Enrico Foggia, 'Hashmal. Il cammino di un uomo comune alla ricerca di sé stesso'
Data: Venerdì, 17 luglio 2020 ore 08:30:00 CEST Argomento: Redazione
Mi piace leggere libri di persone che conosco, di
solito amici o conoscenti alla loro prima esperienza di pubblicazione,
per poi commentare direttamente con loro, sentire le motivazioni che li
hanno spinti a scrivere, comprendere il perché di alcune scelte,
ascoltare aneddoti o vedere svelati alcuni retroscena. Tutto ciò mi
regala una maggiore consapevolezza e un senso di conquista. E’ come
leggere il libro “da dentro e fra le righe”, in un interscambio tra
elementi dell’immaginazione che la lettura naturalmente crea, con le
caratteristiche della persona conosciuta che emergono attraverso un
altro canale di comunicazione, diverso da quello convenzionale, cioè il
racconto.
Conosco Enrico Foggia dal 1991, e nonostante la nostra frequentazione
non sia molto assidua, posso confermare che ci sono forme di amicizia
che si mantengono nel tempo perché fondate su cose non materiali, ma su
dialoghi riguardanti livelli esistenziali e spirituali che travalicano
i semplici episodi della vita quotidiana fino a coinvolgere i
sentimenti dell’Anima. Ad ogni nostro incontro, ho percepito, in
Enrico, sempre qualcosa di nuovo, di interessante, affascinante… tanto
da suggerirgli un giorno: “Perché non scrivi un libro?”. E lui: “Ci sto
pensando”.
Ed ecco “Hashmal, il cammino di un uomo comune alla ricerca di sé
stesso”. Nessun autore scrivendo del proprio cammino si
identificherebbe in un uomo “speciale”, ma per chiunque, dopo aver
letto il libro, non sarà difficile pensarlo, anzi, ne avrà la certezza.
Già il titolo scatena la curiosità. “Hashmal” è un suono, una musica o
un canto? E’ il nome di un personaggio reale o il protagonista eroico
di una fiaba d’oriente? Oppure è il soprannome che l’autore si è dato
in questo suo cammino di cui vuole renderci partecipi? E perché proprio
Hashmal?
Queste alcune delle domande che hanno solleticato la mia curiosità
ancor prima di leggere la retrocopertina in cui trovo la risposta:
“Nella scienza degli Angeli il termine ebraico Hashmal corrisponde a un
Angelo del Coro delle Dominazioni, che si potrebbe tradurre in impeto,
che riempie un qualsiasi spazio delimitato e va oltre”. Mi piace
giocare col titolo, immaginare e fantasticare su quale sarà il
contenuto del libro e scoprire poi pian piano come sarà sviluppato.
Quindi mi sono accostata alla lettura con molto interesse, ansiosa
della scoperta.
Le centocinquantanove pagine del volumetto presentano uno stile chiaro
e lineare, un ritmo scorrevole e avvincente, si leggono in brevissimo
tempo, ma io ho preferito leggerle lentamente, per fermarmi ad
immaginare quanto veniva raccontato e soprattutto a riflettere. “Fare
riflettere il lettore” è in fondo l’obiettivo primario di
quest’avventura, “affinché il vissuto di un uomo comune possa stimolare
i lettori ad aumentare il proprio mondo percettivo, facendosi carico
dei propri limiti e paure, per accettare ciò che si è realmente, nella
propria perfetta unicità”. O, come affermano i Maestri di Shamballa,
“offrire l’esperienza del vissuto è un traguardo per l’uomo incarnato
di una preziosità inestimabile”.
Scrivendo questo libro, Enrico Foggia, è un uomo che si spoglia dai
filtri convenzionali che fanno temere i giudizi altrui, è un uomo vero,
sincero, profondo, rispettoso del suo “contratto d’anima”, testimone
autentico del suo rapporto con l’Invisibile, generoso, pronto ad
offrire, a donare la sua esperienza come stimolo a chi si sente solo,
strano, diverso, perduto nei meandri delle difficoltà della vita. Egli
rappresenta una spinta propulsiva, ad avere fiducia, a non mollare mai,
a far emergere la parte divina che c’è in ognuno di noi, a credere
fermamente che in fondo al tunnel risplenderà la luce. Ritengo che
l’alternanza “Buio-Luce” sia una costante del percorso dell’autore.
Interessante la descrizione dei ricordi d’infanzia e adolescenza, direi
sorprendente, in quanto chi conosce l’autore si chiederà: “Ma Enrico
Foggia è stato anche bambino?!”. Ebbene sì! Racconta di non aver avuto
paura del buio, di percepirlo come qualcosa o qualcuno da rispettare in
quanto si prendeva cura di lui, ma chissà quante volte ha nascosto bene
la testa sotto la copertina per sentirsi protetto! E i suoi giochi con
i soldatini di plastica e i dialoghi con personaggi immaginari che
diventavano reali come in fondo succede ai bambini per non sentirsi
soli, e aggiungo con due genitori molto determinanti, che hanno
tracciato segni profondi nella sua anima. La sua paura della morte,
come dell’incomprensibile, dell’invisibile percepito…
Sì, anche Enrico è stato bambino, un universo bambino, e fin da allora
portava in sé il “buio” dell’esistenza che si manifesta in sofferenza
inconsapevole, inquietudine costante. Ma come l’universo è spazio che
contiene buio e luce, anche la vita dell’autore è intervallata da
incontri che illuminano il suo cammino, con persone dotate di
“sensibilità particolari” dai quali ne ha tratto beneficio e
insegnamenti prodigiosi. Ogni incontro si rivela prezioso anche per noi
lettori, infondendoci fiducia nelle svariate possibilità della vita da
interpretare e vivere come “opportunità”. I suoi viaggi in Perù, gli
insegnamenti degli Sciamani, degli Shipibo e il loro legame profondo
con le piante maestre, le esperienze con l’Ayahuasca, con la Liana, i
flussi degli Elohim, la contemplazione del cielo col bagliore delle
infinite stelle della foresta amazzonica si rivelano come un “parto”,
dalla sofferenza fisica fino al limite dello stremo gradualmente al
conforto, al sollievo, alla purificazione, ancora una volta dal “buio
alla luce”.
In fondo, nella vita di Enrico c’è sempre una “lucciola” ad illuminare
la notte più nera. Come la lucciola, tanto altro diventa testimonianza,
per l’autore, di un Universo che ci parla, ci ascolta e ci invia
chiari messaggi. Hashmal è un libro adatto a coloro che si chiedono
“Chi sono? Da dove vengo? Qual è il senso del macro e del micro cosmo
dentro e fuori di noi? Qual è la mia missione in questa vita?”. Enrico
Foggia nel suo “cammino di uomo comune” prova a darsi delle risposte,
in un eccezionale impegno quotidiano. Il suo percorso è personale,
avventuroso, coraggioso e inarrestabile in quanto denota una forza
d’animo non comune, un’energia interiore, profonda, poderosa, capace di
superare disagi e difficoltà pur di arrivare anche a barlumi di
risposte, pur di dissipare i nodi che ci affliggono e ci impediscono di
vivere con gioia.
Grazie Enrico Foggia per questa bella e profonda opportunità di
riflessione sulla vita, altro che “vanesio scribacchino”, ne è valsa la
pena scrivere questo libro! Leggerti è stato come sentire il suono di
un campanellino che desta da torpori inconsapevoli e incontrollabili.
Leggerti mi ha rovistato dentro come una mano nel cassetto che cerca
qualcosa. Per me sei un attivatore di energia, di vigore ed emozioni.
Punto di riferimento, faro che dissipa ogni dubbio. Complimenti per la
ricca bibliografia e per la cura e la dedizione mostrata nella scelta
della copertina. Sei tu. Sono io. Siamo noi. Ogni essere umano. Seduto
davanti all’immensità del cielo e del mare, nel buio della notte più
cupa solo la Luce può illuminarci e indicarci il cammino, nella
scoperta che la vita è come una Liana che consente il passaggio da
un’esistenza all’altra verso la maturazione interiore, l’evoluzione, il
perfezionamento. Grazie.
Anna Maria Gazzana
|
|