Palermo. In Sicilia, unico caso in Italia, è di nuovo allarme evasione scolastica alle Elementari. Luci e ombre, invece, per quanto riguarda la dispersione globale (l'insieme di evasioni, abbandoni e bocciature) che misura l'insuccesso fra i banchi. Questo è quanto emerge dall'annuale relazione condotta dall'Usr, l'Ufficio scolastico regionale, presentata in un albergo del capoluogo.
A stupire gli addetti ai lavori in particolare l'inversione di tendenza relativa all'aumento dell'evasione fra i più piccoli. Si tratta di poche decine di bambini in tutta l'Isola che non hanno mai visto un'aula scolastica. Un fenomeno che si credeva
pressoché scomparso. Numeri piccolissimi, certo, che però spingono a una riflessione più attenta non solo docenti e presidi ma anche istituzioni e famiglie. Numeri che vedono in testa alla triste classifica in particolare i grandi centri urbani e all'interno delle aree metropolitane le periferie più degradate e povere. A fronte di un dato complessivo di evasione alle elementari pari allo 0,14 per cento, grandi sono le differenze fra una città e l'altra. La maglia nera spetta a Siracusa. La città aretusea fa registrare un tasso pari allo 0,50 per cento, il doppio rispetto all'anno scolastico 2004/2005. Segue Catania con lo 0,16, rispetto allo 0,13 dell'anno precedente e il capoluogo con lo 0,13, anche questo dato in lievissimo aumento.
Una situazione allarmante, come ha ribadito Guido Di Stefano, il direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale per la Sicilia, che ha spiegato: «Il lento ma progressivo aumento dell'evasione è un fenomeno che non si registra nei piccoli centri dove tutti, in un certo modo, controllano tutti. Discorso diverso per le grandi aree urbane. In questo caso la mancanza di attenzione degli enti locali e della società civile si è fatta sentire».
Complessivamente positivo il quadro che viene dipinto dall'Idg, l'indice di dispersione globale scolastica che prende in considerazione la percentuale di evasori, di chi abbandona gli studi e di chi non riesce ad essere promosso.
Un miglioramento che secondo l'assessore regionale alla Pubblica istruzione, Nicola Lenza, deve essere supportato in maniera adeguata, in particolare dal punto di vista legislativo. Fra un mese, infatti, dovrebbe sbarcare in commissione all'Ars il disegno di legge sul Diritto allo studio, il primo di questo tipo in Sicilia. «Inoltre - spiega Lenza- è necessario che l'intero mondo della scuola faccia sistema e si confronti in maniera sinergica. L'occasione è importante, visto che per la prima volta da anni, la Regione ha assicurato all'Istruzione più risorse, circa 30 milioni. Inoltre grazie al Pon, i cui bandi saranno resi pubblici a fine giugno, potremo contare su 300 milioni, molti dei quali da destinare proprio alla riduzione della dispersione».
I dati, del resto fanno bene sperare. L'Idg è calato rispetto all'anno scolastico alle elementari passando dallo 0,82 per cento allo 0,67 per cento dell'anno scolastico 2005/2006. Un netto miglioramento anche se la Sicilia si attesta su livelli doppi rispetto alla media nazionale. Leggero aumento, invece, per quanto riguarda le scuole medie dove l'Idg è passato dal 5,29 al 5,93. Un incremento determinato in primo luogo dall'alta percentuale di non ammessi che ha toccato su base regionale quota 4,91. A trascinare in alto il dato in particolare Palermo, con una percentuale di bocciati che sfiora il 7 per cento. Flessione dell'Idg, invece, nella secondaria di secondo grado, dove si è passati dal 15,76 per cento al 15,11 per cento, in linea con le altre regioni del Paese. In questo caso si registra un lieve aumento del debito formativo. In pratica il 31,84 per cento degli oltre 200 mila studenti delle superiori ha concluso l'anno scolastico con delle insufficienze.
Roberto Valguarnera
(da www.lasicilia.it)