Privacy dei bambini: pesanti violazioni da siti e app
Data: Giovedì, 17 settembre 2015 ore 01:00:00 CEST Argomento: Istituzioni
Resi noti i risultati dell'indagine svolta dal Garante
della privacy italiano in collaborazione con le altre Autorità
internazionali - Le app e i siti internet più utilizzati dai bambini
italiani non tutelano adeguatamente la privacy dei piccoli utenti. Tra
i 35 casi analizzati dal Garante della privacy ben 21 hanno evidenziato
gravi profili di rischio e 8 di questi richiederanno specifiche
attività ispettive.
Sono questi gli esiti principali dell'indagine svolta dall'Autorità
italiana, in collaborazione con altre ventotto Autorità internazionali
del Global Privacy Enforcement Network (GPEN), in occasione del
"Privacy Sweep 2015" dedicato alla protezione in rete dei bambini tra
gli 8 e i 13 anni.
Gli esperti del Garante hanno selezionato 22 app e 13 siti internet
(appartenenti al settore educational, al mondo dei giochi, a servizi
on-line offerti da canali televisivi per l'infanzia, ai social network)
tra i più popolari tra i bambini, o appositamente sviluppati per loro,
e ne hanno analizzato le caratteristiche.
E' emerso un panorama poco confortante, in linea con le criticità
riscontrate anche dalle altre Autorità internazionali. I risultati
evidenziano una grave disattenzione nei confronti dei più piccoli, poca
trasparenza in merito alla raccolta, all'utilizzo dei dati personali e
alle autorizzazioni richieste per scaricare le app su smartphone e
tablet, presenza di pubblicità e rischi che i bambini vengano
reindirizzati verso siti non controllati.
"Occorrono siti e app a misura di bambino" – sottolinea il Presidente
Antonello Soro. - "I risultati dell'indagine condotta dagli esperti del
Garante italiano evidenziano che siamo ancora molto lontani da una
corretta tutela dei dati dei minori. E' sempre più evidente che quasi
tutti i bambini tra gli 8 e i 13 anni usano strumenti tecnologici
collegati in rete, ma non sono adeguatamente protetti. Molte società
che gestiscono siti e sviluppano app – continua Soro – dimostrano un
approccio irresponsabile nei confronti dei minori. Naturalmente, i
genitori devono seguire i loro figli in questo percorso di crescita
anche tecnologica. Il Garante della privacy continuerà a vigilare e a
intervenire contro ogni forma di abuso, sia in Italia, sia all'estero
assieme ai colleghi del GPEN".
I risultati dell'indagine in Italia
I 35 siti e app presi in esame non superano il test del Garante.
Identificazione del minore: in 30 casi vengono raccolti dati personali;
in 25 casi si è riscontrato l'obbligo di registrarsi inserendo
almeno l'indirizzo di posta elettronica; in 20 casi occorre indicare il
proprio nome; in 13 casi è necessario consentire l'accesso a foto e
video presenti sullo smartphone, sul tablet o sul pc.
19 tra siti e app registrano l'indirizzo IP; 18 l'identificativo unico
dell'utente; 11 richiedono la geolocalizzazione del dispositivo
utilizzato dal bambino.
Comunicazione dei dati personali a terze parti: in 23 casi è prevista
la condivisione con altri soggetti dei dati personali raccolti.
Pubblicità e acquisti: 23 tra siti e app includono banner pubblicitari
di terze parti (in alcuni casi non attinenti al mondo dell'infanzia).
In ben 22 casi il minore può essere reindirizzato fuori dal sito/app
che sta utilizzando. Alcune app consentono al bambino di procedere
direttamente all'acquisto di prodotti e servizi (acquisti "in app").
Tutele privacy: sono pochi i siti e le app in cui è presente
un'informativa privacy chiara e completa, o che consentono un utilizzo
senza la richiesta di dati personali. Sono limitati anche gli strumenti
(es. parental control, chat preimpostate) adottati per aiutare i
bambini a non diffondere, anche involontariamente, i propri dati
personali.
Il Garante italiano, in accordo con gli altri componenti del GPEN,
valuterà ulteriori azioni nei confronti dei titolari dei siti e delle
app esaminati, e offrirà la propria collaborazione alle altre Autorità
coinvolte su casi di rilievo internazionale.
I risultati dell'indagine a livello globale
Dai circa 1500 siti e app analizzati a livello globale emerge un quadro
di scarsa tutela nei confronti dei più piccoli.
- Il 67% dei siti/delle app esaminati raccoglie informazioni
personali su minori.
- Solo il 31% dei siti/delle app offre meccanismi efficaci per
limitare la raccolta di dati personali di minori. Particolarmente
preoccupante risulta la circostanza per cui molti siti o app popolari
fra i più piccoli affermino nelle informative privacy di non essere
pensati per un pubblico minorenne, senza però adottare poi meccanismi
che evitino la raccolta di dati personali dei minori che accedono al
sito o alla app.
- Il 50% dei siti/delle app fornisce dati personali a soggetti
terzi.
- Il 22% dei siti/delle app offre la possibilità ai minori di
indicare il proprio numero telefonico; il 23% consente loro di mettere
a disposizione foto o video.
- Il 58% dei siti/delle app offre al minore la possibilità di essere
reindirizzato verso un altro sito.
- Solo il 24% dei siti/delle app promuove il coinvolgimento dei
genitori.
- Il 71% dei siti/delle app non offre strumenti per cancellare
agevolmente le informazioni contenute negli account.
L'indagine internazionale ha evidenziato anche alcune buone prassi.
Alcuni siti e app, ad esempio, offrono controlli efficaci (cruscotti
riservati all'intervento dei genitori, avatar e/o ID utenti predefiniti
per impedire che un minore riveli senza volerlo informazioni
personali). Altre buone prassi comprendono l'offerta di chat che
permettono ai minori di selezionare parole e frasi solo da elenchi
predefiniti, o la visualizzazione di alert preventivi per evitare che
il minore inserisca dati personali non necessari.
Che cos'è il Global Privacy Enforcement Network (GPEN)
Il GPEN (Rete globale per l'applicazione delle norme in materia di
privacy) comprende, ad oggi, 57 Autorità in 43 Paesi. E' stato
costituito nel 2010 facendo seguito ad una raccomandazione dell'OCSE.
L'obiettivo è quello di promuovere la cooperazione internazionale fra
le autorità di controllo in materia di privacy alla luce della
crescente globalizzazione dei mercati e dell'esigenza di imprese e
consumatori di disporre di un flusso di informazioni personali senza
soluzioni di continuità indipendentemente dai confini nazionali. I
membri del GPEN si impegnano a collaborare per rafforzare la tutela
della privacy in tale contesto globale.
Quest'ultimo "Sweep" ("inchiesta a tappeto") dedicato alla privacy dei
bambini on line segue quelli sulla trasparenza nell'uso delle
informazioni di chi scarica app e sulle app mediche.
Garanteprivacy.it
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