Una quindicina di alunni di corsi differenti, e quindi con
programmi differenti, stipati in un solo modulo, nel volgere
di 15 ore dovrebbero recuperare il debito di matematica
contratto con la scuola l’anno scorso: ma altrettanti sarebbero
di inglese, di italiano e così via. Non occorre grande
esperienza didattica per dire che è inopportuno, anzi
grottesco.
Come fa infatti un docente con sole 15 ore ad aiutare a
colmare le lacune di così tanti ragazzi eterogenei per programmi,
interessi e spesso pure età e formazione? Ma grottesco
è anche il fatto che ancora molte scuole non sanno
come pagare il docente del modulo e cioè con le fatidiche
50 euro l’ora, così come il ministro della Istruzione, Fioroni,
aveva annunciato oppure a metà prezzo, così come è
sempre avvenuto.
L’incertezza veleggia col vento in poppa mentre è certo
che molte scuole stanno raffazzonando moduli alla meglio
pur di dare ossequio formale al principio che gli alunni devono
recuperare il debito se vogliono frequentare la classe
successiva. E le operazioni si stanno avviando in tutta
fretta, prima cioè dello scadere del primo quadrimestre
quando altre ore di recupero si dovranno trovare per riprendere
coloro che presentano deficit significativi in
qualche disciplina onde evitare bocciature a giugno.
Ancora una volta l’aspetto superficiale prevale sulla sostanza
delle cose e l’approssimazione impera sopra la serietà
di cui favoleggia invece il ministero anche perché i
fondi sono insufficienti e le scuole devono arrangiarsi così
il modo più semplice è rendere il professore una sorta di
mastra di antica memoria a cui affidare ragazzi neghittosi
per tenerli a bada. Sicuramente il ministro potrà sempre
snocciolare numeri ufficiali e vantarsi di avere fatto grandi
cose ma agli effetti pratici non è mutato nulla rispetto a
prima. Anzi si ingarbuglia di più la cosa visto che entro agosto
degli eventuali rimandati di giugno si dovranno sciogliere
i nodi che poi vengono a coincidere sia con gli esami
di stato sia con le ferie di agosto.
Ma a settembre è pure d’uopo preparare gli organici di
diritto e quelli di fatto che vengono elaborati sulla base degli
iscritti: come fare allora se ancora ci sono in corso esami
di riparazione e quindi non si sa il numero esatto dei ragazzi
di ciascuna classe e di ciascun indirizzo? Ci si arrangerà
ancora una volta, sia chiamando e poi licenziando i
supplenti sia facendo a meno degli insegnanti fino a dicembre
inoltrato. Ma ciò che meraviglia è pure l’atteggiamento
di molte presidenze che non denunciano con la dovuta
forza tanta mistificante serietà, preferendo magari appuntarsi
la stella di sceriffo ma solo nei confronti dei docenti
che ormai per definizione sono fannulloni anche
quando usufruiscono delle vacanze.
E scoraggia ancora che non sappiano prendere posizione
denunciando ufficialmente l’impossibilità di attuare
corsi di recupero seri ed efficaci e riducendo il loro ben pagato
ruolo a beccare il solo grigiore quotidiano senza progettare
il futuro. E’ notizia fra l’altro di questi giorni che ci
sarebbe un nuovo inghippo nella nomina dei docenti di lettere
agli esami di stato. Afferma un docente: «Allo Scientifico
l’aver affidato l’Italiano anche ad un docente esterno
appartenente alla classe di concorso A050 potrebbe determinare
quello che è accaduto l’anno scorso al Classico: si
potrebbero avere due docenti uno esterno per Italiano e
uno interno per Latino, oppure potrebbe essere nominato
un docente di Italiano allo Scientifico sulla classe A050 che
non sa nulla di Latino».
Un’altra punta affiora di quel grandioso iceberg di incertezza
che è oggi la scuola dove neanche degli aumenti si ha
certezza.
PASQUALE ALMIRANTE (da www.lasicilia.it)