A SCUOLA SI IMPARA A VIVERE. Lezioni di vita
Data: Giovedì, 31 agosto 2023 ore 08:00:00 CEST Argomento: Redazione
E’
stato ben accolto da tutti il messaggio-invito del Ministro Valditara
che i
primi giorni di scuola vengano dedicati ad un’attenta riflessione sui
fatti
accaduti durante l’estate, al fine di promuovere una coscienza civica e
far
emergere il dovere e la cultura del rispetto della persona umana, e
della
parità di genere.
La
lezione non potrà esaurirsi nella cronaca dei fatti o lettura dei
commenti che
su giornali e pagine social sono stati diffusi ampiamente.
Per
essere lezione efficace, capace di stimolare e promuovere una modifica
del modo
di pensare la sessualità, il rapporto con l’altro, il ruolo della
donna, il
vero senso dell’amore, che non è possesso egoistico, ma dono di sé
all’altro, è
necessario leggere pagine significative di scrittori come Michel
Quoist, Elena Ferrante, Paolo
Giordano, Gianfranco Carofiglio,
Oriana Fallaci, Alessandro Baricco,
oppure la
lunga e commovente lettera del papà della
sedicenne di Roma, vittima dello “stupro di Capodanno”, nel 2020,
pubblicata da
La Tecnica della scuola.
Il
racconto dei fatti, la descrizione dei sentimenti della vittima e dei
genitori,
le conseguenze di un gesto così brutale da rendere il corpo di una
donna “contenitore
usa e getta di eiaculazioni animali”
, aiuterà certamente gli studenti a meglio comprendere il danno che si
provoca
quando “si agisce senza pensare” e quanto sia necessario “amare
col
cervello e pensare col cuore”.
Le
testimonianze dirette e le riflessioni dei ragazzi stessi, divisi in
gruppi di
studio, secondo la metodologia peer education, potranno avere
maggiore
efficacia e, ben guidate dai docenti, contribuiranno a far acquisire
maggiore
consapevolezza dei rischi che si possono correre e a maturare un
adeguato senso
di responsabilità.
Potranno
essere di valido supporto le domande che il prof. Nicolò Mannino,
presidente
del Parlamento della Legalità Internazionale ha formulato in una
lettera indirizzato
ai suoi studenti: Vorrei
rivolgere alcune domande agli stupratori, alle vittime e ai carnefici:
avete
mai pianto nel silenzio di una notte? Avete mai ricevuto una carezza,
un
abbraccio, un bacio dai vostri genitori? Hai mai sognato un futuro
migliore di
quello attuale? Siete mai stati amici di voi stessi o di qualcuno?
Avete mai
mostrato gesti di solidarietà e riconoscimento verso chi vi ha tenuto
la mano
in segno di soccorso?
Sono
questi gli interrogativi
che vorrei porre nel cuore di chi ha contribuito a frantumare una
dignità
spesso già precaria. Chiedo scusa ai tanti adolescenti e giovani
perbene che si
guadagnano il pane con il sudore della fronte e non accettano di essere
additati. Ai genitori del branco vorrei rivolgere solo uno sguardo,
senza
aprire bocca, pur sapendo che i silenzi non sono mai stati d’oro.
Tutti
questi interventi, con il
protagonismo attivo degli studenti, contribuiranno ad organizzare con
maggiore
sensibilità e coinvolgimento la settimana del 25 novembre, da celebrare
non “sulla
violenza contro le donne”, bensì “per lo sviluppo e la crescita della cultura
del rispetto e della dignità della persona umana”. aiutando
i ragazzi a capire che
essere educati e gentile, rispettare l’altro, essere solidali e attenti
agli
altri, non è un segno di debolezza, ma è un qualificato segno di forza
e di
maturità.
La
scuola non ha solo il compito di trasmettere
nozioni, regole, formule e contenuti culturali, la scuola, palestra di
vita,
insegna a vivere.
Giuseppe
Adernò
|
|