce semplicemente una normale esposizione di situazioni pressoché consolidate. E poi - continua il dirigente scolastico - la pubblicazione dei voti non ha mai fatto male a nessuno, quindi quale preoccupazione potrà giustificare la mancata pubblicazione dei risultati?

Pertanto, sostengo che rendere noto i punteggi è un oggetto educativo, tra l’altro nella scuola non vi è nulla da nascondere, tutto deve essere fatto alla luce del sole. Ma, nel momento che il Ministro vuole così non ci resta che ubbidire». Per quanto concerne l’altro esame di Stato di licenza media, affrontato dagli alunni che hanno completato il primo ciclo. In molti casi gli alunni hanno potuto leggere accanto alla dicitura «licenziato» anche il giudizio sintetico attribuito dalla commissione, anche se sono in notevole crescita i casi di mancata pubblicazione dei giudizi nel rispetto di una privacy che rischia di vanificare totalmente il principio della trasparenza.

MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)







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