Il Ministro Gentiloni firma il decreto per oscurare i siti pedopornografici
Data: Venerdì, 05 gennaio 2007 ore 15:00:46 CET
Argomento: Normativa Utile


dal sito de " Il Sole24Ore "
Il decreto di Gentiloni è stato definito dopo un'istruttoria durata alcuni mesi cui hanno partecipato anche la Polizia Postale e delle Comunicazioni e le stesse associazioni degli Internet Provider, ai quali spetterà l'onere di intervenire direttamente, oscurando i siti incriminati. Il provvedimento completa un percorso delineato quasi dieci anni fa, con la legge che risale all'agosto 1998 sulle nuove forme di riduzione in schiavitù successivamente integrata lo scorso anno da una nuova legge che ha previsto in particolare l'istituzione, da parte del Ministero degli Interni, di un Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia sulla rete Internet; il suo compito è quello di raccogliere tutte le segnalazioni, anche dagli organi di polizia stranieri, riguardanti siti che diffondono materiale concernente l'utilizzo sessuale dei minori avvalendosi della rete.
Nel decreto odierno si dispone in particolare che gli Internet Provider si dotino dei sistemi per oscurare i siti incriminati entro 60 giorni dalla pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale al livello minimo di «nome del dominio» ed entro 120 giorni dalla stessa data a livello di «indirizzo IP». Ogni 6 mesi si procederà poi al controllo dei risultati ottenuti, alla verifica delle tecnologie adottate e della loro congruenza con gli obiettivi della legge.
«Il decreto - ha affermato Gentiloni - rafforza la lotta contro i contenuti pedopornografici e lo sfruttamento dei minori attraverso Internet che è una straordinaria fonte di informazione ed un motore dell'innovazione. Per difendere la libertà contro ogni tentazione di censura preventiva e generalizzata, peraltro impraticabile - ha concluso il ministro sottolineando la sua soddisfazione per la collaborazione attiva degli Internet Provider - occorre colpire in modo certo ed efficace chi ne fa un uso criminoso contro i bambini».
Alla maggiore circolazione di materiale pornografico realizzato sfruttando i minori, l'ordinamento italiano ha reagito con il terzo comma dell'articolo 600/ter del Codice penale che prevede pene particolarmente severe proprio in correlazione alla distribuzione, divulgazione o pubblicizzazione, anche per via telematica, di materiale pornografico.
 







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