Se non l'ultimo è comunque un nuovo «capitolo» della lunga «vertenza cenere». E colpisce duro coloro che avevano usufruito dei benefici previsti dall'Ordinanza di Protezione civile, poi annullata dal decreto della Presidenza del Consiglio n.3442 del giugno 2005. A conferma, per chi l'avesse dimenticato, che il caso che mobilitò la città continua a far sentire i suoi effetti negativi anche a distanza di anni. Dopo la protesta degli agenti di polizia residenti nei 13 paesi individuati nell'ultimo decreto, che da qualche mese si sono visti decurtare gli stipendi di consistenti cifre, la Direzione dei Servizi del Tesoro di Catania, in applicazione a quanto disposto dal decreto della Presidenza del Consiglio emanato nel 2005 (sotto il governo Berlusconi) ha comunicato ufficialmente che «a decorrere della corrente rata di stipendio di marzo verrà iniziato il recupero dei contributi previdenziali ed assistenziali già rimborsati ai dipendenti statali, che risiedevano nei 13 comuni individuati con ordinanza della Protezione Civile n°3254/02. Tale recupero, che avverrà in 24 rate mensili dall'1/3/2007 al 28/2/2009 e che riguarda 2701 dipendenti statali, è stato disposto dal sistema Informativo ministero Economia e delle Finanze, in applicazione della circolare Inpdap n. 23 del 27/11/06 che ha fornito (in applicazione ordinanza presidente Consiglio n°3442 del 10/06/2005) specifiche indicazioni alle amministrazioni per la gestione della sospensione contributiva nei confronti degli statali che avevano goduto del rimborso».
In particolare l'Uffico del Tesoro ricorda che al contrario dei dipendenti del settore privato residenti o con sede di servizio (a prescindere della sede legale dell'azienda) in uno dei 13 comuni individuati nella citata ordinanza della Protezione Civile (Belpasso, Castiglione, Linguaglossa, Nicolosi, Ragalna, Acireale, Milo, Piedimonte, S. Venerina, Zafferana Etnea, Giarre, San'Alfio ed Acicatena), sono esclusi dal beneficio i dipendenti della pubblica amministrazione (compresi Enti Locali, Regioni, scuole ecc.).
«Pertanto - si legge nella nota del direttore dell'Ufficio del tesoro, Filippo Impallomeni - la stessa circolare ha previsto il recupero dei contributi già sospesi e rimborsati ai dipendenti pubblici per il periodo 29/10/2002-31/03/2004 con un piano di rientro della durata massima di 24 mesi», che era la modalità disposta nel decreto n. 3442/05.
Va ricordato che il decreto della presidenza del Consiglio che «tagliò» le gambe alle legittime aspettative e, in particolare, escluse totalmente Catania dai benefici fu emanato al termine di una lunga serie di altalenanti ed - a volta - contrastanti disposizioni ed interrogazioni parlamentari, e precisando che sono da ritenersi esclusi dalla sospensione dei contributi le amministrazioni pubbliche così come definite dall'art. 1, comma 2, del Decreto Legislativo n.165/00, come modificato dall'art. 1 della legge 145/02: «Per amministrazioni pubbliche - si legge ancora - si intendono tutte le amministrazioni dello Stato, ivi comprese gli istituti e scuole di ogni ordine e grado, le aziende ed amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo, le istituzioni universitarie...».
Il provvedimento ha già scatenato reazioni a catena. Colpisce in particolare dipendenti che hanno usufruito di contributi che vanno dai 4 mila ai 14 mila euro. Somme che adesso dovranno essere restituite in solo 24 mesi rispetto alle oltre 100 rate originarie. Tra l'altro tutto avviene anche se il Tar di Catania si è più volte pronunciato definendo illegittimo e annullandolo, proprio il decreto della presidenza del Consiglio del giugno 2005.
Giuseppe Bonaccorsi