LA SCUOLA COME LA VORREI. Il Ministro Valditara interroga i presidi
Data: Mercoledì, 09 novembre 2022 ore 14:48:36 CET Argomento: Redazione
Il Ministro Valditara tra i molti messaggi ricevuti ha
risposto con
sollecitudine alla lettera dell’associazione sindacale “Dirigentiscuola”
ed a stretto giro di posta. ha convocato al Ministero per l’8 novembre i Dirigenti scolastici per ascoltare le
criticità e le emergenze della scuola italiana.
Il
gesto di attenzione del Ministero è stato molto apprezzato
come “indice della volontà di instaurare un rapporto collaborativo
al fine
di mettere in atto azioni sinergiche nell’interesse del sistema
scolastico”.
Sono,
infatti, troppi i problemi incancreniti e troppe le
difficoltà legate alla gestione delle istituzioni scolastiche.
Occorrono
interventi radicali da attuare con determinazione e coraggio.
La
disponibilità all’ascolto degli operatori sul campo è
certamente da apprezzare e si auspica che la scuola possa voltar pagina
e,
operando una buona “messa a punto”, la ripartenza che si unisce
alla “Ripresa
e Resilienza” sarà più agevole.
Le
dichiarazioni programmatiche del Ministro Valditara sono
eloquenti: “Mi batterò perché quella del docente torni ad essere una
figura
autorevole, caratterizzata dal rispetto della degnità e del decoro”.
PROPOSTE,
SUGGERIMENTI, DESIDERI, IDEE
Il
Prof. Benedetto Torrisi, docente di Statistica Economica
all’Università
di Catania, ha promosso un dibattito tra gli operatori scolastici,
coinvolgendo
anche i Presidi in pensione, al fine di mettere a frutto una serie di
proposte
da indirizzare al Ministro che centrassero l’obiettivo della “scuola
che
vorrei”, partendo dalle esperienze degli ultimi 40 anni e avendo un
campo
temporale ed esperenziale di osservazione autorevole.
Si
è passati da una “scuola apparato” ad una “scuola servizio”,
ed
ora prevale una “scuola della burocrazia e degli adempimenti”,
facendo
venir meno il tempo da dedicare al processo educativo, dei giovani
studenti, privilegiando
i tempi del “completare il programma” al traguardo del vero
“successo formativo”.
Su
questi aspetti le percezioni sono forti e condivise e trovano sfogo su
una
maglia di ingranaggi che stiamo analizzando uno ad uno: rappresentanze
di
Dirigenti, Docenti, Personale Amministrativo, Collaboratori e Genitori.
In
linea generale emergono le prime considerazioni.
Alla
domanda “La scuola come la vorrei” alcuni operatori
della scuola hanno così risposto
IL
DOCENTE
Vorrei
un docente attento ai ragazzi,
sensibile ai loro bisogni, che si prende cura di tutti e di ciascuno
capace di
guidarli nel cammino della ricerca di nuove conoscenze per rinforzare
capacità
e abilità e consolidare specifiche competenze.
Vorrei
un docente preparato e umano, professionale e competente,
capace di instaurare una positiva relazione educativa con gli studenti
e con i
genitori. Un
docente capace di entusiasmare i giovani, di incuriosirli e renderli
assetati
di conoscenza
I CONCORSI dei docenti
Vorrei che i concorsi
per la
cattedra di insegnamento fossero non solo nozionistici, ma attenti
all’azione
didattica, a ciò che si insegna a scuola e alla pedagogia della
relazione
educativa.
È
auspicabile che l’anno di prova, dopo aver superato il
concorso, fosse adeguatamente guidato da tutor esperti e non si riduca
ad una
semplice formalità di adempimenti burocratici.
Ogni
tre anni sarebbe utile una verifica del portfolio delle
competenze del docente dal quale si possano evidenziare gli sviluppi
della
professionalità e della competenza didattica, anche mediante l’uso
delle tecnologie
e delle innovazioni metodologiche.
Le
procedure di selezione devono seguire un percorso non a quiz ma un
percorso
mirato alla valutazione del potenziale docente che ne provi: le
capacità di
saper organizzare e gestire una lezione capace
di entusiasmare e incuriosire, che sappia recuperare gli “ultimi”, e
applicare
metodi e procedure per i DSA (sempre più numerosi), che conosca gli
strumenti
per la scuola digitale e ne dimostri le capacità di utilizzo e le
capacità e
conoscenze pedagogiche.
Certamente
non è con i quiz che si possano valutare
simili attitudini!
I
DIRIGENTI
Vorrei
un Dirigente che ami la sua scuola, si
prenda cura e rivolga attenzione agli studenti, che la faccia crescere
di
numero di qualità per la ricchezza di progettualità e di positivi
traguardi
conseguiti dagli studenti eccellenti da potenziare e valorizzare.
Che
sappia dialogare con i docenti e i genitori, che ascolti i
loro bisogni e coordini le attività per rendere efficace l’azione
educativa e
didattica
Un
Dirigente capace di costruire uno stile di “Comunità
educativa”, animata di cooperazione e fattiva collaborazione tra tutto
il
Personale - docente e non docente - nella ricerca del miglior bene
degli studenti
e della qualità dei servizi scolastici finalizzati al bene comune. Serve
ribaltare il
paradigma da “Dirigente burocrate” a “Dirigente Preside Educatore”!
I
CONCORSI DEI DIRIGENTI
Vorrei
che la prova scritta del Concorso per Dirigenti
scolastici, senza la prova preselettiva, possa consentire al
candidato
di manifestare la propria idea di scuola e non soltanto formulare
risposte
sintetiche e circostanziate. Una seconda prova venga dedicata alla
soluzione di almeno
due casi
studio territorialmente contestualizzati così che il
candidato possa evidenziare le competenze organizzative e tecniche
connesse
all’esercizio della dirigenza.
Che
si aggiunga una prova psicoattitudinale mediante colloquio
con personale esperto e successiva valutazione delle competenze
relazionali,
sociali, empatiche e comunicative.
PERSONALE
ATA
“Siamo
considerati come l’ultima ruota
del carro, mentre il nostro servizio a scuola è importante, prezioso e
spesso
poco valorizzato”. Vorrei che venissero riconosciuti i gradi di
progressione di
carriera e che vengano stimolate e gratificate le competenze
informatiche e
tecnologiche.
Vorremmo
sentirci parte attiva nella
progettualità della scuola, condividendone i progetti e così poter
svolgere il
nostro compito con maggiore coinvolgimento, cooperando alla
realizzazione di
una scuola di qualità.
LA VALUTAZIONE
In
aggiunta alle prime considerazioni
raccolte, il Prof. Benedetto Torrisi evidenzia la necessità di
dare
maggiore attenzione alla valutazione come strumento di analisi di
governance di
tutte le parti attive all’interno dei plessi scolastici
Una
scuola che funzioni si distingue
sia per la dotazione del personale che per le risorse disponibili. I
processi
di valutazione devono servire a fornire al Dirigente strumenti di
analisi per
orientare le scelte e le azioni, oltre a creare quel clima di sana
competizione
che nutre l’identikit di una scuola al cospetto dei suoi fruitori:
Alunni e
Famiglie.
Sarà
per noi interessante interrogarci
con tutte le parti in causa così da raccogliere le istanze del nostro
contesto
territoriale, per orientare il Governo verso la Semplificazione, la
condivisione del Merito e verso la maggiore autorevolezza della Scuola.
Altre
risposte e proposte potranno essere inviate a: Benedetto Torrisi – benedetto.torrisi@unict.it
Giuseppe
Adernò
|
|