
Assunzioni per i precari storici? la solita propaganda!
Data: Sabato, 13 maggio 2017 ore 08:30:00 CEST Argomento: Sindacati
Si parla di
legge elettorale e subito compaiono gli specchietti per le allodole...
A qualcuno questo incipit potrà sembrare poco pertinente, rispetto al
titolo, ma si fa presto a dimostrarne la simmetria, basti pensare che,
alla vigilia del Referendum costituzionale, politici e amministratori
si sbracciavano ad annunciare imminenti assunzioni massicce nella
scuola statale. Guarda caso, ora, in concomitanza delle amministrative,
il “motivettto” riemerge, e così anche in assoluta tempestività
rispetto alla riapertura del dibattito sulle riforme da attuare alla
legge elettorale in vigore, da cambiare assolutamente prima di andare
alle urne. Che la scuola sia un'istituzione centrale noi lo crediamo
non perché ce lo dice la politica ma perché è la via da cui passa il
futuro di una comunità.
La scuola, infatti, investe tutti e nelle sue questioni sono
necessariamente coinvolti tutti, come alunni, genitori, nonni,
insegnanti, ecc. Le assunzioni nel mondo scolastico, quindi, diventano
un tema importante, perché promettono continuità didattica, migliorano
le condizioni professionali di chi ne è interessato direttamente,
permettono di percepire il sistema stesso come solido e duraturo.
Incontrano, quindi, il favore di tutti.
Ma non tutti, purtroppo, sono in grado di leggere tra le righe degli
annunci, perché i canali di informazione, senza dare troppo peso alle
parole, ripetono gli slogan in maniera acritica e non documentata,
falsando la realtà. Secondo le notizie delle ultime ore, con cui tutti
i giornali, telegiornali e giornali radio hanno aperto, gli accordi tra
MIUR e MEF porteranno a oltre cinquantamila assunzioni, grazie ai
pensionamenti e alla trasformazione dei posti, che da incarichi di
fatto diventeranno di diritto. A beneficiarne, sempre secondo le fonti
giornalistiche, saranno i “precari storici”, garantendo continuità
didattica alle classi.
Sembra tutto chiaro e coerente ma non lo è affatto, per il semplice
motivo che noi precari storici non saremo affatto assunti. Tutti i
docenti che a migliaia hanno ricoperto, fino all'anno scolastico in
corso, incarichi annuali, assunti a tempo determinato dalla graduatorie
d'istituto, dovranno attendere, nella migliore delle ipotesi, il 2019,
per essere assunti, dopo aver superato un percorso formativo, di uno o
due anni, a seconda della graduatoria di appartenenza. In più dovremo
superare un concorso preliminare. Se è vero che si libereranno oltre
ventimila posti per i pensionamenti, va detto che è altrettanto vero
che si aggiungeranno ai posti che noi precari delle Graduatorie
d'istituto lasceremo liberi alla fine dell'anno scolastico, ormai
prossima, determinando l'ennesimo cambiamento di docenti per le classi
che lasceremo. Sui nostri posti, forse nemmeno un precario sarà
assunto, perché non tutti coloro i quali hanno acquisito il diritto
alla stabilizzazione, per essere in GAE o per aver vinto un concorso,
hanno lavorato nelle scuole. Di fatto, se e quando le assunzioni ci
saranno, saranno forse accompagnate da un enorme licenziamento di
massa, oppure dall'ennesimo sfruttamento reiterato, perché noi, sebbene
da anni garantiamo la tenuta e il funzionamento del sistema, non
abbiamo guadagnato il diritto alla stabilizzazione, pure a parità di
titoli rispetto a chi invece ha questo diritto.
Se andiamo a vedere anche l'anno in corso sarebbe dovuto essere l'anno
di scolta per assunzioni e continuità, mentre è stato l'anno con il
maggior numero di supplenti, dopo un balletto di nomine causato dai
ritardi nella definizione della mobilità, delle graduatorie e dello
svolgimento del concorso, per altro ancora in atto.
I proclami governativi, quindi, potrebbero nascondere delle sorprese e,
soprattutto, raccontano una realtà virtuale tradita dai fatti concreti.
E nel frattempo, il Paese si illude...
La realtà va raccontata tutta, i dati vanno analizzati nel loro
complesso, le parole devono essere usate nel loro senso letterale, non
in quello politico. La verità è che i precari storici della II e della
III fascia delle graduatorie d'istituto non saranno affatto assunti,
anzi rischiano di non poter nemmeno lavorare più, specialmente se non
si metterà mano ad una norma, quella del vincolo dei trentasei mesi
contenuto nella L. 107, termine oltre il quale non si potrà nemmeno più
essere assunti da precari, contro ogni slogan e ogni promessa di
migliorare il sistema scolastico e, dal nostro punto di vista,
decisamente instabile e iniquo,
Valeria Bruccola, Coordinatrice
Nazionale Adida
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