24_04_04
Con
questa
espressione Reginaldo Palermo firma un articolo su “La Tecnica della
scuola”
trasmettendo il senso di dolore per la perdita di un grande e vero “uomo
di scuola e servitore dello Stato
“.
Aveva appena compiuto 70 anni,
essendo nato il 19 aprile 1951 a Faenza ed è stato prima Maestro di
scuola
elementare, poi Direttore didattico e nel 1987 ispettore in Emilia
Romagna,
continuando il suo servizio alla scuola, anche dopo il pensionamento,
consapevole che “si va in pensione da un
ufficio e non da un amore”.
Si è occupato in particolare della
scuola dell’infanzia ed è stato uno degli estensori dei Nuovi
Orientamenti del 1991 ispiratori degli aspetti pedagogici che
caratterizzano le Linee pedagogiche del sistema 0-6 anni.
Il ministro
Patrizio Bianchi in un comunicato ufficiale ha sottolineato
che “tutta
la scuola italiana ha conosciuto la sua dedizione intelligente e
instancabile
all’educazione”.
“Il modo migliore per ricordarlo sarà continuare insieme il suo lavoro”.
L’ispettore
Raffaele Josa, “padrino del POF”, lo
ricorda con queste parole:
“Maestro
innamorato della pedagogia, o meglio dei bambini con il grande senso
civile di
un lavoro nobile e arduo era totale”.
Il segretario della Cisl Scuola, Maddalena Gissi lo
definisce “Una
persona
esemplare, che ha sempre unito alle doti d’intelligenza e competenza
anche
quelle di una grande affabilità. Brillante, puntuale, lungimirante.”
L’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna
commenta la morte di Cerini: "Persona
illuminata e illuminante, dopo un periodo di lotta coraggiosa vissuta
con
dignità e forza, ha subito il sopravvento della malattia, lasciandoci
esterrefatti e stupefatti per la mancanza, incolmabile dal punto di
vista umano
e professionale. Attivo da decenni sui temi della formazione, pensatore
fine,
saggista, scrittore, curatore di pubblicazioni che hanno accompagnato
stagioni
di riforme e d’innovazioni, ha saputo guidare le comunità professionali
scolastiche con passione e dedizione instancabile.
Come
ha scritto Luigi Rovelli su “Scuola Informa”, Cerini “amava dire che la riforma deve somigliare
ad una ballata popolare”, nella quale tutti partecipano e sono
coinvolti e
non solo a parole.
La Redazione di
AETNANET, si unisce al dolore della scuola per una tale perdita ed
auspica che le
intuizioni
pedagogiche di Giancarlo Cerini costituiscano una preziosa guida al
rinnovamento della scuola italiana dopo la pandemia.
Abbiamo ancora tanto da imparare.
Giuseppe
Adernò