Sono lunghi e interminabili i pomeriggi on-line per le
riunioni degli scrutini di fine quadrimestre nelle scuole primarie.
Le
Linee guida per la valutazione senza voti, ma con
giudizi, sono state lette, rilette, commentate e forse non da tutti ben
comprese. La preposizione “senza” non va
intesa in termine di privazione, bensì di formulazione alternativa,
coerente ai
principi della didattica per competenze che necessitano di essere
descritte in
maniera puntuale e coerente.
La
cultura della valutazione scolastica ha subìto negli anni diverse
modificazioni
e adattamenti, apportando criteri innovativi nella ”Scheda
di Valutazione” che un tempo si chiamava
“Pagella”, temine ancora in uso nel linguaggio ordinario e sono stati
modificati i livelli di valutazione che adesso sono formulati con le
seguenti
espressioni: “In via di acquisizione – livello
base – livello intermedio – livello
avanzato”.
Tale
innovazione stenta a modificare il criterio radicato del voto e
pertanto i
livelli proposti in alcune scuole sono stati, erroneamente, assimilati
ad una
comparazione livello-voto come appare da questa tabella
LIVELLO
1.
IN
VIA DI PRIMA ACQUISIZIONE
(INSUFFICIENTE)
|
LIVELLO 2.
LIVELLO BASE
6
|
LIVELLO 3.
LIVELLO INTERMEDIO
7/8
|
LIVELLO 4.
LIVELLO AVANZATO
9/10
|
Non è
così e non dovrebbe essere così e qui si innesta
il lungo e fatico lavoro di formazione e aggiornamento della didattica.
Seguendo
il detto del Gattopardo “Cambiare tutto per non cambiare
nulla”, si nota come nonostante le
parole cambino, rimane sempre l’ombra segreta di riferimento che è il
voto
numerico.
“Così
siamo
stati abituati, - Questo è quello che ci chiedono i genitori”
affermano alcuni docenti che stentano
a dare validità al processo di modifica della valutazione, che dovrebbe
descrivere
il processo e non quantificare il prodotto.
La
citazione letterale di Tomasi
di Lampedusa, richiama l’espressione pronunciata
da Tancredi nel Gattopardo: «Se
vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”.
Ed
ecco quel
che avviene quando le proposte innovative vengono deliberate con
ordinanze
ministeriali cambiando criteri e formule, mentre chi dovrebbe metterle
in
pratica, si limita a cambiare soltanto la forma e non la sostanza.
All’insegna di questo cambiamento innovativo,
che ripara gli errori del passato, Lucia
Azzolina passerà alla storia come la Ministra
che ha reintrodotto nella Scuola Primaria i giudizi descrittivi al
posto dei
voti e con un mandato di appena 13 mesi entrerà
nell’empireo dei Ministri riformatori della scuola italiana.
“La
formulazione della valutazione mediante i giudizi in sostituzione dei
voti cambi
effettivamente i criteri della valutazione?”
L’azione
didattica è orientata a
promuovere apprendimenti, capaci di generare una “modifica
dei comportamenti degli studenti nel modo di pensare, di
sentire e di agire”, al fine di tirar
fuori da ogni bambino i propri talenti e facendone emergere le
potenzialità
e “la loro parte migliore”, dando così valore a ciò che effettivamente
ciascuno
ha appreso e sa fare
Nell’articolazione
delle schede si nota
come da una parte figurano le indicazioni che si riferiscono alle
competenze
generali, ai criteri e agli obiettivi di apprendimento che rispondono
alla
programmazione generale delle classi nella sequenza di graduale
sviluppo e
crescita secondo le tassonomie e dall’altra in molte scuole si registra
il
livello raggiunto nel quadrimestre.
DIMENSIONE
DI COMPETENZA
Cosa
analizzo
|
OBIETTIVI
DI APPRENDIMENTO
|
LIVELLO
DI COMPETENZE
PRIMO
QUADRIMESTRE
|
LIVELLO
DI COMPETENZE SECONDO QUADRIMESTRE |
ASCOLTO E PARLATO
|
Ascoltare
e comprendere informazioni negli scambi comunicativi e nei testi. |
INTERMEDIO
|
|
LETTURA E COMPRENSIONE |
Leggere
ad alta voce brevi testi e comprenderli. |
BASE
|
|
SCRITTURA RIFLESSIONE LINGUISTICA |
Scrivere
didascalie e semplici frasi.
Utilizzare
le principali convenzioni ortografiche. Riconoscere e denominare alcune
parti del discorso. |
INTERMEDIO.
|
|
Accanto
all’elencazione delle competenze, obiettivi e
traguardi da conseguire si ritiene più utile, invece, che venga
indicato nelle
colonne del primo e del secondo quadrimestre ciò che i bambini hanno
effettivamente imparato, come hanno svolto le varie attività e quel che
riescono
a “saper fare”.
I
quattro livelli indicati dal Ministero: “In via di acquisizione – livello base – livello
intermedio – livello
avanzato” siano
considerati un criterio guida per i docenti da seguire per indicare la
tipologia e la diversità dei ritmi di apprendimento di ciascuno, in
riferimento
ai punti di partenza, ma forse non è necessario proporre le suddette
indicazioni nella scheda, che viene consegnata ai genitori, per evitare
che si
ritoni a “contare” quanti livelli “ avanzato”
l’alunno ha conquistato o quanti livelli “intermedi”
figurano nella scheda, come avveniva quando la valutazione era espressa
con le
formule:
“Ottimo, Distinto, Buono, Sufficiente, Non sufficiente” e
venivano calcolati dai ragazzi e dai genitori il numero
degli “ottimi” o “distinti” e in
seguito dei voti
riportati nei diversi ambiti.
Ecco,
quindi, una positiva proposta di formulazione di scheda da consegnare
alla
famiglia, dove si descrive il livello raggiunto riguardo all’obiettivo
di
apprendimento e nello specifico ambito. L’elenco
prosegue con le altre competenze e ambiti
disciplinari. Gli obiettivi descrivono,
infatti, le competenze che il bambino acquisirà
al termine del percorso; il livello di competenza nel
quadrimestre, invece,
registra ciò che il bambino ha effettivamente imparato e sa fare.
DIMENSIONE
DI COMPETENZA
Cosa
analizzo
|
OBIETTIVI
DI APPRENDIMENTO
|
LIVELLO
DI COMPETENZE
PRIMO
QUADRIMESTRE
|
LIVELLO
DI COMPETENZE SECONDO QUADRIMESTRE
|
ASCOLTO E PARLATO |
Ascoltare
e comprendere informazioni negli scambi comunicativi e nei testi. |
Ascolta
e interagisce in modo corretto. |
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LETTURA E COMPRENSIONE |
Leggere
ad alta voce brevi testi e comprenderli. |
Legge
in modo corretto e scorrevole, Comprende in modo funzionale.
|
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SCRITTURA RIFLESSIONE LINGUISTICA |
Scrivere
didascalie e semplici frasi.
Utilizzare
le principali convenzioni ortografiche. Riconoscere e denominare alcune
parti del discorso. |
Scrive
sotto dettatura e autonomamente in modo corretto.
|
|
Il
giudizio valutativo è finalizzato, infatti, a descrivere
il processo di apprendimento che viene mostrato indicando ciò
che il bambino effettivamente sa fare nello specifico
dell’ambito didattico: lettura, scrittura, storia, geografia,
matematica,
scienze, riguardo alle attività svolte in classe.
Tale
registrazione sollecita ad inizio d'anno
un'articolata progettazione ed una diligente programmazione delle unità
didattiche e di apprendimento, orientate allo sviluppo delle
competenze, che
non si possono quantificare con un numero, ma si possono descrivere
soltanto a
parole. Ecco da dove nasce l’esigenza dei giudizi descrittivi in
sostituzione
del voto numerico.
Nella
scuola Primaria, anche se si adopera il termine competenze,
i risultati conseguiti dagli alunni potranno essere qualificati come
“abilità”
che solo in seguito, ben esercitate, saranno qualificabili come
“competenze”. ”.
La
gradualità di sviluppo del processo di
apprendimento prevede, infatti, che, partendo dalle
potenzialità di cui ciascun bambino è portatore, con la saggia
guida dei docenti le potenzialità diventino capacità,
e crescendo poi negli anni ed esercitandole attraverso lo studio,
l’impegno e
l’esercizio le capacità diventeranno prima
abilità e poi competenze nella
logica del Profilo Educativo Culturale e Professionale (PECUP) verso
cui
tendono l’intera azione didattica e l’impegno di una scuola che “forma uomini e cittadini”.
Come
ha affermato Franco
Lorenzoni e come sostengono numerosi pedagogisti: “La
reintroduzione del voto è stata una sciagura perché ha riportato in
auge una pratica del tutto sbagliata e controproducente Quando si
studia per il
voto, la scuola non funziona, se si studia invece per il piacere e la
curiosità
di imparare si apprende molto di più”.
VERSO LE
COMPETENZE
Nella
scuola Primaria inizia il percorso di orientamento verso gli ambiti
disciplinari,
che nella scuola secondaria diventano “discipline” ed il cammino
formativo ai
avvia “attraverso l’acquisizione
sistematica e critica della cultura”, ma è proiettato a
“promuovere la formazione integrale della persona” che cresce
mettendo a frutto le personali potenzialità di ciascuno, acquisendo
capacità e
metodi per interiorizzare nuove conoscenze e imparare ad agire in
relazione a
quanto appreso, intrecciando così il sapere
al saper fare.
La
gradualità
della modifica dei comportamenti non può essere “misurata” e
“quantificata” con
un voto numerico, ma va descritta esplicitando il graduale sviluppo, di
crescita e di maturazione.
La
descrizione del grado o del livello di competenza va redatta mediante
la
formulazione di un giudizio che fotografa lo stato reale del processo
di
formazione dell’alunno e che, come un referto ecografico, segnala ed
analizza i
particolari aspetti di crescita e le eventuali direzioni d’intervento
per un
miglioramento efficace.
Com’è
stato scritto: “Assegnare voti nella
scuola Primaria significa voler misurare il cielo con il centimetro”.
Il
voto, espressione della “misura” di quantità, di “accertamento di un
prodotto”,
è stato considerato “un imbarazzante neo” della scuola delle competenze
che,
invece, privilegia il “processo”, anziché il “prodotto”.
Nella
prassi quotidiana la valutazione qualitativa e descrittiva spiega e
valorizza
l’evoluzione dell’apprendimento e l'impegno esercitato, tenendo conto
dei differenti
ritmi di crescita e dei diversi livelli di partenza.
La
valutazione scolastica ha la caratteristica, l’attributo e la qualità
di
essere: “formativa”, indirizzata cioè
non a “misurare“ ciò che il bambino sa, bensì a “descrivere” il
processo che lo
aiuta a “saper fare”, evidenziando
anche eventuali difficoltà e ostacoli. Tutti questi elementi non
possono essere
contenuti nel voto numerico.
La
valutazione formativa ha le caratteristiche di “orientamento,
guida, accompagnamento”, diventa espressione del “prendersi
cura “dell’alunno, del “saper rispondere ai bisogni di
ciascuno”.
La
migliore valutazione, alla scuola primaria è, appunto, quella che “sostiene la crescita dei bambini,
potenziandone i punti di forza e accogliendone i punti deboli,
attraverso un
percorso che consenta a ciascuno di progredire, indicando cosa fare
meglio e
non limitandosi ad evidenziare gli errori”.
FORMAZIONE
E DIALOGO CON I GENITORI
Uno
degli esercizi essenziali per dare significato e valore alla Scheda di
valutazione “senza voti” oltre alla puntuale azione formativa del
Personale
docente è l’indispensabile “accompagnamento” nei confronti dei
genitori, che
favorisca un reale e costruttivo “dialogo
educativo” convergente nella ricerca del “miglior bene”
del bambino.
Nell’incontro
“scuola famiglia”, dovrebbe poter scomparire la domanda dei genitori: “A quale voto corrisponde questo giudizio?”
oppure “Cosa vuol dire livello intermedio?
La
descrizione delle abilità esercitate nella direzione delle competenze
dovrebbe
apparire chiara e nitida dalle parole usate nella scheda per descrivere
il
graduale processo di crescita culturale, sociale, relazionale che
insieme
edificano il progetto di “uomo e
cittadino” e che l’azione didattica sviluppa attraverso le attività
d’insegnamento
curriculare.
I
docenti nel formulare il giudizio, usando parole
semplici e chiare, in coerenza all’effettiva didattica svolta,
analizzano e
descrivono il percorso didattico realizzato nel quadrimestre, i
contenuti
appresi, le abilità esercitate, i traguardi raggiunti e il livello di
competenza acquisito nei diversi ambiti disciplinari e che
“fotografano” il
singolo bambino, tracciando per ciascuno quasi un graduale “piano di
miglioramento” dei punti deboli.
Prende
così avvio il nuovo cammino di “pedagogia delle competenze”
che insegna a formulare giudizi per i
diversi ambiti disciplinari.
Nella
scheda è previsto lo spazio riservato al “giudizio globale”
per descrivere il
comportamento, l’educazione, il rispetto per gli altri: compagni e
adulti – e il
rispetto per le cose, Poiché tale comportamento, segno dell’educazione
impartita dalla famiglia, a volte non corrisponde adeguatamente al
rendimento
scolastico, nel giudizio globale, occorrerà evitare l’uso di formule
generiche,
o di espressioni standardizzate che non rispondono effettivamente ai “bisogni
di ciascuno”.
L’anno
scolastico segnato dalla pandemia e dalle difficoltà
organizzative dell’avvio delle lezioni in presenza nella
Scuola Primaria ha messo in ombra la questione della
valutazione con i giudizi e nelle attività
svolte in classe e nei compiti a casa si
è continuato ad usare le espressioni: “Bene,
Bravo, Bravissimo”, note di merito e d’incoraggiamento, oppure
faccine, stelline,
cuoricini o altri simboli.
In
questa fase di fine quadrimestre specie gli insegnanti nuovi, i
supplenti, gli “incaricati
Covid” si trovano in difficoltà In questa fase di fine quadrimestre
specie gli
insegnanti nuovi, i supplenti, gli “incaricati Covid” si trovano in
difficoltà
nella formulazione dei “giudizi” perciò ci sembra utile riproporre il
“metodo
valutativo” adottato dal maestro Alberto
Manzi sulle pagelle dei suoi non giovani allievi quando
scriveva:
“Fa quel che può, quel che non può non
fa”, dimostrandosi un attento professionista dell’educazione,
capace di “Saper guardare tutti ed osservare ciascuno”.
Giuseppe
Adernò