Avanti, adagio, quasi indietro”. LA SCUOLA sempre “PRECARIA
Data: Giovedì, 17 agosto 2023 ore 16:34:55 CEST Argomento: Redazione
L’aggettivo
“precario” accanto
alla voce scuola, fotografa
la
realtà della scuola italiana che,
nonostante le molteplici riforme e innovazioni, si presenta per il
nuovo
anno scolastico ancora
una volta sempre
più “precaria”, prevedendo 200.000
contratti a tempo determinato che lo Stato stipulerà
attraverso i Dirigenti scolastici, costretti addirittura
a ricorrere a giovani laureati che
si metteranno a disposizione con le MAD e saranno obbligati
a
convocare i precari delle GPS di
altre province.
Ancora
una volta si registra il divario tra Nord e Sud e molti docenti del
Meridione
non sono disponibili a trasferirsi al Nord con 1.200 euro di stipendio,
spesso
in ritardo, dovendo sopperire all’incremento dei costi della vita e
degli
affitti.
Anche l’elenco delle dirigenze, da assegnare
agli ultimi vincitori di concorso, prevede numerosi sedi vacanti in
Lombardia, Piemonte,
Veneto ed Emilia Romagna.
I
buoni propositi di “scuola di qualità”, di “scuola digitale 4.0”
stentano a
diventare concreti e realizzabili anche per la precarietà del servizio
dei
docenti, i quali non entrano nel vivo della progettualità didattica a
servizio
degli studenti.
La
svolta digitale, prevista fra l’altro dal Piano Nazionale di
Ripresa e Resilienza è prossima a beneficiare di somme rilevanti che
dovrebbero
servire per digitalizzare gli istituti e rivoluzionare la didattica,
acquistando strumenti tecnologici e nuovi laboratori, trasformando le
classi in
nuovi ambienti di apprendimento funzionali alle professioni digitali
del
futuro.
Dovrebbero
essere presto avviati dei “Piani di formazione” sia
da parte del Ministero e soprattutto da parte dalle aziende fornitrici
degli
strumenti digitali, ma: Chi saranno di
destinatari di tale formazione? Quale sarà la ricaduta sull’efficienza
didattica? Quanti docenti possiedono le competenze per allestire
laboratori per le nuove professioni
digitali?
A
questi interrogativi la risposta è incerta e densa di dubbi e
di perplessità, considerata la complessità del sistema scolastico e le
ataviche
carenze nelle procedure dei concorsi e delle nomine.
Nelle
scuole, che a settembre riprenderanno il cammino ordinario del nuovo
anno, con
l’ingresso di numerosi docenti precari ci si limiterà, forse,
ad un
regolare funzionamento, ad un’ordinata trasmissione di contenuti,
perdendo di
vista la centralità dell’ottica formativa e della crescita globale
dello
studente, persona, soggetto di diritti e di doveri che a scuola
comincia a
crescere anche come “cittadino” attivo e responsabile.
La
precarietà dei docenti costituisce il vuluns dell’efficienza
didattica e dell’efficacia degli apprendimenti, spesso frammentati e
discontinui nei metodi e nelle strategie.
A
poco è servito il Piano Triennale dell’Offerta Formativa, che
ogni anno subisce innovazioni e modifiche nell’attuazione dei progetti,
in
relazione alle risorse presenti nella Comunità scolastica.
Per
il nuovo anno scolastico che si avvicina, si
rinnova la formula adottata da Giorgio
Torelli (1976), da Roberto Sturlese
(2013) e da
Mario Giro (2023) come titolo dei
loro libri: “Avanti,
adagio, quasi indietro” quasi a
descrivere la fatica di migliorare e di crescere nel processo di
qualità.
Giuseppe Adernò
|
|