
Scuole per la pace. Il Papa ai ragazzi: rassegnazione è una parola proibita
Data: Domenica, 07 maggio 2017 ore 07:30:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
Il Pontefice
risponde alle domande degli studenti provenienti da tutta Italia che
hanno partecipato al Meeting delle scuole per la pace. E cita Mina.
Come fermare la violenza che invade la nostra società, i mezzi di
comunicazione, internet? Ma è vero che la non violenza può fermare la
violenza? Cosa sta succedendo a questo mondo? Sono numerose, e
profonde, le domande che alcuni ragazzi rivolgono al Santo Padre in
Aula Paolo VI, in rappresentanza di 7mila studenti provenienti da ogni
parte d’Italia, impegnati nel Coordinamento degli Enti locali per a
pace.
«C'è una cultura della distruzione», risponde il Papa, c'è un dio della
distruzione che vuole che gli uomini siano in guerra. La stessa cultura
che chiama una bomba "la madre di tutte le bombe". Mi sono vergognato,
spiega Francesco, mamma è una parola che evoca vita e la bomba invece
semina morte senza interessarsi di chi sta sotto. Ma c'è anche tanto
bene, li rassicura papa Francesco, tante persone che si spendono per
gli altri, che danno la vita per fermare la distruzione, come la
missionaria ultra80enne che incontrò nella sua visita in Centrafrica.
«Il nostro dovere è andare sulla strada della costruzione, che ci
aiuterà a evitare tante calamità. È vero, dunque, che il mondo è in
guerra, ma ci sono tante cose belle che non si vedono». E poi: la
tragedia più grande per l'Europa dopo la Seconda Guerra mondiale sono
le migrazioni.
«Perché è così difficile imparare ad amare?», gli chiede un altro
ragazzo. Perché molti responsabili della politica internazionale sono
così deboli che non riescono a fermare le guerre? «Perché il mondo si è
sistemato in modo cattivo. Dio lo ha creato mettendo al centro l'uomo e
la donna, e oggi il mondo va avanti mettendo al centro il dio denaro e
gli affari. Ci sono affari che fanno guadagnare tanto: il traffico
delle armi, molte di più di quelle che sono necessarie per difendersi,
il traffico della droga, che distrugge le menti dei giovani, lo
sfruttamento dei bambini e delle donne e in generale delle persone nel
lavoro, con i contratti in nero e quelli a tempo. «Questo è peccato
mortale», ha detto papa Francesco.
Un altro ragazzo chiede come fare a contrastare la violenza che c'è
dovunque contro tutti, le donne, i gay, i migranti... Il Papa ritorna
su uno dei suoi argomenti più ricorrenti: la violenza della lingua, con
insulti, chiacchiere ("Il terrorismo delle chiacchiere") e calunnie che
fanno male e distruggono. In contrasto con la violenza, il Papa ricorda
la mitezza, che non vuol dire essere stupidi, ma dire le cose con
tranquillità, cercando di non ferire. «È una virtù che dobbiamo
recuperare nella nostra vita».
La quinta domanda riguarda l'educazione, e qui Bergoglio racconta con
un aneddoto personale di quando era bambino e a una nota della maestra
la madre reagì con una sgridata, mentre oggi i genitori reagiscono
attaccando gli insegnanti. Ecco come si è rovesciato il rapporto tra
famiglie e insegnanti. Le parole ricorrenti che il Papa suggerisce
riguarda all'educazione sono ascolto, dialogo, mitezza, ricordando di
aver visto un dibattito televisivo preelettorale tra leader politici in
cui dominavano le offese.
Costanza dice che ha iniziato a leggere l'enciclica Laudato si' e il
Papa ha commentato che l'uomo sta distruggendo il Creato, citando anche
la Terra dei fuochi. «Abbiamo capito che tante cose devono cambiare, ma
c'è molta rassegnazione. Ebbene, rassegnazione è parola proibita.
Rassegnarsi mai, altrimenti mi arrabbio io». E infine una curiosità: i
politici non sembrano determinati a lottare per un Pianeta migliore,
afferma una ragazza, dopo la Conferenza di Parigi sul cambiamento
climatico. E il Papa risponde con una battuta: «Penso alla grande Mina:
parole, parole, parole»
L'incontro
L’incontro, organizzato in collaborazione con il Dicastero per il
servizio dello sviluppo umano integrale della Santa Sede, si svolge
nell’Aula Paolo VI, a partire dalle 10.30 e segna il culmine del
Meeting nazionale delle scuole per la pace, la fraternità e il dialogo
“Proteggiamo la nostra casa”.
Quella di venerdì 5 e sabato 6 maggio è una due giorni per dare vita a
un laboratorio dedicato alla concordia tra i popoli. Al centro del
Meeting nazionale delle scuole per la pace ci sono i temi proposti
nell'Enciclica Laudato Si' di papa Francesco e nell'Agenda 2030 delle
Nazioni Unite per lo Sviluppo sostenibile e il programma prevede che
gli studenti si riuniscano in eventi laboratorio per illustrare i
lavori che hanno realizzato nel corso dell'anno.
Avvenire.it
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