Atlantide e la pietra filosofale
Data: Giovedì, 09 luglio 2020 ore 06:00:00 CEST Argomento: Redazione
“È bene che
Atlantide resti un mistero. È giusto che l’uomo guardando l’oceano, si
inquieti pensando ad un lontano e imperscrutabile regno inghiottito in
un giorno e in una notte dalle acque e dal fuoco; all’orgoglioso sogno
di un’eternità infranta dal risveglio della Natura. Le civiltà nascono,
crescono ed infine muoiono. Prepariamoci a questo. Atlantide non è mai
esistita !
È in ogni luogo”.
Pierre Benoit
“L’immortalità dell’anima è una cosa
che ci riguarda in modo così forte, e ci tocca così in profondità, che
bisogna aver perso ogni sensibilità perché ci sia indifferente sapere
come stanno le cose”.
Blaise Pascal
“La vita è l’infanzia
dell’immortalità”.
Johann Wolfgang Goethe
Atlantide compare nei dialoghi di Platone, Timeo e Crizia, scritti
circa nel 360 a.C., che sono i primi riferimenti storici su questa
isola - continente leggendaria, in cui si era insediata una potenza
navale, pressappoco 9000 anni prima di Solone.
Il nome deriva da Atlante figlio di Poesidone, il leggendario
governante dell’oceano atlantico in cui si pensava si trovasse
quest’isola.
Molti su Atlantide sono nel dubbio, tutt’al più ritengono che
essa sia solo un mito lontano nel tempo, una leggenda di una civiltà
mai esistita realmente, molti altri invece non hanno dubbi e credono
che essa sia esistita veramente.
Difatti le testimonianze e i dati disponibili sono così molto lontani
nel tempo, talora così vaghi, incerti e nebulosi, che per quanto ci
sforziamo nessuno può dire nulla in favore o meno di Atlantide.
Ora quando si ci incammina nella ricerca dello sconosciuto
succede all’improvviso e spesso senza farci caso, di trovare
facilmente e nei fatti che accadono le risposte alle domande che ci
poniamo, magari con un’idea che come un lampo si fa breccia nella
nostra mente, oppure sfogliando e leggendo le pagine di un libro o,
ancora, ascoltando le parole dette al riguardo da una persona.
Ed ecco che con molti interrogativi nella mente, non conoscendo molto
su tale continente perduto, una luce mi appare nel leggere le pagine di
un vecchio, raro e introvabile libro, che mi è capitato tra le mani.
Il titolo: “Atlantide un’umanità
perduta” era la sintesi perfetta del racconto che tra il sogno,
la fantasia e la realtà, pagina dopo pagina, metteva in luce, come gli
uomini e le donne di Atlantide fossero ad un livello molto avanzato,
senza conoscere regole che incutevano timore o paura, né il dolore e la
morte, né il ciclo delle nascite e delle morti ripetute, ma solo il
bene e la vita eterna.
Perché quando si ha paura di tutto non si può fare niente.
E il tempo che passiamo a rispettare delle regole inquietanti o che
suscitano preoccupazioni e paure, scritte da altri uomini, ci impedisce
di progredire e si arriva alla morte.
È una pecca degli uomini.
Tutto è paura e inquietudine, e in queste condizioni niente e nessuno
può progredire, né nessuna civiltà avanzata può venire alla luce.
Persino quando si impiega il nome di Dio mettendolo in alto si crea
paura alle persone.
Perciocché quel libro spiegava che in Atlantide si preferiva impiegare
il nome uomo, nel senso che l’uomo deve superare l’uomo per poter
aiutare l’uomo, per concludere con questa frase:
“Non c’è che l’uomo che possa aiutare
l’uomo. Al di fuori dell’uomo nessuno può aiutare l’uomo”.
Questo è molto semplice.
In tal modo in quel libro così straordinario, Atlantide emergeva come
un sogno trascendente quanto immanente, che comunque al di là di tutte
le incertezze e di quanto possiamo pensare, irradia ancora oggi una
Luce della potenzialità della Vita di rispecchiare uno stato superiore
dell’uomo, della civiltà, del progresso e dello sviluppo, ossia
l’Immortalità e l’Infinità in noi, senza percorrere l’attuale ciclo
doloroso, infernale e insidioso di nascita, vecchiaia, malattia e morte
in cui siamo.
È lo spazio - tempo di una possibile o verosimile realizzazione fisica
diversa, straordinaria, insita nel mistero della Natura e nella nostra
meravigliosa Coscienza, il tutto racchiuso in uno stato d’animo
impensabile e superiore, che purtroppo diamo per scontato sia
irraggiungibile.
Tale stato superiore della Vita infinita risultava nel testo in
risonanza col mito e la storia di una civiltà altrettanto superiore e
mirabile, quella di Atlantide, dove l’andare della vita non era come
noi oggi la conosciamo.
Per comprendere Atlantide e la sintesi di quel libro che qui cerco di
fare è però necessario fare uno sforzo, che è nello sgombrare la mente
da ciò che conosciamo, dalla certezza e dall’inevitabilità della morte,
da quanto ci viene tramandato dalla tradizione e riuscire ad immaginare
un differente scenario della storia dell’uomo e della Vita Infinita,
dove le civiltà anziché procedere da quelle primitive a quelle evolute
ed avanzate, si succedono nel tempo da quelle avanzate e tecnologiche a
quelle primitive e prive di mezzi.
Incredibile, impossibile, e chi può dirlo !
Perché a ragion veduta non esiste alcuna prova che la morte sia il
destino inevitabile di ogni uomo o di ogni donna e sulla validità di
quanto è scritto sui vari libri di scuola riguardo l’inizio
dell’umanità, la preistoria e l’uomo, quali derivati dell’evoluzione
dei primati e di civiltà primitive e involute.
Una riflessione al riguardo: anche oggi nel mondo esistono collettività
di uomini o delle tribù che vivono in luoghi sperduti e nelle foreste
in uno stato primordiale.
Ed allora se degli studiosi nel futuro dovessero imbattersi nei loro
resti senza ritrovare granché della nostra moderna civiltà
scriverebbero sui loro libri di storia che nel passato, ossia nel
nostro presente, la Terra era popolata solo da uomini primitivi e privi
di mezzi, ma noi sappiamo che le cose non sono affatto così.
Pertanto sulla vita dell’uomo e sul passato dell’umanità ogni cosa
scritta potrebbe essere errata o campata in aria, nello stesso modo di
quanto qui sto narrando e scrivendo.
In effetti dobbiamo riconoscere che nessuno di quel periodo ha le prove
di alcunché, né la certezza che i fatti nel tempo trascorso siano
andati in una certa maniera o così come viene raccontato attraverso i
mezzi di informazione.
È più saggio ammettere che l’esistenza di Atlantide sia possibile e che
non può essere esclusa.
Ogni cosa è nelle mani dell’Impensabile, che di certo agisce nel corso
della storia e dell’evoluzione degli esseri, perché nel mondo fisico
appare l’intervento di una Coscienza superiore, mirabile, capace di
organizzare tutte le cose e di cambiare gli eventi e di ampliare, se lo
vuole, i limitati orizzonti con cui noi uomini di norma osserviamo la
Vita e la Natura, perché l’inconcepibile negli eventi che accadono non
è marginale, bensì fondamentale.
Questo si verifica perfino nell’esperienza quotidiana dove i fatti e
gli eventi che ci accadono si realizzano sovente in modo inaspettato e
impensabile, a dispetto di tutte le nostre aspettative e di quanto
abbiamo prefigurato col nostro pensiero e ragionamento sul divenire
delle cose.
Ad esempio noi nel passato eravamo in difficoltà e adesso siamo e
viviamo in una Nazione progredita e sviluppata, ma non è detto che ciò
continui così per sempre e in situazioni viepiù positive, perché ogni
cosa, anche se non ce ne accorgiamo, si muove nel cambiamento e può
ribaltarsi.
Ogni cosa e ogni essere sono nel mutamento, così che gli eventi possono
invertirsi e cambiare, sicché Nazioni che adesso sono meno sviluppate
potrebbero nel divenire svilupparsi e progredire, così da mutare
favorevolmente le loro condizioni di vita attuali.
In effetti il cambiamento è il motore propulsivo della Natura e della
Vita, perché l’intenzione dell’Impensabile è quella di svegliare la
coscienza dell’uomo perché egli torni di nuovo sul cammino della
Spiritualità o della Verità, in particolare quando gli uomini sono
fortemente attirati e distratti dalle cose mondane.
Così ogni evento fisico che accade, piacevole o spiacevole che sia,
cela un nucleo che contiene sempre questa spinta al cambiamento verso
la realizzazione spirituale.
Lo scopo di ogni vita non è solo la materia e il successo materiale,
bensì è fondamentale la realizzazione spirituale fisica e metafisica.
Ogni vita è un’opportunità di crescita interiore e spirituale e non va
sprecata.
Ed allora se riuscissimo ad avere la mente libera da condizionamenti,
da idee preconcette volte a non considerare solo il lato materiale
della vita e ad includere la Spiritualità, ossia la ricerca della
Verità, Atlantide potrebbe emergere con meraviglia in tutto il suo
splendore per fuoriuscire dal suo alone di mistero, dal dubbio e
dall’incertezza, per divenire così una storia di un lontano passato
nell’ambito dell’evoluzione dell’umanità che è la Natura: un campo
dell’esperienza, pieno di potenzialità e di infinite possibilità.
Non bisogna fermarsi sulla superficie delle cose ed approfondire ogni
aspetto, porsi degli interrogativi e giungere a comprendere che la
Verità è la Spiritualità, un percorso unico senza fine di crescita dei
sentimenti, delle emozioni, delle idee e delle azioni, che si svolge al
confine tra il mondo fisico e un mondo ultrafisico misterioso, quasi
del tutto inesplorato e sconosciuto, pieno di splendore e di Luce dove
ogni cosa nell’Amore è possibile, senza dogmi e preconcetti.
E la Spiritualità è un lungo cammino in cui si deve imparare ad
accettare tutto, a sacrificare tutto, nel senso di non attaccarsi solo
al lato materiale della vita, poiché la Vita è Infinita ed essa si
dipana in un contesto che di certo è molto più ampio e complesso di
quanto vediamo o possiamo supporre che sia.
La Verità, ossia la Spiritualità, si rinnova senza tregua ed è un
cammino senza fine, cosicché quando saremo senza fine giungeremo ad un
cammino unico senza fine.
È necessario capire dal male fino al bene e andare senza paura e
tentennamenti oltre il visibile e il conosciuto.
Perché nel bene c’è il male: che bisogna mettere da parte.
Ma nel male c’è anche il bene: che bisogna prendere.
Se si uniscono i due, si trova l’Armonia.
Niente nella ricerca della Verità o della Spiritualità può essere
escluso a priori in quanto esse non sono in un ambito dogmatico e
predefinito, ma nell’Infinità, e le regole, se esistono, non sono
comunque quelle a cui sovente pensiamo.
Adesso ritornando a quel libro, Atlantide affiorava come una civiltà
molto avanzata nella scienza e nella tecnologia, diffusa su tutta la
Terra, in possesso di tecnologia e scienza sovraumane, in grado di
unire il mondo fisico, al pensiero, all’immaginazione, alla fantasia,
al sogno, all’emozione, al sentimento e al mondo metafisico.
Questo permise in quell’epoca la costruzione di astronavi strabilianti
e di apparecchi capaci di proiettare degli ologrammi concreti o solidi
e riprodurre cose ed esseri, del tutto indistinguibili da ciò che
vediamo nel mondo fisico.
Un’umanità quella di Atlantide con una Coscienza evoluta in cui gli
stati, gli Elementi della Natura e la materia non erano nettamente
disgiunti dalla stessa Coscienza e dal pensiero, bensì fusi tra loro,
dove lo stato di Sogno, Veglia e Sonno profondo, in ogni individuo,
erano fusi nell’Armonia in un tutt’uno di consapevolezza unitaria,
totale e integrale, così che la vita si svolgeva nella pienezza e nella
libertà del Corpo di Luce immortale, senza decadere nel ciclo
doloroso di nascita, vecchiaia, malattia e morte.
In questo modo il tempo era unitario e il passato non veniva reiterato
nel momento presente e non si ripresentava più nel futuro, ma era
sempre nuovo e rinnovellato senza precipitare nel rimpianto delle cose
già vissute.
In pratica per l’uomo di Atlantide la Veglia non era il mondo vero e il
Sogno il mondo falso e illusorio, distinti e separati, né il sonno
profondo significava la sospensione della coscienza, bensì tutte erano
parti intergenti, unitarie e complementari della Vita senza fine
permeati da Coscienza totale.
Giocoforza la loro scienza e tecnologia si fondavano e vennero
sviluppate proprio su tale stato della vita straordinario e
privilegiato, raggiungendo delle mete prodigiose in tutti i campi, fino
a giungere persino alla sintesi, dal nulla, di alimenti e di altre
sostanze e materiali utili.
E bisogna riconoscere che in effetti la vera realtà del mondo fisico
non è solo la materia, ma si compone di queste parti intergenti, tanto
è che quando ci addormentiamo e siamo nel sonno profondo il mondo
della Veglia, che consideriamo quello vero, scompare e non esiste più,
il che dimostra che tale stato non ha esistenza di per sé o sia
autonomo, poiché in realtà non è separato dalla Coscienza.
D’altronde talvolta succede, grazie ad un bagliore della Coscienza, di
passare dallo stato di sonno profondo al sogno, magari partecipando ad
eventi così coinvolgenti e realistici che il sogno a quel punto è la
realtà, così che la veglia diventa irreale come se fosse un sogno
fugace e lontano.
È un’inversione della realtà della Vita che ci fa comprendere come il
confine tra la Veglia e il Sogno sia incerto e labile e che entrambi
nello stesso tempo possono essere veri o falsi, secondo la presenza più
o meno intensa della Coscienza, in quanto tali stati si determinano in
virtù della stessa e non ne sono indipendenti.
Questi stati, in relazione alla connessione più o meno intensa della
Coscienza al cervello e al corpo fisico, sono caratterizzati da
specifiche onde cerebrali: da 0,1 a 3,9 hertz quelle del Sonno
profondo, da 4 a 7,9 hertz quelle del Sogno, da 8 a 42 hertz quelle dei
vari stati di Veglia.
Tale attività nervosa e cerebrale e le diverse onde cerebrali rilevate
dall’elettroencefalogramma (EEG), testimoniano le varie fasi quotidiane
di transizione della Coscienza dal corpo fisico al corpo invisibile
metafisico e viceversa.
Ma c’è di più.
Infatti questo evidenzia pure che la sede dei fenomeni vitali e
biologici non è esclusivamente nel corpo fisico, ma piuttosto in un
sistema corporeo integrato, sia visibile e sia invisibile, esteso
all’Infinito, composto da veicoli o corpi, fisico e sottili, con
composizione, struttura e funzioni differenti in relazione alla
materia, alla vitalità, ai pensieri, alle passioni, ai desideri, alle
emozioni, ai sentimenti, che la Coscienza usa secondo lo stato,
materiale o immateriale, in cui è attiva.
Certamente nel Sogno la Coscienza non usa il corpo fisico ma un corpo
diverso, non materiale, che qui possiamo definire metafisico.
In definitiva il fenomeno della Vita è molto più complesso di quanto
appare all’esame superficiale e non è relativo solo alla materia, bensì
è il frutto di interazioni di un sistema integrato organico corporeo e
metafisico, e che invero la Coscienza è sempre desta, anche quando noi
siamo nel Sonno profondo.
In effetti ciò che determina il Sonno profondo è l’abbandono temporaneo
della Coscienza del corpo fisico, per transitare di più in quello
metafisico, il che determina talora il Sogno.
Quindi ad addormentarsi non è la Coscienza ma la mente e il cervello.
Si tratta di una necessità o di un bisogno primario naturale per
ritemprare con l’energia dell’Anima o Coscienza il corpo fisico,
proprio tramite la diminuzione dell’attività corporea, cerebrale e
nervosa.
La conseguenza è che oltre la Veglia, il Sogno e il Sonno profondo
incosciente esiste un quarto stato che è la vera realtà, ossia uno
stato di Coscienza totale, che gli indù definiscono Turya, dove la Veglia, il Sogno e
il Sonno profondo diventano simultanei e coessenziali, non più stati di
Coscienza separati, così che il Sonno profondo nel quarto stato diventa
anch’esso Coscienza.
È l’Illuminazione, preludio della formazione del Corpo di Luce
immortale.
La vera natura del mondo fisico o della Veglia è quindi molto più
complessa ed elaborata di quanto possiamo immaginare.
Ed allora è verosimile che con Atlantide siamo dinanzi ad una civiltà
straordinaria di tutta la Terra, dove la scienza e la tecnologia non
erano limitate al solo lato materiale della vita, ma includevano anche
quello spirituale, il che implicava una Scienza e una Tecnologia dello
Spirito o una Co-Scienza o Scienza dell’insieme, che la
scienza attuale sconosce del tutto.
Tanto è che l’uomo, così com’era raccontato nel libro, in
quell’epoca era molto progredito e con facilità compiva viaggi spaziali
per raggiungere in un istante, con le astronavi e la tecnologia del
salto dimensionale e degli ologrammi concreti o solidi, cioè senza la
necessità di percorrere lo spazio, qualsiasi luogo dell’Universo
anche se fosse stato distante milioni o miliardi di anni luce dalla
Terra.
La tecnologia degli ologrammi solidi di Atlantide impiegava quindi la
stessa modalità usata dalla Coscienza sia per transitare nei vari corpi
e sia per fare apparire il nostro stesso corpo, il mondo fisico e tutte
le forme materiali specifiche che osserviamo attorno a noi.
In sintesi tale tecnologia consisteva nella proiezione, tramite dei
dispositivi, di un Campo di Luce
Elettrodebole, da cui prendeva vita, secondo l’informazione e le
frequenze, un’immagine tridimensionale solida o concreta, composta da
elementi che noi conosciamo come atomi, molecole, minerali, i quali
associati tra loro, formavano le strutture relative alla forma
specifica, del tutto indistinguibile dagli oggetti reali.
Riguardo i viventi o la materia organica vivente la proiezione
olografica solida avveniva sempre per mezzo di dispositivi irradianti
il Campo di Luce Elettrodebole, secondo l’informazione, le
frequenze relative e l’interfaccia del DNA, che assemblavano tra loro
gli atomi, le molecole, le macromolecole, le sostanze, le
cellule, i tessuti, gli organi, i sistemi e l’organismo specifico.
Pertanto nel corso della loro evoluzione gli Atlantidei impararono ad
usare la stessa Scienza e Tecnologia dell’Anima o Coscienza,
consistente nell’irradiazione di un campo informativo di Luce
Elettrodebole con le specifiche frequenze, in grado di proiettare
l’ologramma solido o concreto relativo all’oggetto o al corpo solido
specifico.
Ne consegue che il livello raggiunto dagli Atlantidei era così quasi lo
stesso del Divino.
Nel libro era pure raccontato che Atlantide aveva sviluppato una
medicina, sistemi di energia, di propulsione e tutte le altre cose che
caratterizzano qualsiasi altra cosa di ogni civiltà umana moderna ad un
livello però avanzatissimo e strabiliante, senza peraltro ricorrere,
negli scambi commerciali all’economia del denaro e finanziaria.
Arduo a credersi ma le relazioni tra gli individui in Atlantide si
basavano sul mutuo e reciproco scambio.
Con tale modello di società e le eccezionali conoscenze tecnologiche e
scientifiche, Atlantide non era dunque nei termini e nei limiti di una
civiltà terrestre preda dei bisogni, delle necessità e di ogni
sfruttamento, bensì rappresentava un popolo dell’Universo o un’umanità
straordinaria ed evoluta fatta da instancabili, curiosi e intrepidi
esploratori dello spazio, che evitava lo sfruttamento di ogni risorsa e
che a poco a poco riuscì persino a fondare delle colonie su altri
pianeti del sistema solare e del Cosmo.
In quel tempo possenti costruzioni quali le piramidi, basi spaziali,
città straordinarie venivano con facilità costruite sulla Terra, su
Marte e su tanti altri pianeti anche in sistemi planetari extrasolari,
perché gli Atlantidei erano uomini intelligenti ed infaticabili,
sospinti in ogni impresa da un’energia sovraumana e da un’estrema
curiosità di conoscere ed esplorare l’Infinità del Dio Vivente: una
mirabile Coscienza superiore che è alla base di ogni cosa e di ogni
vivente.
Nel pieno della loro civiltà, con l’aiuto di Entità o Esseri superiori,
gli Atlantidei furono molto fortunati riuscendo ad avere il Corpo di
Luce immortale, quale congiunzione perfetta del finito all’Infinito,
dove la Veglia, il Sogno, il Sonno profondo non sono separati, ma fusi
insieme nello stato unico di Vita Infinita. E questo Corpo si definisce
di Luce, perché la materia è talmente trasmutata ed affine al Campo
Elettrodebole che irradia un’Aura luminosa, talora visibile.
Si tratta di una trasformazione straordinaria della materia che ancora
oggi rimane avvolta dal mistero, menzionata anche nelle Sacre
Scritture, in 1Corinzi 15,1-58: “la
carne e il sangue non possono ereditare il Regno di Dio…..”, nel
senso che la materia del Corpo di Luce è trasmutata ed è diversa da
quella ordinaria che conosciamo.
È il dono prezioso e mirabile del Divino Amore, una nuova e vera
nascita nel mondo fisico, con cui la materia vivente viene cambiata in
uno stato inimmaginabile e Impensabile per la mente, dove il DNA si
riveste di ulteriori strati per esprimere nella totalità l’informazione
della Coscienza cosmica, dove non c’è più malattia, né morte, né limiti
spazio – temporali, giacché tale corpo è a piacere sia fisico e sia
metafisico, pieno di poteri e di capacità mirabili e straordinarie.
Un corpo meraviglioso, quale frutto della fusione perfetta del corpo
fisico alla Coscienza, della materia allo Spirito, della Veglia, del
Sogno e del Sonno profondo e di tutti gli stati della materia, dove
ogni elemento e sostanza si convertono e si uniscono tra loro secondo
la necessità e il desiderio, ora in corpo fisico ora in corpo eterico o
bio plasmatico in grado, quest’ultimo, di attraversare i muri e di
superare i limiti fisici, perché la materia non è più in uno stato
determinato, denso e immutabile, ma convertibile in tutti gli infiniti
stati della Natura.
È quindi un corpo plasmabile, più libero e indefinito e allo stesso
tempo materiale.
Tutto questo consentì agli Atlantidei di riprodursi anche facilmente
tramite l’unione sessuale e i pensieri forma.
La gestazione e la nascita avvenivano senza dolore e difficoltà per la
donna, che poteva regolare a piacimento pure il tempo della gravidanza.
Ma gli Atlantidei giunti a tale stadio eccelso dell’evoluzione si
inorgoglirono e vollero tenere per se stessi e nel segreto tale
mirabile trasmutazione del corpo fisico in Corpo di Luce, senza volerla
condividere col resto dell’umanità, che allora popolava la Terra.
Commisero così un grave errore, col quale sprofondarono in un egoismo e
un materialismo fuori misura, nel baratro di una degenerazione del loro
essere e della società.
Al posto dell’Amore incommensurabile a poco a poco nel loro cuore si
fece spazio l’orgoglio del loro sapere, talché cominciarono a sentirsi
superiori a Dio fino perdere progressivamente il Corpo di Luce e
l’immortalità, insieme a tutto ciò che con la loro mente straordinaria
avevano raggiunto e conquistato.
E se ci soffermiamo sul livello raggiunto delle persone in quell’epoca,
senza parlare di altre cose, ciò che resta di Atlantide si trova nelle
enigmatiche piramidi di Egitto e in tutte le altre che vi sono sulla
Terra.
Fino ad ora non si è prodotta alcuna costruzione paragonabile alla
Piramide.
Nessuno ha mai potuto realizzarla.
Ecco il livello di conoscenza degli Atlantidei.
Ma c’è una cosa che gli Atlantidei hanno fatto: hanno voluto evolversi
senza ricorrere alla Coscienza Suprema, al livello spirituale, senza
chiedere l’aiuto a Dio.
Se gli Atlantidei avessero creduto solamente un poco di più su Dio o
sulla Coscienza Suprema, l’umanità sarebbe riuscita nella missione da
centinaia di migliaia di anni e attualmente non avrebbe bisogno di
reincarnarsi per continuare.
La loro civiltà col materialismo e l’egoismo fuori misura lentamente
entrò in una fase decadente e involutiva, e così venne cancellata,
mentre un velo venne posto su tutte le conoscenze.
L’umanità, da quel momento, decadde e iniziò tutto daccapo per
intraprendere un cammino faticoso ed impervio, nel tentativo di
recuperare l’Infinità e l’Immortalità perdute, che invero non ha mai
perso.
Infatti a dispetto di quanto crediamo essere immortali è molto semplice
anche se non è facile, perché nell’essenza lo siamo già e non c’è
niente da conquistare.
Purtroppo con l’orgoglio di credersi superiori e attaccandosi solo a un
lato della vita: quello della materia, l’uomo perde con facilità il
legame stabile con la parte fondante e fondamentale della Coscienza
Suprema e dell’Amore, cioè con la forza alla radice della Vita
Infinita, da cui deriva la morte illusoria del corpo fisico.
In questo modo in Atlantide ogni cosa cadde nell’illusione della
separazione e la Co-scienza divenne scienza separata dal cuore, dal
pensiero, dal sentimento e dall’emozione, sino a lacerarsi ed aprire la
porta al ciclo doloroso di nascita, vecchiaia, malattia e morte.
Un ciclo questo necessario in quanto sostitutivo dell’immortalità che
però è illusorio, poiché in fondo niente nasce e niente muore, tanto è
vero che finanche la stessa materia è immortale.
Certamente al sentire tutte queste cose si rimane perplessi e
increduli, perché ognuno di noi crede che la vita sia una sola e
pronta, presto o tardi, a decadere nella morte.
Peraltro ogni individuo non ha nemmeno i ricordi di tutto questo
intercalarsi di nascite e morti ripetute.
Tuttavia la memoria di ogni individuo, seppure appaia limitata alla
singola vita, è comunque sempre integrale di tutti i ricordi delle vite
trascorse, ed essi vi sono tutti nel corpo metafisico e nella vasta
mente inconscia, senza alcuna perdita e mancanza.
Ed ecco che niente e nessuno viene perduto veramente.
La questione è che su tali parti misteriose e silenti di ogni essere
umano, d’abitudine, non abbiamo consapevolezza e nessun controllo.
Nella vita ordinaria si rimane sulla superficie dell’esistenza e alla
Coscienza restano qua e là solo delle deboli impressioni di chi noi
siamo veramente, anche perché di vita in vita non si ha il corpo, la
mente e il cervello di prima e di certo è proprio questo che rende
tutto difficile nella comprensione della nostra vera interiorità.
Questo invero è il risultato dell’inganno della mente che mente.
Il fatto vero è invece che noi siamo pervasi sin nella più infinitesima
particella del nostro essere dall’Immortalità e dall’Infinità, da cui
scaturisce il Cosmo, dove le civiltà progredite o meno appaiono e
scompaiono, oppure sono immortali, restano e si evolvono, e ciò secondo
i pensieri che nutrono e le azioni che compiono, da cui le abitudini, i
caratteri e quindi il loro destino.
Il mondo in cui viviamo, al di là delle ingannevoli apparenze di
immutabilità e fissità, invero è un mondo magico e dinamico
caratterizzato dal ciclo continuo delle fasi del mutamento, del caos e
dall’adattamento, in cui è sempre in azione l’Impensabile.
In tutto questo e quasi imperscrutabile scenario dove la realtà si
fonde al sogno, all’immaginazione e alla fantasia quel libro nella sua
conclusione descriveva la fine di Atlantide quale risultato di una
lenta ma inesorabile progressione involutiva, per sparire con grandi
cataclismi e sommovimenti terrestri in tre fasi: 200.000 anni fa,
70.000 anni fa e 10.000 anni fa.
Ed ecco che forse Atlantide non è un’isola, né un mito e né un
continente, ma un’antica civiltà umana, un’umanità del passato perduta,
molto avanzata nella scienza e nella tecnologia, terrestre e cosmica,
diffusa non solo sul nostro pianeta ma anche su altri, che
distaccandosi dalla Coscienza suprema o dall’Amore è decaduta sino a
conoscere i frutti amari del limite e della morte.
Le conseguenze della caduta di Atlantide nelle pagine conclusive del
libro erano così descritte:
“200 mila anni, dall’esistenza di
Atlantide e degli Atlantidei, con la perdita delle conoscenze, c’è
stato un cambiamento terribile nell’evoluzione umana, perché l’uomo è
caduto nelle fasi infernali di nascita, vecchiaia, malattia e morte.
Siamo divenuti incapaci di accettare le prove in modo positivo. Adesso,
alla fine di questo secolo, vediamo che la natura umana è orientata
alla ricerca del piacere. Cerchiamo solo il lato buono delle cose e non
vogliamo più soffrire. Rifiutiamo il lato negativo e senza accorgercene
lo facciamo nostro. Non comprendiamo e non accettiamo che le cose
negative sono solo degli strumenti utili, proprio per avere quelle
positive che ricerchiamo. Nello stesso tempo l’uomo è così
contraddittorio! Diciamo di non volere le cose negative, ma il nostro
comportamento li produce, da 200 mila anni. Vogliamo solo per noi il
lato positivo per dare agli altri il negativo e questo non è possibile.
Questa è una grande carenza nell’evoluzione dell’umanità. Si può dire
che è la più grande carenza: invece di basarci sui lati negativi per
evolvere, li si prende nel senso sfavorevole del termine. Con
questa contraddizione non vediamo che le cose ostili nelle situazioni e
nelle persone”.
In definitiva il Corpo di Luce immortale è la conquista suprema
dell’uomo e della Spiritualità, mentre la sua perdita è una sconfitta
dolorosa.
In effetti tale tema è cruciale nell’evoluzione dell’umanità sia per
fuoriuscire dal ciclo infernale delle nascite e morti ripetute e sia
per poter accedere ad uno stato superiore e perfezionato della Vita
Infinita.
Tutto questo si intreccia e si fonde alla Pietra filosofale e
all’Alchimia, quest’ultima intesa quale arte regia in grado di
trasmutare il corpo fisico da finito a Infinito.
Difatti sia la Pietra filosofale e sia l’Alchimia perseguono ad un
livello individuale, ciò che è stato già realizzato collettivamente in
Atlantide, dove gli Atlantidei avevano il Corpo di Luce.
In particolare la Pietra filosofale, perno della ricerca degli
Alchimisti, ha le seguenti caratteristiche:
a) Fornire l’elisir di lunga vita o l’immortalità conferendo la
capacità di debellare qualsiasi malattia.
b) Fare acquisire l’onniscienza, il che spiega il termine di filosofale
attribuito alla pietra.
c) Avere la capacità straordinaria di trasformare i metalli e qualsiasi
sostanza in oro, quale dimostrazione e simbolo per eccellenza della
perfezione, della luce e dello Spirito.
La Pietra filosofale è una sostanza ma allo stesso tempo è pure un
processo di interazione tra diverse entità fisiche, energetiche e
spirituali e la polvere cristallina che si ottiene altro non è che la
memoria informativa ed energetica di questo processo, una sorta di
enzima o convertitore che trasforma la materia da uno stato ad un altro
superiore ed eccelso, dove non è più possibile nessun decadimento ed
imperfezione corporale.
È un processo di riunificazione che consiste essenzialmente nel
separare dapprima i tre principi della Materia prima dell’Alchimia, che
la Fisica individua nel Bosone di Higgs, per poi purificarli e riunirli
nuovamente nell’Armonia ed ottenere così la Pietra filosofale.
Tale procedimento coinvolge gli Elementi della Natura di Empedocle
(Terra, Acqua, Aria, Fuoco), gli elementi della tavola periodica degli
elementi e gli stati fisici della materia (Solido, Liquido, Aeriforme e
Plasma) che invero sono molti più di 4, in modo che possano essere
permeati nella perfezione dal 5° elemento o dall’Etere.
Il processo si articola in tre fasi principali o nelle fasi
dell’Alchimia (Nigredo, Albedo e Rubedo).
In queste tre fasi dapprima si unisce l’elemento maschile, lo Zolfo,
che corrisponde al Fuoco e alla Terra (Corpo fisico), con quello
femminile o Mercurio (Anima o Coscienza), che corrisponde all’Aria e
all’Acqua.
Queste fasi non sono l’una successiva all’altra in modo preciso e in
breve riguardano la putrefazione di un precedente stato e la simultanea
trasmutazione degli Elementi della Natura del corpo fisico in uno del
tutto nuovo e straordinario, che consente al corpo d’essere l’Anima
stessa, capace di vivere sia nel mondo fisico e sia nel mondo
ultrafisico o metafisico, senza più conoscere la malattia, la vecchiaia
e la morte.
Ciò che succede sono le “nozze mistiche”, ossia la fusione nell’Armonia
delle due metà complementari in azione nella Natura (Positivo e
Negativo, Luce ed Oscurità, ecc.), che si realizzano grazie ad un terzo
elemento indispensabile o Sale che corrisponde all’Etere, che è da
intendersi come l’agente universale che permette tale legame, ossia
l’unione indissolubile e permanente della dualità Anima - Corpo fisico.
È l’unione perfetta o mistica di due complementari, cioè del Corpo
fisico e dell’Anima, del Sole e della Luna, che produce il Corpo di
Luce immortale, da cui finalmente si fuoriesce dal ciclo delle nascite
e delle morti ripetute.
Ed ecco che:
“Non troverai la pietra filosofale
finché non sarai perfetto.”
Grillot de Givry
Una perfezione questa che non deve essere confusa e male interpretata,
in quanto alla stessa stregua dei pregi, i difetti e le mancanze sono
elementi preziosi dell’uomo, che sono utili proprio per raggiungere la
perfezione attraverso l’Armonia tra le due polarità universali, col
semplice riconoscimento dell’Infinità e dei propri limiti.
Ed allora la pietra filosofale è l’uomo stesso essendo egli sia
all’inizio e sia alla fine della Grande Opera e la Pietra è la
Coscienza Divina o Superiore presente in tutto ciò che è stato creato e
quindi anche nello stesso Alchimista: una Luce meravigliosa, piena di
ogni splendore, che si può guardare senza esserne abbagliati, che si
può quasi toccare, che nel nostro cuore provoca un’intensa commozione o
un muoversi insieme, che allontana da noi ogni apprensione e paura
ricolmandoci di Beatitudine.
L’oro in particolare rappresenta tutto questo in quanto è riconducibile
alla Luce, alla sostanza aurea primordiale di concezione platonica o
all’Etere, quintessenza di tutti gli Elementi della Natura di
Empedocle, degli atomi e di ogni cosa, che in misura più o meno grande
compone tutti i corpi fisici.
L’oro nel passato era considerato una sostanza perenne, per cui
trasformare il vile metallo in oro o qualsiasi altra sostanza,
significava trasmutare la materia mortale in immortale.
Una conoscenza segreta in quanto la conoscenza è potere, che
permetterebbe di giungere al perfezionamento della vita umana e
all’immortalità, in quanto l’Anima è il Corpo e in effetti a ben
pensare non vi è alcuna differenza tra queste due parti dell’uomo.
La separazione è l’illusione della mente che ci conduce nell’impervio e
difficile cammino delle nascite e delle morti ripetute.
Adesso, ammettendo che il racconto di quel libro che ho ritrovato sia
attendibile in qualche misura, giungo ad un paragone tra la nostra
civiltà e quella di Atlantide per dire che nonostante tutti i nostri
progressi siamo ancora molto lontani dal livello di Atlantide.
Tuttavia a poco a poco ci avviciniamo sempre di più e di certo l’uomo
moderno giungerà presto o tardi ad avere, come è successo agli abitanti
di Atlantide, il Corpo di Luce immortale.
Sarà a quel punto il dono del Divino all’uomo per evolvere in modo
grandioso, che speriamo non ricalchi più le orme dell’egoismo e del
materialismo fuori misura in cui sprofondarono gli Atlantidei, il che
poi distrusse la loro civiltà facendo tornare indietro l’umanità intera.
Certamente l’uomo moderno non crede più a queste cose, perché di vita
in vita ha disimparato a vincere il lato fisico e a non essere limitato
dalle piccole cose fisiche.
È da dire che sono trascorsi secoli e secoli e non abbiamo capito
nulla; è un peccato ma questa è la realtà.
D’altronde ogni uomo ha accumulato così tanti fallimenti, così tanti
insuccessi nel campo della vita e della ricerca metafisica e fisica che
lo scoramento, l’incredulità e i dubbi hanno ormai pervaso quasi del
tutto il suo essere, ma d’altronde è pur vero che i beni materiali non
possono riempire il cuore, né permanere per sempre, né soddisfare la
grande sete d’Amore che sentiamo, né possono darci alcunché di
veramente utile ed è sterile aggrapparci ad essi e al corpo.
Non rimane altro che la Spiritualità o la Verità, il che non
corrisponde esattamente nel seguire dottrine religiose o nel fare la
vita dei bonzi o dei preti, ma semplicemente d’essere d’aiuto all’uomo.
Ora nel finire di queste pagine ho poi cercato quel libro così
straordinario che raccontava di Atlantide e del suo popolo a cui qui mi
sono ispirato, senza poterlo più ritrovare.
Ed ecco che in me rimane solo il ricordo di quanto era raccontato nelle
sue pagine, tutto molto simile a un sogno.
Ma al riguardo è pur vero che non c’è alcuna differenza sostanziale tra
la Veglia, il Sogno e il Sonno profondo, essendo queste parti
coessenziali, interattive, rotazionali, invertibili della Vita o della
Coscienza senza fine: un sogno immaginifico e mirabile dell’Amore
universale che tutto muove, da cui ogni cosa ed essere prendono vita e
forma propria.
Un sogno fantastico e mirabile che l’uomo col materialismo fuori misura
ha trasformato in un incubo da cui, presto o tardi, dovrà fuoriuscire
per accedere nel mondo senza fine pieno di Luce dove la morte non c’è
più.
Marcello Castroreale
Atlantide è una verosimile civiltà
umana stellare straordinaria in cui l’uomo aveva il Corpo di Luce
immortale. Una umanità di intrepidi e curiosi esploratori in grado
di costruire astronavi e di viaggiare facilmente nello spazio
anche per fondare delle colonie umane su altri sistemi planetari del
Cosmo. Da Hubblesite NGC2174
|
|