Gli strumenti della valutazione / 2
Data: Mercoledì, 15 febbraio 2017 ore 08:00:00 CET Argomento: Redazione
Le rubriche
Nelle operazioni di valutazione si fa sempre più ricorso alle rubriche,
che non poche somiglianze hanno con le griglie, dalle quali si
distinguono per qualche tratto di diversità. E' una tendenza
non trascurabile, anche se ancora non si puo' formulare un giudizio
definitivo sulla loro efficacia e affidabilità. "Per rubrica si intende
un prospetto sintetico di descrizione di una competenza, utile a
identificare ed esplicitare le aspettative specifiche relative ad una
data prestazione e a indicare il grado di raggiungimento degli
obiettivi prestabiliti"(M. Castoldi). Per J. Mctighe e S. Ferrara la
rubrica è "uno strumento generale di valutazione impiegato per valutare
la qualità dei prodotti e delle prestazioni:consiste in una scala di
punteggi prefissati e in una lista di criteri che descrivono i punteggi
della scala".
Le rubriche sono dei prospetti in cui verticalmente possono
venire indicate le dimensioni di un "oggetto"prese in
considerazione, orizzontalmente vengono indicati i livelli di
qualità(o scala di punteggi) che si ritiene possibile raggiungere. Ogni
livello(o porzione della scala) deve essere debitamente descritto in
modo da potere desumere quali siano le operazioni che vanno compiute
per inquadrarvi una prestazione.
La distinzione dei livelli dovrebbe tenere conto dei seguenti
criteri:
AUTONOMIA(caratteristica di chi
agisce);
COMPLESSITA'(caratteristica del compito/problema
affrontato);
CONSAPEVOLEZZA(coscienza del senso della propria
condotta);
EFFICACIA(capacità di soddisfare i requisiti di risultato
richiesti). (D. Nicoli).
Così congegnata una rubrica puo' essere uno
strumento di sostegno all'azione didattica nella logica della
costruzione del percorso formativo, perchè prospetta un'ipotesi di
miglioramento e le condizioni per ottenerlo, chiarisce la direzione del
percorso formativo e nello stesso tempo aiuta ad attivare processi di
metacognizione e di autovalutazione.
La rubrica puo essere lo strumento idoneo per una valutazione autentica
se:a)si chiariscono standard e attese riguardo alla qualità, al valore
o
al pregio di una risposta, di un prodotto o di una prestazione; b)si
predispongono prestazioni autentiche che siano in grado di dimostrare
con evidenza se gli obiettivi e gli standard di risultato sono stati
raggiunti dopo il processo di insegnamento/apprendimento; c)si rendono
pubblici e si discutono i criteri di valutazione prima che una
qualsiasi prestazione sia eseguita. A queste condizioni la rubrica si
pone efficacemente come strumento di comunicazione tra scuola e
famigle, tra docenti e alunni, ma anche tra scuole di diverso
ordine, perchè mette in chiaro le intenzioni, le finalità di un
percorso
formativo, ma anche i risultati attesi, che definiscono un dato livello
di padronanza. L'esempio più noto e autorevole di rubrica valutativa è
quella proposta dal Quadro Comune di Riferimento per le Lingue.
Il portfolio
Il portfolio come strumento di valutazione viene ritenuto molto adatto
per attestare le competenze acquisite dagli alunni. M. Pellerey, che
ama
usare l'originario termine italiano "portafoglio", aggiunge al
sostantivo due attributi :formativo e progressivo, perchè mira ad
esaltare gli effetti formativi nel loro svolgersi temporale e a
documentare i progressi nell'acquisizione delle competenze. Col
portfolio ci si propone di individuare non solo i risultati finali
delle prestazioni di un alunno, ma anche i processi sottostanti, le
strategie messe in atto, i progressi compiuti. Col portfolio si puo'
fare
la valutazione del processo formativo sia da parte dell'insegnante, sia
da parte dell'alunno. L'introduzione del portfolio risale agli inizi
degli anni '90 ed è stata accolta dalle scuole e dagli insegnanti
interessati al rinnovamento delle pratiche di valutazione e al loro
valore educativo, come risposta adeguata alle nuove concezioni
dell'apprendimento. In Italia la sua introduzione ope-legis nella
scuola
primaria e nella secondaria di primo grado ha suscitato contrasti così
forti, da consigliarne subito l'abbandono. Eppure nella formazione
tecnico-professionale e nell'istruzione artistica avrebbe potuto
svolgere una funzione positiva.
Come si costruisce
Il portfolio è un particolare dispositivo di valutazione con cui
si raccolgono e si conservano sistematicamente in base a obiettivi e
criteri di selezione i lavori realizzati da un soggetto in formazione
per documentare ciò che sa, ciò che sa fare e per alcuni anche ciò che
sa essere. Nel portfolio potrebbero essere inclusi testi e relazioni
scritte, lavori svolti individualmente e a casa, schede di osservazione
, questionari, progetti pre-figurati e realizzati, disegni e
grafici, lavori di ricerca e lavori di gruppo . "Il portfolio dello
studente è una raccolta finalizzata del lavoro dello studente che
racconta la storia dei suoi sforzi, del suo progresso o del suo
successo
in una o più discipline scolastiche. La potenzialità comunicativa e
l'utilità per l'istruzione sono accresciute quando gli studenti
partecipano alla selezione del contenuto; quando la selezione del
materiale da includere segue linee predeterminate, quando sono
disponibili i criteri per giudicare il valore del lavoro raccolto e
quando gli studenti riflettono regolarmente sull'evolversi della
qualità del loro lavoro"(Arter e Spandel).
La problematicità del portfolio sta tutta nella difficoltà di mettere
insieme e di differenziare ciò che attiene alla valutazione
formativa, che è la sua vocazione preminente e ciò che attiene
alla valutazione sommativa, alla quale non si vuole rinunciare nemmeno
con questo strumento. Molti elementi che possono essere inclusi nel
portfolio non sono misurabili in termini
oggettivi(comportamenti, riflessioni episodiche, produzioni complesse
etc)come si puo fare con i tests. La documentazione portata a fini
formativi per stimolare riflessione e autovalutazione con molta cautela
puo' essere presa in considerazione ai fini certificativi. La scuola ha
bisogno di organizzare l'accompagnamento dell'alunno, ma anche di fare
il bilancio dei suoi risultati in determinati momenti; questi due
momenti, queste due esigenze vanno distinti e armonizzati, ma non fusi.
Come strumento di sostegno all'apprendimento, testimone delle
progressioni e documentazione del possesso di una competenza non è
facile delimitare il materiale da raccogliere. Quali lavori, quali
prestazioni consentono di rilevare il punto di partenza e il punto di
arrivo dello studente nell'acquisizione di una competenza? Che genere
di
connessione si deve stabilire tra un lavoro e un altro? Tra un momento
e
l'altro del processo di formazione? Se serve a sviluppare e a
sostenere l'autonomia nell'apprendimento l'alunno deve potere avere un
ruolo, anche di semplice collaborazione sia nella selezione del
materiale, sia nella valutazione dei propri progressi e questo
soprattutto con alunni in grado, per l'età che hanno, di assumersi la
responsabilità della propria formazione. A questo genere di
preoccupazioni bene si adatta la definizione di portfolio da H.
Blouin('98)"Insieme di lavori significativi scelti dall'alunno in
collaborazione con l'insegnante, che illustrano i suoi progressi e i
suoi differenti saperi in uno o più domini, distribuiti nel
tempo(almeno
un anno scolastico)con norme chiaramente definite di
prestazioni, contenente tracce di riflessione dell'alunno e della sua
autovalutazione e giudizi e commenti dell'insegnante in grado di
favorire la comunicazione alunni/insegnanti, alunni/pari, alunni
/famiglie"
Metacognizione e autovalutazione
Per svolgere la funzione di strumento di valutazione formativa il
portfolio deve dare spazio all'osservazione sistematica
delle prestazioni del soggetto in apprendimento. Osservazione che deve
riferirsi agli aspetti che le caratterizzano, raccolti con griglie
apposite o con check-list pertinenti per potere avere una visione
globale di un comportamento o di una storia di apprendimento. Non ci si
deve, però, fermare a questo; bisogna interrogare, cercare di capire
l'alunno . Ci vuole dialogo metacognitivo e partecipazione
dell'alunno. L'osservazione "non consente di rilevare alcuni aspetti
fondamentali dell'agire umano come il senso o il significato dato al
proprio comportamento, le intenzioni che hanno guidato lo svolgersi
delle attività, le emozioni o gli stati affettivi che l'hanno
caratterizzato(. . . )Questo mondo è assai incidente sul piano del
processo educativo e molto poco visibile e osservabile
all'esterno"(M. Pellerey).
Un portfolio adeguatamente costruito è molto utile per
l'autovalutazione dell'alunno, perchè viene messo nella condizione di
categorizzare, analizzare, organizzare e giudicare i propri lavori e di
comprendere il grado di preparazione raggiunto; è utile anche per la
valutazione collegiale da parte dei docenti del rendimento di un
alunno. Il portfolio è simile al curriculum vitae con la differenza che
accoglie le prove attraverso cui si presenta la propria storia
formativa; il portfolio è come lo specchio sul quale lo studente si
riflette vedendo se stesso e il proprio processo di apprendimento; è
come una mappa, che orienta lo studente nel mettere a punto obiettivi e
nel creare piani per il loro conseguimento sulla base della
rappresentazione delle esperienze fatte e delle riflessioni su di
esse. (M. Diez).
La valutazione del portfolio
Come bisogna valutare l'insieme della documentazione del portfolio? E'
questo il problema e non è di facile e condivisa soluzione. Valutare un
portfolio è diverso dal valutare un singolo lavoro, perchè deve essere
presa in considerazione la maturazione complessiva e progressiva nel
tempo dimostrata dall'alunno; il portfolio tra l'altro non è omogeneo
come puo' esserlo un singolo compito: le dimensioni da osservare e
giudicare sono diverse e molte le domande che bisogna porre. E' chiaro
cio' che l'alunno ha voluto dimostrare? Quali cambiamenti si sono avuti
nel tempo? Com'è strutturato il portfolio? Qual è la capacità di
autovalutazione dell'alunno'? Con quale varietà di dati l'alunno
dimostra il suo sviluppo e le sue competenze ?
In un saggio esemplare per chiarezza e completezza comparso in
"Orientamenti Pedagogici" nel n. 2 del 2002 M. Comoglio indica le
condizioni che vanno rispettate per procedere alla valutazione del
portfolio:
1) Determinare gli obiettivi educativi e didattici in termini
di competenza che devono essere evidenziati dal portfolio;
2) Progettare
in maniera adeguata le attività e le prove da assegnare agli studenti
per valutare il raggiungimento degli obiettivi prefissati;
3) Definire i
criteri da tenere presenti in ogni prestazione e stabilire gli standard
di rendimento per ogni criterio;
4) Stabilire chi valuterà il
portfolio;
5) Stabilire che tipo di decisione deve essere
presa sulla base della valutazione del portfolio.
Il ruolo
del'alunno più volte evocato non puo' essere lo stesso nel momento
della costruziome del portfolio e nel momento della
valutazione, soprattutto se la valutazione è finalizzata alla
certificazione.
Non è facile parlare di portfolio dopo la sua infelice apparizione
nella scuola ed è chiaro che senza il consenso degli insegnanti è
difficile utilizzarlo; è uno strumento complesso che richiede tempi di
riflessione che nella scuola, presa da furori attivistici, non vengono
riservati alla valutazione. Potrebbe essere adeguatamente riproposto
nel
piano del'offerta formativa di un istituto(soprattutto se ad indirizzo
tecnico professionale o artistico) come suo specifico segno distintivo
del modo di condurre le operazioni di valutazione e del modo di
comunicare con le altre istituzioni scolastiche, con gli alunni, le
famiglie e la società.
Raimondo Giunta
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