CATANIA
26-8-2002 L'inizio dell'anno scolastico s'annuncia rovente, soprattutto in
Sicilia, nonostante il rinvio al 30 settembre deciso dall'assessore Granata. O
forse proprio per questo. Infatti, il decreto dell'assessore di An - che
interessa una larga fetta della popolazione siciliana - ha creato non pochi
problemi alla Lady di Ferro della scuola italiana, il ministro Letizia Moratti,
già al centro di attacchi da parte dei sindacati e dei partiti dell'opposizione
e in difficoltà nel suo stesso governo.
Proprio martedì 20 agosto, parlando al Meeting di Cl a Rimini, la Moratti (a
corto di fondi per la sua riforma) aveva cercato di rassicurare tutti: la
sperimentazione sarebbe partita già a settembre e l'avvio dell'anno scolastico
sarebbe stato regolare, nonostante i già annunciati ricorsi. Né, il giorno dopo,
la Moratti s'era scomposta per la sentenza del Tar del Lazio che rimetteva in
discussione le graduatorie delle supplenze. Mentre sindacati e opposizione
gridavano al caos, il ministro diramava comunicati tranquillizzanti.
La decisione dell'assessore Granata sul rinvio al 30 settembre dell'inizio delle
lezioni in Sicilia è arrivata come una doccia scozzese per Viale Trastevere.
Soprattutto perché, nel motivare la sua scelta, Granata chiamava in causa
proprio le difficoltà provocate dalla sentenza del Tar del Lazio. Gli strali del
Ministero sono subito partiti contro l'assessore siciliano: su 6550 nomine, solo
50 potevano dirsi a rischio. Dunque nessuna emergenza. Ma la decisione era già
presa. Logico, quindi, che scendessero in campo gli uomini di Forza Italia in
Sicilia. Dapprima, in maniera diplomatica, il vicepresidente della Regione
Giuseppe Castiglione, che ha chiesto al collega di governo il ritiro del
decreto. Poi, il ministro jr Miccichè, plenipotenziario di Berlusconi
nell'Isola, che è andato giù pesante, evidenziando l'esistenza di un malessere
nei rapporti fra gli alleati del Polo in Sicilia. Per il ministro jr
dell'Economia: «O Granata capisce che è un assessore di una maggioranza o vada a
fare il sindaco altrove». E anche Cuffaro è richiamato all'ordine: «Sostituisca
chi non rispetta le regole».
Cosa dice Granata? Interpellato dal nostro giornale l'assessore replica: «Non mi
pare che Micciché sia il più adatto a parlare di scuola. Il suo è un attacco
politico e a questo risponderà il mio partito. Io preferisco non scendere in
polemica, anche perché tengo a ribadire che il mio decreto l'ho fatto passare
dalla Giunta e tutti erano d'accordo, Castiglione compreso. Poi se Castiglione
ha avuto qualche input da Micciché, come pare evidente, per dichiarare un'altra
cosa questo è un altro problema. Non faccio polemiche, ma il decreto resta
fermo, a meno che non me lo chieda il presidente Cuffaro».
E a fianco di Granata scende in campo Alleanza nazionale, con in testa il
ministro jr del Commercio estero Adolfo Urso, che giudica positiva «sia sul
piano culturale e sociale, sia sul piano produttivo» la scelta dell'assessore di
An.
Urso contro Micciché, Granata contro Castiglione: nel Polo sono in atto in
Sicilia processi di assestamento, con inevitabili turbolenze, che potrebbero
avere ripercussioni sul voto per la legge sul buono scuola (accettata a
malincuore da An). Ma, nel caso scuola, in gioco ci sono gli studenti, le
famiglie e migliaia di docenti. Sarebbe il caso, allora, che decisioni di tanto
interesse non rispondessero a ripicche di partito, quanto alla logica di una
effettiva utilità per gli utenti. Granata sostiene che «dopo il primo battage
pubblicitario degli otto-dieci presidi politicizzati, cominceranno le vere
posizioni della scuola che credo saranno molto favorevoli al mio provvedimento».
Staremo a vedere.
Giuseppe Di Fazio