PROFESSORI A CACCIA DEL PARENTE HANDICAPPATO
Data: Martedì, 10 maggio 2005 ore 06:05:00 CEST Argomento: Comunicati
Professori a caccia del parente handicappato
La legalità non la si può insegnare se prima non la si pratica. E chi dovrebbero essere gli educatori? Quei docenti che di questi tempi, mentre si parla di perdenti posto e di trasferimenti coatti anche a decine di chilometri da casa, vanno a caccia del parente disabile per fruire dei benefici di legge? Ma mi faccia il piacere sbotterebbe il principe della risata, Totò. E’ notorio infatti che il taglio degli organici dei docenti della scuola pubblica, avvertito principalmente negli istituti tecnici industriali e nei professionali, sta producendo da qualche anno a questa parte una corsa al ricorso dei benefici previsti dalla legge 5 febbraio 1992, n. 104, la legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale ed i diritti delle persone handicappate. Difatti tra le agevolazioni concesse da detta legge, al comma 5 dell'articolo 33 è previsto che il familiare lavoratore che assista con continuità un parente o un affine entro il terzo grado, handicappato, ha diritto a scegliere la sede di lavoro più vicina al proprio domicilio e non può essere trasferito in altra sede, senza il suo consenso. In questi giorni, in occasione della pubblicazione delle graduatorie interne per l’individuazione dei docenti soprannumerari, sta accadendo che professori in servizio da decenni, quasi al limite dell’età pensionabile, si vedono scavalcare da docenti entrati di ruolo di recente e, comunque, con minore anzianità per il solo fatto che questi ultimi sono di fatto inamovibili, e quindi non possono perdere posto, perché usufruiscono del beneficio di aver dichiarato di assistere un parente o un affine handicappato. La cosa strana, che desta non pochi sospetti e perplessità, è il dato che nella scuola la percentuale di personale che chiede questi benefici è decisamente superiore alla media nazionale. In una scuola superiore di Napoli - ma non sembra un caso sporadico - quest'anno, su un’ottantina di docenti che fanno parte dell'organico, più di venti si avvalgono della legge 104/92, in pratica un docente su quattro. Un dato che dovrebbe allertare le autorità preposte ai controlli, da effettuare sulla veridicità delle dichiarazioni sostitutive fatte, in base all'art. 11 del DPR 20 ottobre 1998 n. 403. D’altra parte, proprio a Napoli, eventuali abusi sull'utilizzo della legge 104 non ci meraviglierebbero più di tanto, anche dopo lo scandalo dei falsi invalidi e dei permessi clonati per la sosta delle auto per i diversamente abili. Più di recente gli organi d'informazione si sono occupati di "ciechi" alla guida di autoveicoli con tanto di patente o della truffa dell' ammontare di oltre 200 mila euro ai danni dell' Inps con 153 invalidi civili che percepivano illegittimamente l'indennità di accompagnamento. In genere, poi, coloro che realmente potrebbero usufruire dei benefici di legge manifestano un certo pudore nel richiederli. Pudore che per i truffatori scompare a fronte della possibilità di essere trasferiti in una sede disagiata. Cosa aspetta la Procura della Repubblica ad intervenire per fare chiarezza anche su questa emblematica vicenda?
di Gennaro Capodanno
Presidente Comitato Valori collinari Napoli
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