Comunicazione: realtà e finzione
Data: Martedì, 03 maggio 2016 ore 07:30:00 CEST Argomento: Istituzioni Scolastiche
In occasione del Maggio dei libri, iniziativa promossa
dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e dal Ministero
dell'Istruzione e della Ricerca, il Liceo "G. Lombardo Radice"
di Catania, a cura della prof.ssa Marcella Labruna, ha organizzato il
28 aprile 2016 un convegno che ha puntato l'attenzione sui rapporti
intercorrenti tra linguaggio (e dunque letteratura) e realtà (e dunque
verità) con le relative implicazioni e aporie. Ha aperto i lavori il
D.S. del liceo ospitante, prof.ssa Pietrina Paladino, che
nell'esprimere il suo plauso per la meritoria iniziativa, volta a non
disperdere il valore essenziale del libro nel percorso di costruzione
di un solido bagaglio culturale, ha salutato gli intervenuti: la
prof.ssa Labruna, referente del progetto, curatrice del Convegno,
nonché, relatrice e moderatrice, il prof. Alberto Bertino, docente del
Liceo, capace di spaziare dall'analisi filologica del testo alla
comunicazione digitale, il gradito ospite, prof. Massimo Vittorio,
ricercatore di Filosofia Morale del Dipartimento di Scienze Umanistiche
dell'Università di Catania, e, naturalmente, gli studenti presenti.
Le relazioni si sono dipanate lungo un percorso inaspettatamente, per i
relatori stessi, unitario: ciascuno di loro partendo, rispettivamente,
da Eco, Busacca, Calvino e attraversando testi e
parole di Pessoa, Wittgstein, Adso da Melk, Pirandello, Kundera,
Piovani, ha riportato il discorso a Gugliemo di Baskerville e
all'insostituibile rapporto tra maestro e discepolo, a Serafino
Busacca, compianto collega, autore di un romanzo fondato sulla
relazione comunicativa, a Martha Nussbaum con la sua Intelligenza delle
emozioni.
Se è vero che nomina nuda tenemus, è anche vero che la costruzione di
un universo parallelo, di un cielo di carta più o meno strappato, di un
sistema letterario in cui i libri si parlano tra di loro, tra post
moderno e contemporaneità fiction (e no fiction), consente all' "Io
sperimentale" di intraprendere la propria "ricerca di un senso"
lasciando all'uomo reale il disvelamento "filosofico" di una
verità. In coerenza con il discorso che ha preso le mosse dal
Nome della rosa, dalla semiotica si è passati alla semiologia, al
linguaggio pubblicitario, all'etica della comunicazione.
Dunque, ha trovato posto anche la visione di un video (montato da
studenti sotto la direzione del prof. Alberto Bertino) che
esprime l'emozione della relazione non spezzata dalla morte.
Sono seguiti gli interventi degli studenti che hanno espresso le loro
curiosità e rivolto le loro domande ai relatori. L'unica certezza
rimasta è che tra tutti libri che rimangono da scrivere, quello che
attendiamo con più ansia è "un libro in cui l'assassino è il lettore"
(Eco).
prof. Alberto Bertino
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