Don Lorenzo Milani: un “educatore appassionato”
Data: Giovedì, 20 aprile 2023 ore 16:10:57 CEST Argomento: Redazione
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La parabola di vita di don Lorenzo Milani,
il priore di Barbiana, è bella è complessa, affascinante e piena di
profezia.
Quest’anno,
per ricordare il centenario
della sua nascita (27 maggio 1923) si organizzano manifestazioni e
convegni
come quello del 18 aprile presso le Ciminiere di Catania sul tema: “Non
uno
di meno - La sfida educativa oggi”.
Promosso
dall’Ufficio diocesano per la
Pastorale scolastica, il convegno apre
il 18°Festival della Comunicazione” e si
è svolto presso l’auditorium del complesso fieristico “Le Ciminiere”
con la
partecipazione dall’Arcivescovo di Catania, Mons Luigi Renna, che nel messaggio d’inizio dell’anno
scolastico
indirizzato agli studenti e ai docenti ha formulato “Un sogno che
ogni
“Rosso Malpelo” possa incontrare un don Milani che sappia accoglierlo
ed
educarlo, per consentirgli di diventare un soggetto adulto e libero”. Nel
suo intervento ha centrato il tema dell’educazione nella società di
oggi nella
quale si sono persi i punti di riferimento di una volta che erano i
genitori e
lo stile di famiglia. Citando gli scritti di Don Milani
ha sollecitato lo stile educativo del
“lavorare insieme” e di essere “assetati
di Assoluto”.
L’universo
di internet e dei nuovi media ha
invaso il cielo della comunicazione ed il pervasivo relativismo ha
incrementato
l’egoistico comportamento del pensare solo a se stessi e ai propri
interessi.
La
presentazione di Don Milani educatore,
profeta e “uomo del futuro” è stata affidata ai relatori: Eraldo
Affinati,
Commendatore della Repubblica, Fondatore della scuola
Penny Wirton per l’insegnamento gratuito della
lingua italiana ai migranti, definita “La scuola del dono”; Rossella Viaconzi , docente di Lettere,
formatrice, tutor, vice preside
dell’Istituto
Comprensivo “Alda Merini” di
Milano , con il preside Angelo Rossi,
i quali riproponendo le esperienze vissute nel
contatto educativo con ragazzi extracomunitari hanno tratteggiato lo
stile e la
prassi educativa adottata da Don Milani e
realizzata nei diversi contesti, in risposta
ai bisogni dell’utenza , anche mediante specifici “patti educativi
territoriali
e di comunità”, contratti a costo zero per anziani e volontari.
Come si legge in “Lettera ad una professoressa”,(1962) al centro dell’azione educativa resta lo
studente che cresce che trasforma le informazioni in conoscenze
attraverso il
saper fare e diventa uomo libero
attraverso la cultura e l’apprendimento
efficace, frutto di un insegnamento essenziale e ricco di motivazioni,
di
significati e di senso.
Si
condanna la scuola quale “strano ospedale
che cura i sani e manda via gli ammalati” e si valorizza la
dimensione
della relazione educativa che anima la vocazione pedagogica, dello
sguardo
attento e profondo, segno di un vero “interesse” e di un sentito "I Care".
Sono
questi i pilastri che reggono
l’impalcatura del progetto capace di rispondere al dilagante fenomeno
della
dispersione scolastica che in Sicilia e a Catania ha raggiunto il 25%
Come
educatore ed insegnante
Don Milani ha praticato percorsi originali, talvolta, forse, troppo
avanzati e,
quindi, difficili da comprendere e da accogliere nell’immediato. La sua
educazione familiare, che proveniva da genitori non credenti e
anticlericali,
lo aveva abituato ad una dialettica intellettuale e ad una schiettezza
che
talvolta potevano sembrare troppo ruvide, quando non segnate dalla
ribellione
Nel
messaggio del 10 maggio 2014, alla scuola italiana, Papa Francesco ha detto
di Don Milani "La sua era
un'inquietudine spirituale alimentata dall'amore per Cristo,
per il Vangelo, per la Chiesa, per la società e per la scuola che
sognava
sempre più come 'un ospedale da campo ' per soccorrere i feriti, per
recuperare
gli emarginati e gli scartati.
Apprendere,
conoscere, sapere, parlare con franchezza per difendere i propri
diritti erano
verbi che don Lorenzo coniugava quotidianamente a partire dalla lettura
della
Parola di Dio e dalla celebrazione dei sacramenti, tanto che un
sacerdote che
lo conosceva molto bene diceva di lui che aveva fatto 'indigestione di
Cristo'".
Sono
emblematiche le
espressioni di don Milani: "Amo la scuola perché è sinonimo di
apertura
alla realtà. Almeno così dovrebbe essere! Ma non sempre riesce ad
esserlo, e
allora vuol dire che bisogna cambiare un po’ l’impostazione. Andare a
scuola
significa aprire la mente ed il cuore alla realtà, nella ricchezza dei
suoi
aspetti, delle sue dimensioni. E noi non abbiamo diritto ad aver paura
della
realtà! E questo è bellissimo! Nei primi anni si impara a 360 gradi,
poi piano
piano si approfondisce un indirizzo e infine ci si specializza. Ma se
uno ha
imparato ad imparare, questo gli rimane per sempre, rimane una persona
aperta
alla realtà!”
La
lezione di Don Milani che valorizza l’insegnamento come “dono” insegna
a parlare
ai cuori e alle menti dei
giovani, diventa guida e modello di intervento per affrontare e
vincere
la sfida educativa e come il Buon
Pastore, riconduce sulla retta via tante pecorelle smarrite.
Giuseppe
Adernò
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