Martedì 29 novembre 2005 alle ore 11.00 inaugurazione della
mostra d’arte presso la galleria dell’ITIS
S. Cannizzaro di Catania di Via Palermo 282, alla presenza di autorità
cittadine. Ad inaugurare l’esposizione che sarà permanente, sarà il preside
Salvatore Indelicato e l’autore del progetto l’arch. Gaspare Mannoia, che
annovera al suo attivo importanti iniziative artistiche a Catania realizzate
alle Ciminiere di Catania con il patrocinio della Provincia Regionale di
Catania.
La presenza dell’ass. provinciale alla P.I. dott. Salvatore
Panebianco e di dirigenti scolastici della scuola Catanese significa
dell’importanza del progetto “I percorsi dell’Arte “, che è un progetto che propone
la conoscenza di grandi artisti dell’arte contemporanea proprio negli istituti
superiori dove non è prevista la disciplina “Storia dell’Arte”.
L’esperimento ha avuto il suo inizio presso l’I.t.i.
“Galileo Ferraris” di S.G.La
Punta che già ospita trenta opere a grandezza naturale di
Vassilij Kandinsky. Il secondo momento vede coinvolto l’I.t.i. “Stanislao
Cannizzaro” di Catania che mette in mostra trenta capolavori del grande Pablo
Picasso. L’esperimento è rivolto anche ad altri Istituti in modo che nei
prossimi anni possa avvenire la prima circuitazione delle opere che potrebbe
avere cadenza biennale. Nel giro di un corso di studi gli studenti potrebbero
venire a contatto con almeno tre grandi personaggi dell’arte moderna e
contemporanea.
La visione delle riproduzioni a grandezza naturale suscita
sempre una certa emozione ed è quello che a rigori si potrebbe chiamare “museo
virtuale” dove al posto degli originali il visitatore ha di fronte delle
riproduzioni fotografiche del tutto simili, anche nel supporto, agli
originali. Altro è il monitor di un
computer o la proiezione di diapositive.
Il progetto
La
trasmissione del sapere e del saper fare è il principale compito della scuola. L’insegnamento,
dalla formazione elementare aperta ad ogni esperienza didattica, restringe,
sempre più, il suo ventaglio di offerta formativa sino a settorializzarsi negli
ultimi anni degli istituti superiori. Questo vale soprattutto per gli istituti
tecnici dove, nonostante la presenza di una componente letteraria che tende ad
educare lo studente in campo umanistico, è giocoforza, anche per
predisposizioni naturali, che l’interesse primario degli studenti sia rivolto
verso le materie professionali. Progetti trasversali ed esperienze didattiche
pluridisciplinari tendono ad appianare gli ostacoli e ricondurre l’attenzione
verso la musica, la poesia e le arti figurative in quanto espressioni tangibili
dell’evoluzione del pensiero umano.
Scopi
L’impatto
visivo con le opere dei grandi artisti non può non innescare delle curiosità
nei giovani studenti ed anche se la storia dell’arte o della musica non è
materia curricolare, proprio per questo, l’interesse sarà di puro desiderio di
conoscenza.
Obiettivi
Quanto
visto attentamente o appena osservato o udito nell’età adolescenziale
accompagna l’individuo in tutta la sua
esistenza e se la proposta è orchestrata in modo tale da innescare meccanismi
di sana curiosità, allora l’esperienza diverrà motivo di riflessioni ed
approfondimenti futuri.
Svolgimento
Abbiamo
realizzato trenta pannelli a colori, con la riproduzione fedele di opere d’arte
(rispettando le dimensioni degli originali) entro cornice di protezione. Da
collocare lungo i percorsi comuni
all’interno dell’Istituto ed accompagnate da brevi didascalie descrittive
dell’opera. Proprio in quanto le arti sono intimamente legate al proprio tempo
si prevede di completare l’installazione con un sottofondo musicale.
PABLO
PICASSO,
che gli studenti del Cannizzaro impareranno a conoscere e
familiarizzare trovando le sue opere esposte lungo i corridoi e nei locali
comuni dell’istituto, è sicuramente il più famoso artista del XX secolo. Più
che le sue migliaia di opere d’arte è famosa la sua persona fisica è famoso il
nome PICASSO.
Lo sapeva bene lui stesso che di cognome si chiamava Ruiz,
ma Ruiz non si prestava ad essere memorizzato e la presenza di quella r
iniziale e della z lo faceva rabbrividire; il cognome della madre Picasso era
più sciolto, più mediterraneo, più solare: si fece chiamare da tutti Pablo
Picasso ed il più delle volte eliminando lo stesso nome: solo PICASSO.
Nei molti anni, attorno a Picasso si sono raccolte tante
testimonianze, interviste, aneddoti, motti, pensieri appena abbozzati. Sono
frasi semplici, di getto, ma ci danno uno spaccato del suo pensiero e della sua
arte. Eccone alcuni:
“A differenza che nella musica, in pittura non esistono
bambini prodigio. Ciò che si ritiene genialità precoce è la genialità
dell’infanzia, che scompare con gli anni. Può darsi che da un simile bambino
venga fuori un giorno un pittore, addirittura un grande pittore. Ma questi
dovrebbe cominciare dall’inizio. Per quanto mi riguarda, io non avevo questa
genialità. I miei primi disegni non avrebbero mai potuto venire esposti ad una
mostra di disegni di bambini; mi mancava l’imperizia del bambino, la sua
innocenza. A sette anni facevo disegni accademici, la cui precisione minuziosa
mi spaventava.”
“Se uno sa già esattamente che cosa vuol fare, perché poi lo
dovrebbe fare davvero? Dato che lo si conosce già, è del tutto privo di
interesse. E’ meglio, allora, fare qualcos’altro.”
“Lo dico con orgoglio, non ho mai considerato la pittura
come un’arte di puro intrattenimento e distrazione. Io volevo, tramite il disegno e il colore che erano le
mie armi, penetrare sempre più a fondo nella conoscenza degli uomini e del
mondo, affinché questa conoscenza ci rendesse ogni giorno più liberi.... Sì. Sono consapevole di avere lottato con la mia
pittura come un vero rivoluzionario...”
“Non sono un pessimista, non detesto l’arte perchè non
potrei vivere senza dedicarle tutto il mio tempo. L’amo come il mio unico scopo
di vita. Tutto ciò che faccio in relazione all’arte mi procura la gioia più
grande. Ma proprio per questo non capisco perchè tutto il mondo strapazzi
l’arte, pretenda di vederne le credenziali e dia libero corso alla propria
stoltaggine a proposito di questo tema. I musei non sono nient’altro che un
mucchio di bugie, e le persone che fanno commercio dell’arte sono per lo più degli
imbroglioni.”
“L’artista è come un ricettacolo in cui si raccolgono
impressioni che provengono da ogni parte: dal cielo, dalla terra, da un pezzo
di carta, da una figura che passa in fretta o da una ragnatela. Per questo non
dobbiamo fare alcuna differenza. Là dove si tratta di cose, non esistono
differenze di classi. Dobbiamo cercarci quello che va bene per il nostro
lavoro. Mi fa orrore copiare me stesso. Eppure, quando mi viene mostrata una
cartella con vecchi disegni, non ho nessuno scrupolo a trarne tutto ciò che mi
può servire.”
“A pensarci bene esistono assai pochi soggetti, ed essi
vengono continuamente ripetuti da tutti. Venere e Amore diventano la Vergine Maria col
bambino, e questo si trasforma a sua volta in madre con bambino, ma rimane sempre
lo stesso tema. Deve essere meraviglioso trovare un soggetto nuovo. Van Gogh,
per esempio. Una cosa così comune come le sue patate – o i suoi stivali! Questo
sì che era qualcosa di nuovo.”
“ Per me non esiste un passato o un futuro nell’arte. Se un’opera
d’arte non vive sempre nel presente, non è per nulla interessante. L’arte dei
Greci, degli Egiziani e dei grandi pittori che vissero in altre epoche non è
un’arte del passato; forse oggi è anzi più viva che mai. L’arte non si è
sviluppata da se stessa, bensì sono le dee degli uomini che cambiano e con esse
il loro modo di esprimersi.”
Fra tutte le cose – fame, miseria, incomprensione del
pubblico - quella di gran lunga peggiore
e la fama. Essa è davvero una punizione divina per l’artista. E’ triste, ma è
vero. Il successo è una cosa molto importante! Si è detto spesso che l’artista
deve lavorare per se stesso, per così dire ‘per amore dell’arte’ e disprezzare
il successo. Ma questo è sbagliato! Un artista ha bisogno del successo. E non
solo per vivere, ma soprattutto per poter creare la sua opera. Persino un
pittore ricco ha bisogno del successo. Soltanto poche persone capiscono
qualcosa di arte, e non a tutti è dato avere sensibilità per essa. La maggior
parte della gente giudica l’arte in base al successo. Perché allora lasciare il successo ai pittori di successo?
Ogni generazione ha i suoi. Ma dove sta scritto che il successo debba
appartenere soltanto a coloro che adulano il pubblico? Io ho voluto dimostrare
che a dispetto di tutto e di tutti si può avere successo senza scendere a
compromessi. Sapete una cosa? Il successo che ebbi da giovane pittore è stata
la mia difesa. Il periodo blu e quello rosa furono i paraventi dietro ai quali
io ero al sicuro...”
“Braque ha sempre detto che nella pittura conta solo
l’intenzione. E’ vero. Ciò che conta é quello che uno fa. Questa è la cosa
importante. In fondo quello è stato in primo luogo importante nel cubismo era
ciò che si voleva fare, l’intenzione che uno aveva. E questo non lo si può
dipingere.”
“...Probabilmente io sono un pittore privo di stile. Spesso
lo “stile” è qualcosa che vincola l’artista ad uno stesso modo di vedere, alla
stessa tecnica, le stesse formule anno dopo anno, qualche volta per tutta la
vita. Lo si riconosce subito, ma è sempre lo stesso vestito, è lo stesso taglio
d’abito. Tuttavia ci sono grandi pittori che hanno stile. Io invece mi agito
troppo, vagabondo troppo. Lei mi vede qui e io sono già cambiato, sono già da
un’altra parte. Io non sono mai vincolato e per questo non ho uno stile.”
“Mi si definisce uno che cerca. Io non cerco, io trovo...”
“Non viene mai il momento in cui puoi dire: ho lavorato
bene, e domani è domenica. Appena hai finito, ricominci di nuovo da capo. Puoi
mettere da parte un quadro e dire che non lo tocchi più; ma non puoi mai
scriverci sotto la parola FINE.”