L’art. 9 del Contratto della scuola infatti, prevede che le
risorse siano annualmente suddivise tra le Direzioni regionali a favore delle
“scuole delle aree a rischio” in “tempi utili per l’inizio dell’anno scolastico”
e che le singole scuole “con riferimento allo specifico contesto territoriale di
rischio, accedono ai fondi in questione”.
La contrattazione integrativa regionale
all’art. 2 stabilisce che l’individuazione delle aree a rischio va fatta a
livello provinciale su iniziativa dei dirigenti dei CSA coi “rappresentanti
degli Enti locali, del Ministero della Giustizia, del Ministero dell’Interno e
coi rappresentanti delle Organizzazioni sindacali” e che (art. 3) “le scuole
ricadenti nell’ambito territoriale riconosciuto come area a rischio possono
produrre entro il 15 settembre un articolato progetto per l’anno scolastico
2005/2006 ( e siamo arrivati come sempre a marzo senza ancora che la procedura
sia avviata) contenente interventi di contrasto alla dispersione e al disagio
scolastico e mirati al miglioramento del successo formativo attraverso la
trasformazione dei processi di insegnamento-apprendimento in senso qualitativo e
con la previsione di eventuali attività aggiuntive”.
Sino ad ora abbiamo solo notizie di stampa di quanto è
accaduto perchè l’amministrazione periferica non ha ritenuto di informare le
scuole autonome su quanto è successo.
L’esperienza infausta dell’anno scorso ci ha insegnato che
tutta la procedura è impaludata nelle secche dell’estenuante mediazione
istituzionale;
ma almeno questa volta, pare, a differenza dell’anno
scorso, che la voce dell’ASAS sia stata tenuta in considerazione.
Rassegna stampa
La Cgil ha
notificato al Csa un atto stragiudiziale contestando i criteri seguiti
Scuole a rischio, scelta
contestata
Catania 12.3.2006. La FLC Cgil scuola di Catania ha notificato al dirigente
del Csa un atto stragiudiziale avverso alle aree a rischio scelte
dall'osservatorio provinciale per la dispersione scolastica. Secondo il
sindacato durante la riunione si sarebbero commesse delle irregolarità
nell'individuazione delle aree a rischio. Il segretario provinciale della Cgil
scuola prof. Franco Tomasello rileva che nella suddetta rinione "mancava il
numero legale, risultavano presenti componenti assenti al momento del voto,
venivano arruolati come membri di diritto soggetti che non sapevano di essere
stati cooptati". Inoltre, secondo la Cgil "il CCR integrativo annuale per dare
attuazione alla fase deliberante prescritta dall'art.1 del medesimo CCR annuale
appositamente sottoscritto dalle parti prevede che il parere dell'osservatorio
non ha caratteri obbligatorio, né vincolante". L'atto stragiudiziale, come si è
detto, è rivolto al dirigente del Csa ed è finalizzato alla pronta convocazione
delle parti previste dal vigente CCR annuale per dare alla fase deliberante
prescritta dall'art.1 del CCR annuale in autonoma deliberazione rispetto al reso
parere dell'osservatorio. La convocazione dovrà avvenire entro 5 gioni dalla
recezione dell'atto pregiudiziale. Come abbiamo pubblicato, l'osservatorio
provinciale, nella seduta del 6 scorso, chiamato a pronunciarsi su una proposta
preparata dai docenti utilizzati dalla direzione regionale per monitorare sul
territorio i tassi di dispersione scolastica, di evasione, bocciature, ripetenza,
pluriripetenza, ha approvato a maggioranza (28 voti favorevoli su 39 presenti)
la proposta, che è stata approvata da Snals, Cisl, Uil , Gilda. Procedura non
condivisa dalla Cgil che è stata contraria alla individuazione di scuole a
rischio di tutti gli istituti superiori che, come rileva invece il dirigente del
Csa Zanoli, "accolgono alunni provenienti da diversa realtà sociale e quindi da
zone individuate a rischio; scuole che potranno presentare progetti". Come si
potrà notare polemiche su polemiche con le conseguenze che i danni dei ritardi
ricadono sugli alunni' difficili' provenienti dai quartieri a rischio che hanno
bisogno di validi progetti per un loro gratificante recupero. C'è da dire infine
che Zanoli ha già inviato alle scuole l'elenco delle aree a rischio, che
potranno presentare progetti entro il 20 marzo. Ovviamente, la diffida della
Cgil scuola potrebbe allungare i tempi, mentre l'anno scolastico tra vacanze e
tornate elettorali volge al termine.
MARIO CASTRO
Tardivi i fondi per
le aree a rischio
Andis. “
L’Osservatorio sulla dispersione non dovrebbe riunirsi a marzo, ma all’inizio
dell’anno “
Catania 10.3.2006. Anche quest'anno è polemica sulla scelta delle aree a
rischio.
Per il dirigente scolastico Agostino Arena, che presiede l'associazione
nazionale presidi della provincia di Catania, «è assurdo che solo a qualche mese
dal termine dell'anno scolastico si riunisca l'osservatorio sulla dispersione
scolastica per individuare le scuole che possono presentare i progetti
finalizzati alla gestione del disagio scolastico. Gli alunni difficili portano a
scuola tutto il disagio vissuto nel proprio mondo socio-familiare - sostiene
Arena - e quindi è indispensabile che i collegi dei docenti possano contare, sin
dall'inizio dell'anno scolastico, su risorse certe. Non certo alla fine
dell'anno. Nel mese di marzo - aggiunge Arena - quando già l'anno scolastico,
tra vacanze e ben due tornate elettorali, si avvia alla fine, non si sa ancora
quando si potranno attivare i progetti per prevenire l'insuccesso scolastico».
Arena propone di rinviare il finanziamento dei progetti nel mese di settembre e
spera che il problema del disagio scolastico non venga trattato con progetti
speciali, ma con attività che rientrino nella quotidianità della vita delle
scuole. Infine, secondo il presidente dell'Anp «i contrasti e le polemiche sorte
annualmente a proposito dell'individuazione delle aree a rischio sono uno dei
tanti sintomi che indicano che il sistema scuola va completamente rivisto».
Secondo il presidente nazionale dello Snadis, dottoressa Cristina Cascio,
catanese, e il segretario provinciale della Cgil Scuola Tomasello, «si rileva
l'incongruità di assegnare all'osservatorio provinciale per la dispersione
scolastica non il compito previsto dal Cir, cioè consulenza, bensì la
responsabilità di una individuazione di aree territoriali che è di competenza
del dirigente del Csa assieme a rappresentanze istituzionali e sindacali
appositamente specificate. La ratio della norma prevede la possibilità di
erogare specifici finanziamenti non a qualsiasi istituzione scolastica, ma solo
a quelle che operano all'interno di un territorio che presenta particolari
fattori di rischio e devianza. In tal senso - si rileva in una lettera aperta -
per quanto rispettabile, risulta priva di logica la decisione di individuare
quale aree a rischio tutti gli istituti tecnici e professionali della provincia,
in quanto al loro interno si trovano alti tassi di dispersioni e bocciature.
Questa individuazione infatti induce ad una giustificazione "semplicistica"
dell'insuccesso scolastico all'interno di tali tipi di istituto».
La Cisl Scuola «si è mossa nel pieno rispetto dell'accordo regionale sulle aree
a rischio, in piena sintonia con l'osservatorio provinciale per la dispersione
scolastica, con l'esclusivo obiettivo di fare presto e bene nell'interesse
primario degli alunni e del personale scolastico».
Bando alle polemiche per il segretario provinciale dell'Uil Scuola Sandro
Zammataro, che esprime soddisfazione per l'accordo raggiunto tra le
organizzazioni sindacali, Cisl, Uil, Snals e Gilda e tutti i componenti
dell'osservatorio che hanno operato nell'interesse di tutte le scuole della
provincia». Il dirigente del Csa Zanoli intanto ha già inviato ai capi di
istituto l'elenco di tutte le scuole individuate a rischio che dovranno
presentare i progetti entro il 20 marzo.
MARIO CASTRO
Nota
Riportiamo il contenuto dell’art. 9
ART. 9 - MISURE INCENTIVANTI PER PROGETTI RELATIVI ALLE
AREE A RISCHIO, A FORTE PROCESSO IMMIGRATORIO E CONTRO L'EMARGINAZIONE
SCOLASTICA
(artt. 11 e 47 del CCNL 1999)
1. Il MIUR, in tempi utili per l'inizio dell'anno
scolastico, suddivide annualmente tra le Direzioni scolastiche regionali le
risorse, già stanziate dal precedente CCNL e dal precedente CCNI, per le scuole
delle aree a rischio ed a forte processo immigratorio, utilizzando indicatori di
carattere sociale e di disagio economico e dandone informazione preventiva alle
OOSS.
2. Ogni direttore regionale stipulerà apposito contratto
integrativo regionale con le OO.SS. firmatarie del presente CCNL per indicare i
criteri di accesso delle scuole al fondo predetto, la durata dei progetti, gli
obiettivi di lotta all'emarginazione scolastica da conseguire e i sistemi di
rilevazione dei risultati da comunicare al MIUR e alle OO.SS, favorendo la
pluralità e la diffusione delle esperienze sul territorio.
3. Le scuole, con riferimento allo specifico contesto
territoriale di rischio, accedono ai fondi in questione anche consorziandosi in
rete, e comunque privilegiando la dimensione territoriale dell'area. A tal fine
saranno elaborati progetti finalizzati al recupero dell'insuccesso scolastico
anche con l'ampliamento dell'offerta formativa, che la Direzione generale
regionale finanzierà nell'ambito di quanto previsto dall'anzidetto contratto
integrativo regionale.
4. I compensi per il personale coinvolto nelle attività di
cui al presente articolo saranno definiti in sede di contrattazione d'istituto,
sulla base dei criteri generali assunti in sede di contrattazione regionale.