Prevenire Bullismo e Cyber bullismo
Data: Sabato, 11 febbraio 2017 ore 08:30:00 CET Argomento: Redazione
Dalla graduatoria degli
Istituti d’Istruzione selezionati per la realizzazione dei progetti
relativi al bando 1055/16 “Piano nazionale per la prevenzione dei
fenomeni del bullismo e cyber bullismo” (D.D.n.1055 del 18/10/2016)
presentati ai sensi del D.M. prot.663 del 01/09/16 art.11, presentata
di recente, emerge che soltanto 32 Istituti in tutta Italia hanno
usufruito dei finanziamenti (dai 6.000,00 ai 100.000,00 euro a
istituzione scolastica) e di questi solo due sono le scuole siciliane
selezionate, collegate in rete con circa 40 istituti, alle quali vanno
80.000,00 e 70.000,00 euro. Data l’attualità della problematica, ci
saremmo aspettati numeri diversi, non solo riguardo il numero delle
scuole coinvolte, ma anche riguardo l’entità delle risorse finanziarie
disponibili. Legittime, dunque, due domande: “Perché così poche scuole?
Perché così pochi finanziamenti per un problema così grave?”
Senza volere entrare nel merito di queste domande, alle quali è
difficile rispondere, si può ipotizzare che come al solito, piuttosto
che scavare nella profondità dei problemi, si preferisce rimanere in
superficie, con la conseguenza di individuare soluzioni
tutt’altro che risolutive.
Chi vive nel mondo scolastico – data la complessità delle relazioni e
dei meccanismi che sono alla base della comunicazione fra adolescenti –
non sempre riesce a capire cosa accada esattamente all’interno della
classe.
Poiché riuscire a riconoscere come episodi di bullismo quelli che
avvengono sotto i nostri occhi, si rende necessario e utile
approfondire l’argomento.
Il problema del bullismo si presenta in ogni luogo di aggregazione,
dove bambini, adolescenti e adulti interagiscono tra di loro.
Secondo Jeaques Guichard (1987), la scuola è l’esperienza sociale che
maggiormente è in grado di condizionare sia la rappresentazione che lo
studente ha di se stesso che il suo progetto di vita. La scuola è un
contesto molto importante per la “costruzione d’immagine” che
l’adolescente ha in sé, il luogo in cui si confronta con i suoi
coetanei, interagisce con gli insegnanti valuta i propri risultati e li
confronta con i compagni. L’adolescente/studente, diventa cosciente
delle proprie risorse e dei propri limiti e teme il giudizio che gli
altri hanno di lui.
In questo contesto nasce il bullismo, “relazione critica e sintomatica
di conflitto aperto tra pari”.
Le prime osservazioni in ambito scolastico si hanno negli anni
Ottanta-Novanta e ruotano attorno alle figure del protagonista e della
vittima: il primo, forte delle proprie possibilità, si scaglia
sull’altro con atti di oppressione e prevaricazione infliggendogli
continue sofferenze; il secondo, debole e socialmente indifeso, non è
in grado di ribellarsi e subisce le continue prepotenze.
La Scuola sempre più spesso ci si trova di fronte a comportamenti
violenti e aggressivi da parte di adolescenti e giovani, e perfino di
bambini e bambine. Le cronache raccontano di offese, minacce, percosse,
attacchi alle identità, che hanno la caratteristica di essere
intenzionali e mirati e di ripetersi nel tempo, atti che comportano per
le vittime serie conseguenze psicologiche e fisiche, che possono anche
giungere a scelte estreme che mettono a repentaglio la vita.
Gli atti di bullismo avvengono di preferenza entro e intorno al
contesto scolastico, ma non solo. I comportamenti caratteristici del
bullismo possono essere classificati in base alle loro caratteristiche
dirette o indirette:
Metodi diretti
- Umiliare, ridicolizzare, minacciare o impaurire qualcuno
con parole o azioni
- Impedire agli altri la propria libertà
- Aggredire verbalmente e fisicamente
- Prendere in giro la razza,il sesso e la religione di altri
ragazzi
Metodi indiretti
- Strategie sottili e indirette che comportano l’isolamento
delle vittime.
Il bullismo può essere fisico e verbale:
Il bullismo fisico è più facile da diagnosticare perché i bulli, con le
loro caratteristiche aggressive, tendono a farsi riconoscere
all’interno del sistema scolastico; il bullismo verbale, molto
frequente nelle scuole e nei gruppi, sfugge facilmente al controllo
degli adulti.
Una caratteristica del bullismo nella scuola è il desiderio
intenzionale di nuocere ad un altro ragazzo con l’obiettivo di
conquistare il potere su di lui.
Tanti possono essere i fattori responsabili del bullismo: genetici,
fisici, comportamentali, familiari, scolastici, psicologici.
Il bullismo – fenomeno multifattoriale influenzato dai modelli
culturali e dal clima sociale, dalle caratteristiche psicologiche dei
soggetti, dallo stile familiare, dalle dinamiche di gruppo – può
produrre sulle “vittime” sia Conseguenze di breve termine (rifiuto di
andare a scuola, essere tesi e piagnucolosi, chiudersi in se stessi,
presenza di lividi e graffi sul corpo.) che Conseguenze a lungo termine
(progressiva desocializzazione, tendenza all’isolamento e emarginazione
da parte del gruppo per paura di ripercussioni).
Ad accrescere la portata del fenomeno è il dilagare dell'utilizzo del
web. L'anonimato e la facilità diffamatoria che la rete permette,
infatti, rendono diffuso l'utilizzo delle tecnologie per l'esercizio di
pratiche di aggressione psicologica delle persone.
Cyberbullismo e sexting ormai sono termini che le cronache hanno
insegnato a conoscere, ma spesso le loro dimensioni e conseguenze sono
sottostimate.
Se da un lato la rete è lo spazio dello scambio, della conoscenza,
dell’incontro, dall’altro rischia di essere un luogo di solitudine. Il
cyberbullismo è la proiezione del bullo all’interno della rete, non è
solo un riflesso della realtà ma è anche una distorsione e un
potenziamento.
In Italia il fenomeno è in continua ascesa sia nella scuola secondaria
di 1° che di 2°grado.
Nella maggior parte dei casi si tratta di esperienze occasionali, con
maggiore incidenza nella scuola secondaria di 1°. Il dispositivo
tecnologico più usato è il cellulare, mezzo per scherzi telefonici, sms
offensivi, messaggi di minaccia su Wapp, telegram, facebook e altro.
Le adolescenti sono sia vittime che carnefici più dei ragazzi della
stessa età, mentre alla scuola secondaria di primo grado sono i ragazzi
ad essere maggiormente vittime.
Secondo una recente ricerca un terzo dei ragazzi vittime di bullismo ha
messo in atto comportamenti di cyber bullo.
Quali sono i motivi che spingono i ragazzi al cyberbullismo? Sono molti
e già conosciuti: protagonismo e superiorità all’interno del
gruppo, noia, divertimento e solitudine.
L’ accedere ad internet o ad altri strumenti senza controllo e senza
supervisioni da un adulto, rilevare con facilità informazioni e dati
personali on-line senza preoccuparsi dei rischi, comportamenti sessuali
a rischio, incitamento alla violenza e alla violazione delle regole
sono degli elementi che potrebbero costituire fattori predettivi per
l’insorgere del cyber bullismo. Il cyber bullismo è molto più
pericoloso del bullismo ordinario, poiché il cyber bullo è spesso un
debole, un emarginato nella vita reale che spesso si nasconde dietro
identità fasulle, a differenza del bullo tradizionale, che è un leader,
il forte del gruppo e, come tale, facilmente riconoscibile.
Per le vittime è molto difficile denunciare il fatto subito, la
violenza avviene nel mondo virtuale ma purtroppo con effetti reali.
Cancellare le tracce del cyber bullismo è molto difficile, un video
pubblicato può essere ripubblicato all’infinito, l’umiliazione subita
in classe resta circoscritta quella nel web si espande su tutti gli
utenti. Inoltre il mezzo tecnologico riduce i freni inibitori, freni
dovuti all’aspetto fisico o alle difficoltà comunicative, tutti
diventano meno inibiti nascosti dall’anonimato e riescono a scrivere
e-mail e sms con parole che nella realtà non direbbero mai.
Nancy Willard (romanziere e poeta) ha elaborato una classificazione
delle varie manifestazione del cyber bullismo:
Il flaming
- Aggressività attraverso internet, invio di messaggi volgari e
intimidatori.
Le molestie
- Bombardamenti virtuali di insulti attraverso i social network e altro.
Lo stalking
- Persecuzione, l’oppressione di altre persone fino a rovinarle la vita
L’umiliazione
- Diffusione di materiale offensivo e diffamatorio nei confronti della
vittima
L’esposizione
- Pubblicazione di materiale privato relativo alla persona oggetto
dell’attacco
L’esclusione
- Isolamento dalla comunità a cui appartiene
La diagnosi in caso di bullismo può essere:
- Diagnosi individuale (chiarisce la presenza del danno
psicologico)
- Diagnosi familiare (si indaga sulla struttura familiare)
- Diagnosi del contesto scolastico (si indaga sulla struttura
scolastica)
Naturalmente le strategie di intervento in caso di bullismo richiedono
un coordinamento tra il trattamento psicologico, le famiglie e la
scuola. Di conseguenza è importante che genitori e insegnanti
comunichino tra loro, e si mettano in atto iniziative condivise e
coerenti.
I livelli di intervento devono dunque prevedere un’interazione tra i
diversi ambiti formativi, con iniziative differenziate a seconda dei
destinatari (genitori, docenti, collaboratori scolastici, studenti).
Affinché ci sia sensibilizzazione, presa di coscienza da parte dei
target interessati e riduzione della probabilità di
diffusione del fenomeno, in funzione preventiva, bisogna conoscere e
valutare il fenomeno, acquisire e offrire informazioni circa la
presenza e le caratteristiche del bullismo offline e online, la
tassonomia dei comportamenti problematici e delle dinamiche di gruppo,
superare stereotipi e false credenze. Ben vengano le varie
manifestazioni per la giornata del Bullismo, i convegni, le conferenze,
gli spettacoli, ma successivamente si devono attivare azioni di
prevenzione e di contenimento, condividere a livello di scuola la
definizione delle strategie di intervento e di gestione, sviluppare
negli operatori le capacità di riconoscimento dei segni del problema,
bisogna proporre percorsi appropriati nelle classi a scopo di
sensibilizzazione e prevenzione, suggerire ai genitori linee guida di
attenzione e di intervento, dare indicazioni alle vittime sulle
modalità di reazione e di difesa.
prof. Angela Giardinaro
|
|