Intervento dell'USB P.I. Scuola al Convegno 'La delega del sostegno: inclusione o esclusione? Il docente di sostegno e la continuità didattica. Come cambia la Legge 104'
Data: Domenica, 26 febbraio 2017 ore 09:00:00 CET Argomento: Sindacati
Occorre partire da
alcune premesse sostanziali per comprendere quanto sta accandendo alla
scuola pubblica statale in questi ultimi mesi analizzando la
controriforma con la quale, attraverso l'approvazione di ben otto
leggi-delega, il governo Gentiloni vorrebbe portare a compimento quanto
la legge 107 "Buona scuola" aveva avviato nel 2015. Molti interventi
nel corso di questo convegno hanno ricordato come i vincoli alla spesa
pubblica siano limiti ingiusti che anche la sentenza della Corte
Costituzionale n. 80 del 2010 aveva indicato impossibili da riconoscere
come validi motivi per negare il diritto allo studio agli studenti con
disabilità. A chi sostiene che la razionalizzazione delle risorse e i
tagli mascherati da una semantica di mera propaganda sono necessari per
imparare a spendere meglio la nostra spesa pubblica diciamo che occorre
riflettere anche su come si spendono i soldi pubblici visto il recente
salvataggio delle banche (20 miliardi di euro), l'aumento della spesa
militare del 21% rispetto allo scorso anno, l'evasione fiscale che
secondo i dati Istat si aggira intorno al 18% del Pil cifra che da sola
garantirebbe l'azzeramento del debito pubblico.
A quei genitori che si chiedono come si sia potuti arrivare a mettere
in discussione la legge 104 in così poco tempo e senza alcun confronto
con gli attori coinvolti abbiamo detto come già in alcune pubblicazioni
della fondazione Treelle trovammo e denunciammo fin dal 2009 quelle che
oggi a tutti gli effetti sono le premesse di questa legge-delega sul
sostegno. Così abbiamo sempre guardato con grande criticità a quanto
veniva agitato dall'onorevole Faraone in merito alla necessità di una
riforma del sostegno scolastico negli ultimi due anni, riforma peraltro
auspicata inspiegabilmente anche da alcune associazioni come la FISH.
L'unica cosa che abbiamo visto errata nella legge 104 nel corso degli
ultimi anni è la sua non ancora piena applicazione, cosa che ci ha
spinto a porre spesso alcune domande all'amministrazione: perché non
esiste un monitoraggio effettuato dal MIUR sullo svolgimento dei GLHO e
dei GLHI/GLI? Perché non vengono sanzionati i dirigenti scolastici che
costituiscono classi con più di 20 alunni in presenza di studenti con
disabilità? Perché non vengono sanzionati quegli USR che negano il
diritto allo studio sottraendo ore di sostegno cosa che costringe i
genitori a ricorrere faticosamente ogni anno?
L'aumento di studenti con disabilità nelle scuole superiori di primo e
secondo grado negli ultimi anni ha comportato certamente un aumento
delle risorse di sostegno, costi economici che già nel 2015 nelle
slides della "Buona scuola" venivano esplicitamente definiti
"insostenibili per la finanza pubblica". La società italiana, invece,
dovrebbe salutare questo aumento di studenti nelle scuole superiori
come un significativo successo dell'istituzione scolastica che
costituisce ormai l'unica risposta dello Stato italiano alle famiglie
di studenti con disabilità: dopo la scuola non c'è più nulla,
ribadiscono spesso i genitori. Piuttosto che distruggere il modello
scolastico inclusivo italiano non è forse il caso di esportare le
pratiche migliori sperimentate nelle scuole italiane anche nella
società? I dati ci dicono che dopo la scuola, a partire dal mondo del
lavoro, l'inclusione è quasi inesistente.
Nel corso della giornata molte riflessioni si sono concentrate sul tema
della continuità didattico-educativa. Ebbene, USB Scuola ritiene che un
aumento della discrezionalità dei dirigenti scolastici sulla riconferma
o meno del contratto a tempo determinato dei docenti precari impedirà
proprio a quei docenti di essere liberi di dissentire e denunciare la
mancata applicazione di quanto previsto dalla legge 104 nella propria
scuola (anche solo per la mancata convocazione dei gruppi operativi o
del gruppo di lavoro sull'inclusione). Di contro da sempre sosteniamo
che l'unico modo per garantire la continuità didattica è la
stabilizzazione dei precari attraverso la totale trasformazione di
tutto l'organico di fatto in organico di diritto.
Riteniamo, però, che non si debba confondere la continuità didattica
con un accompagnamento simbiotico per tutto il ciclo degli studi,
perché i 5 anni di permanenza sul sostegno garantiscono all'alunno un
accompagnamento per ogni ordine di scuola e permettono
contemporaneamente al docente di sostegno, dopo questi anni, di
transitare tutte le proprie conoscenze in termini di inclusione nel
passaggio al posto comune.
L'USB Scuola il 24 aprile del 2015 proclamò insieme ad altri sindacati
conflittuali uno sciopero di massa critica contro una legge che più
volte abbiamo sostenuto essere inemendabile. A chi si illude oggi di
poter modificare e migliorare questi testi di leggi-delega, diciamo che
l'esperienza delle richieste di modifica alla "Buona scuola" si è
rivelata fallimentare in passato e che qualunque modifica non muterà
l'impianto sostanziale di queste otto deleghe che vanno ritirate in
toto.
Per tutti questi motivi crediamo che anche in questa occasione occorre
tornare alla partecipazione e alla manifestazione del proprio dissenso
libero e democratico e diamo appuntamento a tutti i lavoratori della
scuola e alle famiglie delle persone con disabilità. Chi non si unirà
allo sciopero del proChi non si unirà allo sciopero del prossimo 17
marzo con ogni evidenza si renderà complice e responsabile della
sottrazione di diritti che ricadrà sulla pelle dei nostri figli e dei
nostri studenti.
scuola@usb.it
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