VITTORIA. ASSURDA PROTESTA DI ALCUNI GENITORI CONTRO 10 EXTRACOMUNITARI «Sono sporchi, via quei bambini dalla classe»
Data: Giovedì, 22 marzo 2007 ore 03:11:23 CET
Argomento: Rassegna stampa


VITTORIA. «Non dire che siamo stranieri, per piacere». Frequentano la seconda elementare del V Circolo «Traina» e non sono mai andate a scuola, non parlano italiano e sono romene. Sono gli ultimi tre arrivati in una classe che, unico caso in provincia, conta dieci stranieri (tunisini, marocchini, indiani, albanesi) e sette italiani. Occhi bassi e mani sul quaderno, il loro unico punto di riferimento è la maestra. Loro hanno capito che essere stranieri è sbagliato. Perché qui gli stranieri sono da evitare. Almeno per i genitori che stizziti hanno portato via i loro frugoletti armati di zaini, grembiuli e panini: «Questi bambini puzzano e qui, i nostri figli non possono imparare nulla. O cambiamo classe o cambiamo istituto». La risposta è scontata. «Non è giusto - sostengono i coraggiosi italiani rimasti - . Stanno cercando di trasformare la classe in un ghetto, ma noi restiamo». Un ghetto che la maestra accudisce con cura impartendo lezioni individuali perché a qualcuno serve imparare a scrivere mentre altri già scrivono, leggono e recitano le poesie. E’ sempre la maestra che fotocopia, a proprie spese, il libro che non possono comprare e tenta impossibili mediazioni per trovare un lavoro ai genitori in difficoltà. Aiutata dalle ragazze del Servizio civile, lava chi arriva sporco e compra il panino a chi, in caso contrario, andrebbe a rovistare nel cestino. «Mi manca solo un mediatore culturale - afferma la maestra soddisfatta dei suoi bimbi -, per il resto non m’importa. Non voglio che portino via i miei alunni. Quello che non è più tollerabile, però, è questa forma di razzismo che spinge l’intera scuola a trattare gli stranieri come appestati». I bambini hanno capito e si sentono responsabili della stupidità altrui. Sono loro a vergognarsi di essere stranieri. Loro che, sempre presenti, attenti e studiosi, vivono in quell’aula un’illusione di normalità. Il suono della campana li riporta in una realtà in cui, magari, non si ha di che mangiare né di che vestirsi. «A scuola - afferma la maestra - i bambini sono e devono essere tutti uguali. Non importa né da dove vengono né dove vanno. Non può esserci discriminazione. La scuola è di tutti».

FRANCA ANTOCI (da www.lasicilia.it)


"No alle classi ghetto per i bambini stranieri"

VITTORIA (RAGUSA) - No alle classi "ghetto" riservate ai bambini extracomunitari nella scuola elementare "Filippo Traina" a Vittoria nel Ragusano. Nelle seconde i bambini stranieri sono la maggioranza e alcuni di loro hanno 10 e 11 anni. Secondo la denuncia dell'insegnante Rosalba Busacca ciò non ha nulla a che fare con l'integrazione: "Questo è razzismo - afferma - perché questa situazione è dovuta al fatto che molte famiglie italiane non vogliono i loro figli in classe con figli di immigrati e hanno chiesto e, quel che è più grave, ottenuto che si formasse una classe ghetto". Nell'istituto in effetti due seconde classi sono formate esclusivamente da italiani, mentre la terza è a maggioranza straniera e a ogni nuovo arrivo di alunni immigrati, a poco a poco gli italiani hanno portato via i loro figli. L'insegnante, che sulla porta della classe ha affisso una locandina indicante il numero verde per le vittime del razzismo, accusa anche le altre maestre: "Quando i miei alunni escono in corridoio o in palestra, c'è il fuggi fuggi perché sono per prime le altre maestre a tenere le loro classi lontane dalla mia. Nessuno vuole gli stranieri, io sono orgogliosa di accoglierli, ma le discriminazioni non le accetto". La dirigente Angela Riolo, insediatasi a novembre, afferma: "Ho già trovato questa situazione, in ogni caso non credo sia razzismo, ma solo il timore dei genitori italiani che la presenza di stranieri possa rallentare l'attività didattica. Certo, se avessi potuto programmare a inizio anno sarebbe stato diverso".

(da www.lasicilia.it)







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