Tecniche di memorizzazione per un apprendimento efficace. Corso di formazione UCIIM a Catania
Data: Mercoledì, 29 luglio 2020 ore 06:00:00 CEST Argomento: Redazione
Il
docente educatore non si limita alla trasmissione dei saperi e del “già pensato”, ma “insegna a pensare” ed ha il compito
di “insegnare ad imparare”. È
necessario, quindi, conoscere ed usare diverse tecniche che agevolino
l’apprendimento e l’esercizio della memoria che un tempo veniva
esercitata a scuola attraverso le poesie e le tabelline da ripetere a
memoria, o attraverso la recitazione di brani e cantiche. Rispondendo a
tale bisogno l’UCIIM ha promosso un corso di formazione on-line (per
esigenza Covid -19), inserito nella piattaforma Sofia, che è stato
condotto dal prof. Ciro De Angelis,
docente di scuola Primaria e di Filosofia e Storia dell’Università
dell’Età Libera di Taranto. Coordinato dalla presidente UCIIM di
Catania, Maria Antonietta Baiamonte
e con la collaborazione di Letizia
Spampinato, presidente UCIIM di Misterbianco, il primo corso si
è svolto nel mese di luglio e ne seguiranno altri ad ottobre.
Nelle tre lezioni intensive i corsisti sono stati guidati in un cammino
di approfondimento teorico e pratico finalizzato, innanzitutto, a
comprendere le modalità più efficaci attraverso cui il nostro cervello
acquisisce e conserva le informazioni, per essere poi richiamate al
momento opportuno, senza i cosiddetti “vuoti
di memoria”. Tale modello è legato alla creazione ed
all’associazione d’immagini mentali con specifiche e peculiari
caratteristiche: inusuali, esagerate, legate alle emozioni, in
movimento, ecc.
Il docente è poi passato alla spiegazione dettagliata di alcune delle
strategie più efficaci di memorizzazione, da associare al proprio
metodo di studio per renderlo più proficuo, per ridurre i tempi e le
numerose ripetizioni ed ottimizzare i risultati, cosa particolarmente
utile quando si è impegnati nello studio, in vista di un esame o di un
concorso. Ecco alcune delle tecniche di
memorizzazione proposte ed illustrate: il metodo a “cascata”, che consiste nel
memorizzare decine di concetti-chiave, contenuti ad esempio in un
capitolo di un libro, attraverso la costruzione di una storia
fantasiosa ed insolita; il metodo
“dei loci”, che è il più collaudato, perché conosciuto ed usato
nell’antichità da Cicerone ed altri autori, basato sull’associazione
tra nuovi concetti da imparare e le tappe di un percorso, precostruito
e conosciuto, in cui andare a collocare i nuovi saperi, opportunamente
trasformati prima in immagini “memorabili”.
Altrettanto significativa ed istruttiva è risultata la tecnica della “conversione fonetica”, che consente
di studiare, imparare e memorizzare velocemente, ogni contenuto di
carattere numerico: date storiche, date di nascita e morte di poeti,
scrittori… insomma, ogni tipo di data, ma anche articoli della
legislazione, formule chimiche, fisiche, ecc.
Questa tecnica elaborata, diversi secoli fa, consiste nel trasformare i
numeri in lettere (consonanti), le lettere in parole e le parole in
immagini, cosicché la mente, per ogni dato numerico, ricorderà
un’immagine, cosa meno impegnativa e di conseguenza più facile da
richiamare al momento opportuno. Alle dieci cifre sono state abbinate
le seguenti consonanti, attraverso i criteri della somiglianza grafica
e fonetica: 1=l; 2=n; 3=m; 4=r, q; 5=f, v; 6=b, 7=t, d; 8=g, c; 9=p,
0=z, s.
Il prof. De Angelis ha poi spiegato come utilizzare questo metodo, con
le sue innumerevoli applicazioni, mostrando come operare per costruire
immagini per diverse date storiche o per altri contenuti in cui siano
presenti dei numeri. Attivando esercizi di creatività, d’inventiva, e
di fantasia che va oltre le cose, ciascuno potrà costruirsi un “codice
personalizzato” d’interpretazione dei numeri da uno a cento e,
utilizzando tale codice in maniera personale, i numeri, le date, gli
articoli della Costituzione (in un’ora i corsisti ne hanno imparato ben
28), le parole chiave di un quesito, restano impressi nella memoria
soggettiva, rendendo efficace e stabile la memorizzazione di segni e
simboli costruiti ad hoc. Una sezione del corso è stata riservata alle
strategie per memorizzare termini e parole in lingua straniera,
arricchendo il patrimonio lessicale per un approccio comunicativo
essenziale ed efficace.
INTERVISTA
“Didatticamente l’insegnante
potrà ben utilizzare tali esercizi e tecniche in classe con gli
studenti e potrà essere anche un’istruttiva e coinvolgente lezione in
un’ora di supplenza”.
Lo chiediamo al prof. De Angelis per meglio comprendere l’importanza di
tali tecniche.
De Angelis
La mia esperienza come docente di scuola primaria mi porta a confermare
quest’osservazione. Sono anni che insegno queste strategie non solo ai
miei studenti, ma anche quando capita di dover tenere una lezione come
supplente in una classe non mia. Questo tipo di lezione, non
tradizionale o frontale, ma interattiva ed insolita, si rivela molto
coinvolgente. Essa richiama sin da subito l’attenzione di tutti gli
alunni e la mantiene sempre alta, perché li fa sentire protagonisti,
alle prese con un’attività nuova, utile, divertente e, nel frattempo,
molto istruttiva. Tutti sono chiamati a cimentarsi con fantasia e
creatività nella visualizzazione mentale di un argomento di studio,
attraverso la costruzione di una storia, strana, divertente o anche
ridicola, ma che utilizzi tutti i concetti chiave contenuti nella
pagina appena letta, indipendentemente dalla disciplina.
Ognuno poi racconta ad alta voce la sua storia e, tra confronti,
meraviglie e stupori vari, si consolida il ricordo dell’argomento
oggetto di studio, che diventa “memorabile”, cioè, non viene più
dimenticato. Per catturare l’attenzione inizio la mia lezione con una
frase ad effetto, nella quale spiego, con un righello in mano, che in
quell’ora avremmo “misurato” la memoria di ciascuno attraverso un
gioco. La curiosità di tutti, dopo aver dato un’occhiata interrogativa
al righello, diventa evidente. E da lì parte poi tutta la strategia per
insegnare a pensare ed a studiare in modo più proficuo e… perché no,
anche più piacevole e divertente. Non è forse vero che nella scuola
dell’infanzia s’impara attraverso il gioco? Per quale motivo “oscuro”
nelle classi successive viene abbandonata questa metodologia didattica
così piacevole e perché lo studio e l’apprendimento dovranno poi
basarsi quasi esclusivamente sulla pedissequa, reiterata e spesso
noiosa ripetizione ad oltranza degli argomenti da imparare?
Mi viene in mente, al riguardo, la nota frase di Piero Angela:
«Personalmente mi sono annoiato mortalmente a scuola e sono stato un
pessimo studente. Tutti quelli che si occupano d’insegnamento
dovrebbero ricordare l’antico motto latino “Ludendo docere”, cioè
insegnare divertendo». Credo fermamente che ogni docente che s’impegna
non solo nella trasmissione dei contenuti, ma anche nell’insegnare un
efficace e piacevole metodo di studio, contribuirà a formare alunni non
annoiati, ma motivati, entusiasti, curiosi ed amanti dello studio. E
nei miei corsi insegno alcune strategie, diverse in base all’età degli
alunni, che consentono di raggiungere questo rilevante obiettivo
educativo.
Le tecniche di memorizzazione sono
utili e preziose anche nella fase di preparazione ai concorsi, specie
quando vengono proposte le batterie dei test per le prove preselettive.
Quali suggerimenti dare ai candidati?
De Angelis
Ho contribuito, negli anni, ad aiutare molti docenti a studiare in
maniera diversa e più produttiva, grazie alle tecniche di
memorizzazione, in particolare coloro che erano alle prese con lo
studio per superare i vari concorsi, sia per docenti sia per dirigenti
scolastici, ma anche quello dello scorso anno, per DSGA. In questo tipo
di studio entrano in gioco tutte le principali strategie di memoria: il
metodo a cascata, quello dei loci, lo schedario mentale e la
conversione fonetica. Queste tecniche sfruttano il modo in cui vengono
conservate le informazioni apprese, per non farle disperdere nei
meandri della mente e richiamarle al momento opportuno. Obiettivo è
quello di ottimizzare i tempi di studio ed ottenere risultati migliori
rispetto al solo metodo tradizionale. Le tecniche di memorizzazione non
sostituiscono lo studio, ma lo integrano, lo supportano, ne riducono i
tempi e sempre con risultati straordinari. Un modulo dei miei corsi
particolarmente apprezzato è quello dedicato alla memorizzazione della
banca dati contenente i quiz della prova preselettiva di un concorso.
Tenendo conto che essa viene pubblicata generalmente solo venti giorni
prima della prova, si possono immaginare l’ansia e le difficoltà dei
partecipanti nel memorizzare le migliaia di risposte esatte dei test.
Bisogna ammetterlo, non è facile, in assenza di strategie specifiche.
Occorre memorizzare numerosissimi concetti, la legislazione scolastica,
la Costituzione italiana, articoli e commi vari, e spesso, le quattro
risposte ad una domanda si somigliano tutte, rendendo difficile
l’individuazione di quella corretta. A tal fine, anni fa, ho sviluppato
una precisa e specifica strategia, basata sull’associazione di due
immagini, che, in sede d’esame, consente di individuare, per moltissimi
test, la risposta esatta ancor prima di leggerla, perché suggerita
dalla parola-chiave contenuta nella domanda. Questo metodo consente di
fissare nella mente le risposte corrette ai quesiti, senza avere la
necessità di dedicarvici troppo tempo e, nei giorni successivi, evitare
un’estenuante ripetizione, per concentrarsi sulla memorizzazione
dell’intera banca dati nei tempi previsti. Alcuni pensano che
nell’applicazione delle tecniche di memorizzazione si perda tempo
prezioso, che vien tolto allo studio effettivo. Posso senz’altro
affermare che non è così. Il tempo, che s’impiega all’inizio per
imparare a padroneggiare le strategie, si recupererà tutto strada
facendo, e con gli “interessi”, perché la loro efficacia è provata
dall’esperienza di oltre duemila anni d’impiego, con risultati
inimmaginabili.
La memoria è una qualità umana che cresce e si amplifica mediante
l’esercizio, al quale occorre aggiungere una buona dose di entusiasmo:
“Nessuno è più vecchio di chi ha superato l’età dell’entusiasmo”.
Dare ai ragazzi opportunità creative per pensare, tecniche per
memorizzare, metodi per studiare, utilizzando al meglio il tempo e le
risorse personali, sono per i docenti compiti e doveri professionali
che sollecitano un costante impegno per un apprendimento veramente
efficace, capace di modificare il modo di pensare e di agire.
Giuseppe Adernò
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