Dico e mi contraddico: L'uomo non è un burattino
Data: Mercoledì, 18 dicembre 2019 ore 08:00:00 CET
Argomento: Redazione


Se l'uomo fosse un burattino in balia dei propri appetiti, sarebbe una bestia piuttosto che un essere razionale - Per fortuna egli è un animale che sa controllare gli impulsi istintivi; è la cultura dell'umanesimo cristiano che lo salva, rendendolo capace di interagire con i suoi simili in forza della sua intelligenza e della civiltà della parola "aperta" al dialogo, e sensibile all'ascolto delle ragioni dell'altro. Si direbbe che l'uomo si ritrova e si scopre tutto nelle le sue azioni consapevoli e volontarie. Come scrive L. von Mises: "In principio c'era l'atto [...] Il concetto di uomo è soprattutto il concetto di un essere che agisce;... di un essere che aggiusta il suo comportamento deliberatamente", in modo "cosciente e responsabile". Ciò non significa che l'uomo non possa sbagliare. Errare - si sa - è umano. Ma gli sbagli sono sempre "personali", cioè imputabili all'"azione individuale ", non si possono demandare alla società, poiché "la società - afferma sempre L. von Mises - non esiste che nelle azioni degli individui".

Cultura dell'umanesimo cristiano - dicevamo - perché è stato proprio questo a privilegiare al massimo il valore della coscienza dell'individuo,  come, anche,  a gettare i semi dell'umanitarismo, della libertà e della uguaglianza fra gli uomini, che fruttificheranno molti secoli più tardi, mutatis mutandis.

Nuccio Palumbo





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