Settembre, andiamo. È tempo di migrare.
Ora in
terra d'Abruzzi i miei pastori lascian gli stazzi e vanno verso il mare”
I versi
dannunziani evocano una nuova forma di transumanza. Un cammino incerto
che,
invece di trovare il verde sereno della regolarità scolastica e il “sapor
d'acqua natia” di una cultura
attiva, dinamica, coinvolgente, registra un esponenziale
incremento dei contagi Covid-19, che ha acceso il
semaforo rosso ed ha elevato la preoccupazione per l’avvio
dell’anno
scolastico.
Un cielo ancora
grigio e nuvoloso copre con la sua coltre di incertezza l’inizio della
scuola,
fissato per il 14 settembre.
Scorrono i
giorni del calendario e accanto al giorno del primo settembre è
scritto: “Collegio docenti”
Ma ci si chiede: Dove si farà? A scuola o “a
distanza”’, Cosa si dovrà deliberare se tutto è incerto e insicuro?
Non è bello
vivere nel dubbio del “Se succede
qualcosa; Se il contagio diminuisce;
Se continuerà la didattica a distanza”. Non
è bello per i dirigenti sentire il peso
della responsabilità per eventuali casi di positività al virus,
essendo
collegato alla sicurezza degli
ambienti di lavoro ed il caso Covid
è equiparato ad in “incidente sul
lavoro”.
La profetica
sciagura che dopo la pandemia le cose
andranno diversamente si avvera e la scuola del “d. C” - che non
vuole dire com’è scritto sui libri di
storia: “dopo Cristo”, bensì “dopo Covid-19 - sarà diversa, non
più luogo di cultura, comunità
professionale che educa e forma le nuove generazioni.
Tutti gli
insegnamenti e i valori di socializzazione, amicizia, fraternità,
gruppo-classe,
comunità scolastica, appaiono infranti dalle rigide norme di
prevenzione di
contagio, distanziamento fisico, che alcuni vogliono anche "sociale”,
da
un’organizzazione delle aule scolastiche con banchi monoposto,
mascherine e
plexigass che fanno perdere il senso
della scuola, della classe unita, “gruppo
di lavoro” ora costretta, seppure per motivi di sicurezza sanitaria, ad
essere
divisa e frazionata e ad operare “ a
distanza” e in smart working.
Il messaggio
pedagogico di Lorenzo Bordonaro che nel volume: “Giù le cattedre. Guida
alla sopravvivenza nella
scuola di oggi e di domani” (Gaeditori-2019), ha descritto una
scuola nuova, quasi una “scuola sognata” , capace di rispondere
ai bisogni “di tutti e di ciascuno”, che impegna il docente a “saper
guardare tutti ed osservare ciascuno”,
non si realizza soltanto togliendo le cattedre, o i banchi doppi,
ma creando uno stile di
relazione educativa che “a distanza”
difficilmente si potrà realizzare.
ADDIO COMPAGNO DI BANCO
Quello che ha sempre caratterizzato l’amicizia
che nasce tra i banchi di scuola ed in particolare con il compagno di
banco,
entra nella letteratura dei racconti da libro “Cuore”.
I segreti, le confidenze, le complicità,
la condivisione dei compiti e a volte anche degli errori, lo scambio
dei libri
per alleggerire la cartella, le strategie per evadere l’interrogazione,
non
saranno né possibili, né realizzabili e
ciascuno rimane solo, isolato, smarrito e senza l’appoggio di uno
sguardo e di
una mano amica.
I banchi saranno singoli, hanno ipotizzato
anche quelli girevoli, il numero degli alunni per classe sarà ridotto,
con
tutti i problemi che tali proposte comportano in termini di locali, di
spazi,
di personale docente e ausiliario
Una volta si diceva che a scuola “non basta stare
accanto, bisogna stare
insieme” e quell’insieme
significava: condividere ideali e traguardi, camminare nella stessa
direzione tutto questo, oggi diventa difficile, ma può
aiutare adulti e ragazzi, a capire che ci si può sempre
aiutare reciprocamente, anche a dispetto del Covid .
Tutto ciò oggi è vietato, come sono limitate,
controllate, ridimensionate le feste, i compleanni, la
pizza del sabato
sera e mentre prima i giorni di scuola erano anche belli, ora sembrano
indirizzarsi verso un meccanico conteggio a scalare che fa trascorrere
velocemente le ore e i giorni.
Anche quest’anno sarà difficile poter
realizzare la “gita scolastica” o come si usa dire nel linguaggio
pedagogico:
“il viaggio di istruzione- la visita didattica- il gemellaggio”.
Tutto appare nebuloso e confuso. L’uso
obbligatorio delle mascherine, segno di rispetto e di protezione
sociale stenta
a diventare “cultura”, nella speranza
che col tempo il virus passerà.
QUALE INTERAZIONE DIDATTICA ?
Il processo di
insegnamento-apprendimento
che prevede l’interazione tra l’insegnante e lo studente allo scopo di
promuovere le modificazioni del comportamento, inteso come modifica del
modo di
pensare, di sentire e di agire dello studente, perde lo smalto
interattivo
dello sguardo, dello scambio, del dialogo, dovendo tutto ciò avvenire “a
distanza” e attraverso i social-media.
La didattica blended”, “a distanza” ha colmato
un vuoto burocratico di adempimenti formali di ore di lezioni, di
programmi da
svolgere, di valutazioni da registrare,
ma non produce efficace “modifica dei
comportamenti dello studente”, non sostiene, non guida lo sviluppo
delle
competenze, che si potenziano attraverso lo studio e le conoscenze
culturali,
non assicura un “apprendimento efficace”.
SCUOLA 2020-2021
proposta di nuova organizzazione
Nuove regole, nuove
norme, nuova organizzazione
didattica che si caratterizza per la forma “mista, compatta, intensiva
e
modulare”.
L’anno scolastico potrebbe essere
rimodulato in quattro bimestri di
cui tre curriculari: ottobre-novembre; dicembre-gennaio;
febbraio-marzo, nel
corso dei quali non si svolgerebbero sempre le medesime discipline, ma
alcune
di esse, quelle per le quali sono previste due o tre ore settimanali,
potranno
essere aggregate e compattate con maggiore intensità e
numero di ore per
produrre insegnamenti efficaci e meno frammentari.
L’ultimo bimestre, aprile-maggio, potrà
essere utilizzato come momento di verifica, di
rinforzo e consolidamento dei contenuti e delle
competenze acquisite, funzionali alla valutazione finale e al
proseguimento del
percorso formativo.
PROGETTARE PER COMPETENZE ,
didattica compatta
Quello che era il
progetto
di riforma proposto dal Prof. Bertagna: “Progettare
per competenze”, implica la necessità di operare delle scelte nel vasto
panorama dei contenuti disciplinari e di strutturare dei moduli
didattici funzionali ed efficaci, alla luce delle Indicazioni nazionali,
alleggerendo la
vastità di contenuti dei “programmi”,
che ancora vengono chiamati “ministeriali”.
“La cultura è, infatti, un boccone
troppo grande perché sia
inghiottito per intero, occorre sminuzzarlo in piccole porzioni”. Per
assicurare una didattica efficace è necessario strutturare percorsi di
senso e
di significato e metterli in correlazione.
Tale operazione
di sintesi e di compattazione viene pianificata nei dipartimenti
disciplinari, che, nella funzione di “équipe pedagogica, cioè: “gruppo
di lavoro che ha comuni obiettivi e ricerca strategie convergenti”,
operano
delle scelte e delle connessioni aperte all’interdisciplinarità,
assicurando
l’acquisizione dei
contenuti essenziali di ogni disciplina nell’ottica di funzionale
sostegno allo
sviluppo delle competenze.
Gli
studenti nell’arco di ogni bimestre affronteranno lo studio ben
strutturato non
di tutte le materie per l’intero anno, bensì, per l’articolazione
bimestrale, nella
quale si pianificano gli insegnamenti di specifiche discipline in
maniera intensiva e al termine di ogni
segmento di percorso si eseguiranno delle prove di verifica con
relativa
certificazione dei crediti.
Alcune
materie, come italiano, matematica, inglese, saranno presenti in tutti e
tre i bimestri,
mentre altre discipline potranno essere compattate e intensive
nell’arco di uno
o di due bimestri.
La
sperimentazione della didattica
compatta, indispensabile nella programmazione della DAD, richiede da
parte
del docente un esercizio di “distillazione “della disciplina,
scegliendo i
contenuti essenziali, basilari e indispensabili.
Gli altri
contenuti non evidenziati, ma complementari, potranno essere
approfonditi e
ampliati mediante interventi didattici aggiuntivi, esperienze di
ricerca-azione
che potranno favorire anche l’attivazione della “classe ribaltata”
favorendo tra gli studenti il protagonismo attivo
e creativo, offrendo l’opportunità di verificare la tecnica
laboratoriale e le
competenze di esposizione e di comunicazione.
Giuseppe Adernò