Ministero con due “M” Istruzione e Merito La scuola verso alti traguardi
Data: Domenica, 23 ottobre 2022 ore 16:00:00 CEST Argomento: Redazione
“Ministero
dell’Istruzione e del Merito“ è la
nuova
denominazione del Palazzo della Minerva a Viale Trastevere dove un
tempo si
chiamava “Ministero dell’Educazione Nazionale”, poi “Ministero della
Pubblica
Istruzione” e dopo la fusione con
l’Università
e la Ricerca da anni ha avuto la sigla “MIUR” e da alcuni anni
semplicemente “Ministero dell’Istruzione”.
Con
il governo presieduto da Giorgia Meloni, prima donna scelta come Capo del Governo
Italiano nella 19° legislatura il
Ministero dell’Istruzione, guidato dall’on.
Giuseppe Valditara, aggiunge una “M”, non per fedeltà alla
Meloni, o come afferma qualche
mal pensante come richiamo a
Mussolini, ma per evidenziare che l’istruzione è orientata alla
valorizzazione
del merito e dando concretezza alla
cultura della meritocrazia che incentiva e premia l’impegno,
la serietà, la responsabilità ed il
lavoro che dà positivi frutti e benefici sociali e culturali.
Il
neologismo meritocrazia , coniato dal sociologo britannico Michael Young nel
1958, con
valenza dispregiativa , in risposta alla
diseguaglianza economica e sociale. mette in evidenza il quoziente
intellettivo,
l’attitudine al lavoro e descrive
il sistema di
valori che premia l'eccellenza di un individuo indipendentemente dalla
sua
provenienza.
Il merito, infatti, si collega alla responsabilità
personale ed il
sistema meritocratico è più giusto e più
produttivo degli altri sistemi e tende a superare le discriminazioni
fondate su
criteri arbitrari.
In linea con l’art. 34 della Costituzione, che
riconosce ai “capaci e meritevoli , anche se privi di mezzi, il diritto di raggiungere i gradi più altri
degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di
studio,
assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere
attribuire per
concorso”, la nuova denominazione del Ministero esplicita ancor
meglio le
finalità e gli obiettivi del servizio scolastico nella direzione della
qualità
La
tradizionale
formula che caratterizzava il merito, m=QI+E
si completa non solo con l’Intelligenza e l’Energia, ma anche
con la Cultura
e l’Esperienza.
Oggi
con il
termine meritocrazia si fa riferimento alle competenze e Roger Abravanel
consulente del ministro dell'Istruzione
Gelmini, nel
volume “Meritocrazia.
Quattro proposte concrete per
valorizzare il talento e rendere il nostro paese più ricco e più giusto , (Garzanti 2008 ) ne ha
ribadito la necessità e l’urgenza per la
scuola italiana, puntando sulla valorizzazione dei talenti e delle competenze individuali,
efficace motore di sviluppo e di crescita sociale.
“Didattica
per competenze” è la formula che caratterizza il percorso formativo
della
scuola di oggi, in continuità e a completamento della “didattica per
obiettivi” che per definizione sono “la descrizione delle
competenze che
lo studente conseguirà al termine del percorso”.
Puntare
al
traguardo, mettere al centro gli studenti, valorizzare il merito,
l’impegno
raggiunto e le competenze acquisite, è
espressione di un’idea di scuola che non può
essere circoscritta secondo le categorie ideologiche o partitiche, ma
connota
la qualità dell’istruzione, traguardo che la scuola intende perseguire,
adoperando al meglio anche le nuove tecnologie e “le infrastrutture
culturali” della scuola dell’innovazione
come sono state definite dal direttore
generale dell’Ufficio scolastico regionale Giuseppe Pierro, i
prodotti
esposti alla pima Fiera Didacta in
Sicilia.
Scritta
e
incisa nella carta intestata del Ministero la “M” del Merito, entra a
pieno titolo
nell’idioma scolastico e coinvolge anche i docenti, i dirigenti e tutti
gli
operatori della scuola sollecitando il costante impegno ed essere sempre “Migliori” e
cooperare come “azionisti” nell’impresa educativa della scuola.
“La
meritocrazia è un problema di cultura" e
la competizione, la concorrenza nel servizio pubblico statale e
paritario è
spostata ora verso l'alto. Come ha scritto
Il prof. Riccardo Mercurio, dell’Università di Napoli, “La
meritocrazia nasce
se c'è la volontà di realizzarla”, e potrà costituire il segno della
rivoluzione, e del riscatto delle scuole del Mezzogiorno che non
riescono ancora
a valorizzare le eccellenze che fanno fortuna altrove.
Una
consolidata cultura della competizione e il raffronto fra le
risorse utilizzate e i risultati conseguiti costituiscono le fondamenta
dei
nuovi processi di valutazione basati sull'ottimizzazione del risultato
finale e
sulla chiarezza nelle scelte.
“Non
può più negare”, ha scritto in un
commento alla nomina del nuovo Ministro l’Associazione Ancodis, “che
il
lavoro nella e per la scuola deve
avere meritato riconoscimento contrattuale
incardinato in un nuovo sviluppo di carriera professionale”.
Siamo
sulla buona strada. ”Andiamo avanti noi
che cii crediamo… gli altri non so.”
Giuseppe Adernò
|
|