Future Lab, il Marconi polo formativo in Sicilia
Data: Mercoledì, 03 gennaio 2018 ore 08:00:00 CET Argomento: Istituzioni Scolastiche
L’I.T.I.
“G. Marconi” di Catania sarà sede dei “Future Lab” attivati dal
Ministero per l’istruzione nell’ambito del piano nazionale scuola
digitale, quello che è stato ribattezzato “Progetto Scuola 4.0”. Le due
scuole scelte una di Catania e l’altra di Palermo sono state
selezionate dall’Ufficio scolastico regionale che ha analizzato le
caratteristiche di tutti gli istituti che erano potenzialmente
candidabili a svolgere la strategica funzione richiesta dal Miur. E il
Marconi di Catania, alla fine, è stato quello che rispondeva meglio
alle richieste e alle necessità tecniche e logistiche, per cui si è
aggiudicato le risorse con cui il governo ha finanziato in Italia la
nascita di ventidue strutture, i Future Lab, appunto, che serviranno a
trasmettere competenze e conoscenze legate al mondo dell’innovazione.
La Sicilia è, tra l’altro, una delle dieci regioni che dal Ministero ha
ottenuto nella ripartizione dei fondi due centri formativi, ad ognuno
dei quali sarà affidata una dotazione di 100mila euro. Per fare cosa?
L’obiettivo del progetto globale della Scuola 4.0 è ambizioso e guarda,
ovviamente, molto avanti. Nel caso specifico dei Future Lab si tratta
di creare, spiega il Miur, «ambienti laboratoriali che saranno aperti,
anche in orario extrascolastico, all’intera comunità scolastica nonché
al servizio delle altre scuole e del personale scolastico dell’intera
area regionale, per la formazione sul digitale».
L’I.T.I. Marconi di Catania, diretto dal preside ing. Ugo Pirrone,
punta da tempo, per esempio, sull’innovazione, sulle nuove tecnologie,
sulla ricerca scientifica di alto livello ed ha creato una serie di
partnership sul territorio con aziende del settore del digitale e delle
telecomunicazioni. Una valorizzazione dell’offerta che, appunto,
accanto al fatto che la scuola ha una struttura moderna e spazi
utilizzabili per l’allestimento dei laboratori, ha spinto l’Ufficio
scolastico regionale, ad indicare questa scuola come polo formativo su
cui poggeranno le province che hanno l’area etnea come punto di
riferimento geografico e di relazioni.
Lucia Andreano
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