La Scuola che verrà
Data: Giovedì, 05 marzo 2015 ore 09:00:00 CET Argomento: Redazione
La riforma invece
di apparire in un Decreto, ha indossato il vestito del Disegno di
legge, quasi un atto di ossequio al Parlamento secondo le indicazioni
del Presidente della Repubblica, mentre il Decreto poteva essere
considerato uno dei tanti atti autoritari del Governo "democratico".
Questa variante all'annunciato e atteso Decreto rallenta i tempi e non
è ben chiaro se a settembre l'esercito dei 120 mila docenti per i quali
si dovrà sostituire il cartellino di "precari" con il nuovo cartellino
" di ruolo" potrà entrare nella "Buona scuola". Per molti sarà una
tappa e una meta tanto agognata ed è certamente un bene poter dare loro
serenità e prospettiva di futuro e di continuità, a vantaggio di una
didattica efficiente produttiva e motivante.
Le diverse voci contenute nei 39 articoli del Disegno di Legge
comprendono l'autonomia scolastica e organizzativa: orari, modularità,
flessibilità, organico funzionale; ampliamento dell'offerta formativa
con Musica ed Educazione fisica nella scuola primaria, inglese con la
metodologia CLIL, educazione alla cittadinanza e potenziamento della
didattica digitale e delle discipline: arte e territorio, diritto,
economia, le assunzioni, la mobilità del personale, l'organico e la
sospensione delle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie.
L'organico funzionale che dovrebbe entrare in vigore dall'anno
2016-2017 dovrebbe essere pensato ed organizzato in base alla richiesta
della singola istituzione scolastica e alla progettualità messa in atto
e non mediante una distribuzione a pioggia di docenti per occupare dei
posti. Se l'organico sarà curvato sulla progettualità della scuola, i
benefici nel tempo saranno visibili, se, invece, ciò non avverrà, e si
tradurrà soltanto in un "organico aggiuntivo" e annuale, la scuola
ritorna ad essere un contenitore di posti (banchi e cattedre) senza
anima e senza qualità.
Certamente la pianificazione di un organico funzionale implica una
maggiore flessibilità organizzativa della didattica e quindi anche la
gestione delle supplenze, così da rendere efficaci e didattiche anche
le ore di supplenza.
Quel che è stato definito "il giocattolo di Renzi" adesso è stato
scartato e fa bella mostra sul tavolo del Parlamento e quindi tante
questioni saranno rimesse in discussione
Il disegno di legge che sostituisce l'annunciato decreto del "pacchetto
scuola", lascia molto a desiderare ed il prolungarsi delle scadenze
annunciate e delle sbandierate promesse, appare come un pallone che si
sgonfia e che potrà essere, in seguito, rimesso in campo.
Nel disegno di legge confluiscono la riforma dell'infanzia (un unico
percorso educativo da zero a sei anni), interventi legati alla
disabilità e al sostegno', un testo unico nuovo in materia di normativa
scolastica, misure per il diritto allo studio, il piano straordinario
delle assunzioni.
Di certo, con i tempi di un ddl, le assunzioni promesse per settembre
prossimo non potranno concretizzarsi e l'amarezza e la delusione
s'ingigantiranno, provocando ulteriori proteste, contestazioni e
disamore verso la scuola.
Aumenteranno gli interrogativi e si amplierà il varco della delusione e
della sfiducia verso un Governo che intendeva connotarsi per
concretezza e incisività funzionale.
Quale sarà lo stipendio del docente della nuova scuola, che diventa
moderna, 2.0 e con la pratica linguistica del CLIL in tutte le
discipline?
La risposta è dimessa, (eufemismo che cela la risposta "negativa"),
perché pare che il contratto bloccato non preveda progressione di
carriera e di stipendio per alcuni anni e dopo si prevede un aumento
irrisorio e irriguardoso per le tante e nuove incombenze che vengono
richieste al docente "moderno" che fa uso delle nuove tecnologie nella
didattica e si qualifica come "professionista dell'educazione" e con
vedute linguistiche europee.
Ancora una volta occorre scrivere dritto su righe storte, vedere il
positivo nascosto, anche quando l'evidenza mostra ben altro.
Intanto il tempo passa ed i ritmi della scuola, che con le sue regole
sono molto lenti, s'inceppano negli ingranaggi e si dilatano oltre
misura.
La buona scuola è ancora lontana, il cantiere è aperto e la strada è
polverosa.
Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it
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